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Parigi 2024. Donne, uomini, emozioni dei XXXIII Giochi olimpici

È stata una edizione sportivamente scintillante, ricca di exploit, con campioni affermati e nuove stelle del firmamento olimpico. Ci sono state molte polemiche, ma l'edizione 2024 sarà ricordata soprattutto per l’alto valore delle prestazioni e per la grande sportività che ha caratterizzato tutti gli atleti

Parigi 2024. Donne, uomini, emozioni dei XXXIII Giochi olimpici

Si è spento il fuoco di “Olimpia” del tripode-mongolfiera a Parigi. I Giochi delle XXXIII Olimpiadi sono finiti. È stata una edizione sportivamente scintillante, ricca di exploit, con campioni affermati e nuove stelle del firmamento olimpico. Ci sono state polemiche per scelte organizzative, per i trasporti, per i letti in cartone (già presenti a Tokyo), per i topi e il colore della Senna (fonte infinita di vignette satiriche in questi giorni), per giudizi arbitrali a volte confusi se non scandalosi, per un eccesso di nazionalismo televisivo nelle inquadrature, per la bassa qualità del cibo nel villaggio olimpico, per problemi falsi sulla giusta o meno partecipazioni di determinati atleti:ma Parigi 2024 sarà ricordata per l’alto valore delle prove sportive e per la grande sportività che ha caratterizzato tutti gli atleti(a parte il calcio con alcune manifestazioni isteriche e conflittuali totalmente estranee allo spirito olimpico).

Se lo spirito olimpico si è manifestato fulgido e splendente in questa edizione dei Giochi si deve solo ed esclusivamente agli atleti e agli spettatori: i primi hanno dato tutto e a volte anche di più, hanno pianto per la gioia delle vittorie e i record abbattuti o per la tristezza delle sconfitte o un infortunio; i secondi hanno applaudito il primo come l’ultimo, hanno fatto un tifo chiassoso e caldo in tutti i campi di gioco, dalla scherma al sollevamento pesi, passando dall’arrampicata sportiva alle regine atletica e nuoto, magari con punte di decibel tonitruante quando erano in competizione Les Bleus, gli atleti di casa.Sono state gare ad alto contenuto emozionale anche per gli atleti italiani, con le loro 40 medaglie (12 oro, 13 argento, 15 bronzo), con il record di 20 quarti posti e tantissimi piazzamenti entro i primi dieci: numeri che sanciscono una partecipazione italiana di assoluto valore e fanno da sprone per il futuro, nel senso del motto olimpico “Più veloce, più in alto, più forte”. E delle 12 medaglie d’oro 7 sono delle fortissime donne italiane.

Parigi 2024 ci ha regalato la prima medaglia della storia dei Giochi della Squadra olimpica dei rifugiati, la grande intuizione del Comitato internazionale olimpico insieme con l’ alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr): Cindy Ngamba, 25enne profuga camerunense, ha vinto il bronzo nella boxe, categoria fino ai 75 kg. “Sono solo un essere umano, come qualsiasi altro rifugiato. Ci sono rifugiati in tutto il mondo”, ha sottolineato Ngamba. “Voglio dire a tutti i rifugiati in tutto il mondo e ai rifugiati, che non sono atleti, che sono principalmente esseri umani che devono continuare a lavorare sodo e a credere in se stessi. Potete ottenere qualsiasi cosa vi prefiggiate”.

Cosa unisce tre medaglie d’oro italiane a questi Giochi? Roncadelle, ameno comune del bresciano, con circa 9.500 abitanti, che ha dato i natali a Anna Danesi, medaglia d’oro nella pallavolo, capitana della nazionale; a Giovanni De Gennaro, canoista medaglia d’oro nello slalom K1; ad Alice Bellandi, oro nella categoria 78 chilogrammi di judo. Questa cittadina, esempio di accoglienza e multiculturalità, con circa 1.300 cittadini residenti stranieri, annovera tra i suoi abitanti un quarto delle medaglie d’oro italiane. I roncadellesi fanno festa e attendono i loro campioni. Roncadelle è un esempio concreto di quella parcellizzazione sportiva italiana che ha portato medaglie in 19 diverse discipline.

Parigi sarà sempre ricordata anche per le lacrime di Gianmarco Tamberi, Gimbo per tutti. Lui è l’esempio di cosa vuol dire essere un campione olimpico.Incarna l’eroicità, e la sacralità antica dei campioni olimpici di “Olimpia”, che nella sconfitta sapevano di aver dato tutto per rispettare il pubblico che era lì, per osannarli quasi fossero dei. Oggi Gimbo è definitivamente entrato nella leggenda di “Olimpia”, dopo la storica vittoria di Tokyo 2020, purtroppo per colpa di calcoli renali traditori e infidi, che lo hanno debilitato privandolo della possibilità di difendere il suo alloro nel salto in alto. Parigi 2024 potrebbe essere l’ultima gara di Tamberi. Sarà menzionato per sempre come il campione di tutti, a cui solo la salute ha impedito di inseguire per la seconda volta quell’alloro dei grandi campioni di “Olimpia, Delfi. Nemea e Corinto”. Si cantino le lodi per Gianmarco Tamberi, campione!

I Giochi delle XXXIII Olimpiadi hanno quasi raggiunto la completa parità tra atleti donne e uomini.

Emblema di questo risultato oltre le divisioni è stata sicuramente Sifan Hassan, atleta olandese: nata etiope e rifugiata nei Paesi Bassi a 15 anni nel 2008, è cittadina olandese dal 2013. Sifan Hassan ha dimostrato, a chi ancora ne avesse bisogno, che nulla è precluso alle donne: ha vinto la medaglia di bronzo nei 5mila e nei 10mila metri e ha regalato all’Olanda la medaglia d’oro nella maratona, il tutto in 9 giorni. La maratona femminile è presente ai Giochi solo da Los Angeles 1984. Solo un atleta nei 128 anni di storia dei Giochi moderni è stato capace di vincere una medaglia nella stessa edizione nei 5mila, 10mila e maratona: e fu la “locomotiva umana”, il cecoslovacco Emil Zátopek, primo nelle tre gare a Helsinki 1952, conquistando però tre ori incredibili in 9 giorni. Mai nessuno c’è più riuscito. Oggi una donna ha detto che è possibile provarci!

Resteranno impresse le immagini del gigante buono cubano Mijaín López Núñez, che a 41 anni ha vinto il suo quinto oro consecutivo nella categoria dei pesi supermassimi nella lotta greco-romana.Pechino, Londra, Rio, Tokyo e ora Parigi ne hanno fatto non solo un mito dello sport olimpico cubano e mondiale, ma l’unico atleta ad esser stato capace di vincere un oro individuale per 5 volte di seguito. L’immagine di Mijaín López Núñez che il 6 agosto, al termine della finale per la medaglia d’oro, si sfila le scarpette da combattimento e le posiziona al centro della materassina, dichiarando così il suo ritiro dalle competizioni, è stato un momento commovente e iconico, colorato di una profonda aura di sacralità olimpica.

E ora, dal 28 agosto all’8 settembre Parigi accoglierà i XVII Giochi paralimpici estivi. Altre gioie, altre emozioni con lo squadrone italiano pronto a regalarsi successi in tutte le discipline paralimpiche.

Fonte: Sir
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