Sventola il tricolore
Dalla finale femminile degli Us Open alla vittoria di Fabio Aru alla Vuelta.
Queste ultime settimane sono state tra le più esaltanti vissute dal nostro sport da molti anni: e per una volta non ci riferiamo all’onnivoro calcio, ma a una serie di eventi che hanno fatto rinascere amori antichi negli italiani, verso discipline un tempo popolarissime che ora tornano in auge grazie ai suoi grandissimi mattatori. Intanto dobbiamo assolutamente fare un passo indietro ricordando l’impresa delle nostre tenniste eroine, Pennetta-Vinci, che ci hanno regalato una finale Us Open memorabile. Che poi abbia vinto la Pennetta, con tanto di annuncio di addio finale a fine stagione, non fa che coronare una stagione straordinaria, così come quella della sua amica-compagna, che in semifinale si era presa il lusso di battere un mostro sacro come la Williams. Mai nella storia l’Italia aveva potuto vantare una finale di Slam con due sue rappresentanti, ma quello che conta ancor di più è che nel momento finale le due ragazze, compagne di tanti successi anche in Confederation Cup, si siano abbracciate da vere amiche, segno che la competizione non annulla i sentimenti. E a proposito di sentimenti, uno di giubilo è arrivato dai milioni di appassionati di ciclismo vedendo trionfare Fabio Aru alla Vuelta al termine di una delle corse più emozionanti degli ultimi anni: il corridore sardo ha avuto la meglio su un mai domo Demoulin, macinando poderose pedalate sulle grandi salite iberiche e bissando, cinque anni dopo, l’impresa spagnola di Nibali: ora nel 2016 sarà proprio la grande sfida tra isolani, il sardo Aru e il siciliano Nibali, ad infiammare le strade di Giro e Tour.E poi c’è il basket: li abbiamo attesi per mesi, ci siamo persi in pronostici e congetture, ma poi a parlare è stata solo la dura legge del canestro: gli Europei itineranti, in programma in 4 Paesi e 5 città diverse, sono stati un successo, una gigantesca centrifuga in cui classe e tasso tecnico sono stati messi a dura prova da un agonismo sfrenato e una voglia di vincere feroce che a vo lte può far saltare il banco dei pronostici. Se ne sono accorti i nostri azzurri all’esordio con la Turchia, avversario tosto, ma assolutamente alla portata di una squadra partita con grandi ambizioni. Eppure siamo andati sotto da subito è costretti ad inseguire una rimonta che alla fine non è riuscita. Dopo la vittoria striminzita con l’Islanda, è cominciata la “remontada” azzurra, che poteva contare su un Alessandro Gentile ormai diventato fuoriclasse, da affiancare al formidabile tris Nba (Belinelli, Gallinari e Bargnani) con capitan Datome quasi subito out per infortunio, con coach Pianigiani capace di spronare i suoi ragazzi pur alle prese con un girone di ferro: dalla Germania padrone di casa, alla Serbia vicecampione del mondo, alla Spagna partita favorita che però ha rappresentato la svolta del nostro torneo, con un tandem Gallinari-Bellinelli stratosferici che hanno annichilito le furie rosse. Dal trionfo della tecnica al match vinto col cuore, all’ultimo respiro, contro i tedeschi, che ci hanno spalancato le porte degli ottavi, nonostante il passo falso finale con la Serbia. Ma al di là dell’esito finale, è stato un torneo bellissimo, con un tasso tecnico enorme, in cui finalmente l’Europa del basket ha accorciato sensibilmente le distanze con i giganti americani. Gare mozzafiato, gesti tecnici di grandissimo spessore, campioni che si riscattano dopo anni difficili: questo splendido mix ha permesso al pubblico italiano di tornare ad appassionarsi di uno sport magico, dove fino all’ultimo secondo l’incertezza regna sovrana sotto canestro.
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