Il canto, lo studio e la sua bella fede
La cantautrice Chiara Morelli ci racconta gli ingredienti essenziali della sua vita
Viso pulito, profondi occhi neri, sorriso luminoso. Così si presenta l’emergente cosentina, Chiara Morelli di quindici anni, che lo scorso 10 luglio ha pubblicato l’inedito “L’Universo” di cui è coautrice assieme ad Adriano Daledda. A rendere pregevole il lavoro, che fa da “apripista” all’album di prossima uscita “E capirai”, la collaborazione con il maestro Sauro Piana e con lo storico batterista e fonico dei Tazenda, Marco Garau.
L’Universo. Che cosa racconta?
Il singolo vuole esprimere due concetti fondamentali: per prima cosa l’amore e l’universo che in ognuno di noi “vive”. Sono due “brevi” parole nel suono che, però, racchiudono in sé dei concetti infiniti. Si parla, dunque, dell’esperienza del primo amore e, dell’amore in generale, di ciò che può trasmettere e può dare; e può avere molteplici significati. Alla luce degli ultimi mesi vissuti dall’intera umanità, con il mio nuovo singolo, spero di arrivare a chi mi ascolta, affinché non si spenga mai l’universo d’amore che vive in noi nonostante tutto, nonostante le umane delusioni.
A quando risale la genesi dell’inedito?
Abbiamo iniziato a lavorarci lo scorso anno e lo abbiamo ultimato negli ultimi mesi; un anno di lavoro non solo per “L’Universo”, ma per tutto l’album di prossima uscita di soli inediti, in cui sarò sia coautrice che autrice”.
Che cosa significa a 15 anni “fare musica”?
Per me, significa conoscere sé stessi. Per ciò che riguarda chi mi ascolta, significa fare in modo che possano ritrovarsi un po’ in ciò che scrivo, per conoscere una parte importante del nostro cuore ed essere in grado di tirarlo fuori attraverso la musica, senza avere paura, essendo consapevoli di chi siamo realmente, senza maschere. Ecco, il senso della musica credo che sia proprio questo: abbassare le maschere per essere autentici nei sentimenti.
Come gestisci l’emozione sul palco?
Per me, dopo un bel respiro, è importante entrare “nel palco” per comunicare Chiara che vuole dare un messaggio attraverso il canto.
Chi è Chiara?
Sicuramente ho fatto molte esperienze importanti, però, sono rimasta la stessa Chiara di sempre: spontanea, sincera, semplice e che ama mettere su carta ogni sensazione. Soprattutto, nelle lunghe e calde nottate estive.
Quest’impegno con la musica, senti che ti priva di qualcosa?
No, l’esatto opposto: sento che mi arricchisce. Certo, richiede un’organizzazione molto precisa delle giornate mie e dei miei genitori per conciliare tutti gli impegni: durante l’anno di mattina sono scuola a Rende. Nel pomeriggio, dedico delle ore allo studio scolastico e delle altre sia al pianoforte che al canto; da quest’anno, frequento il primo anno accademico al Conservatorio Tchaikovsky a Nocera Terinese (Lamezia Terme) per cui, spesso, siamo in viaggio. Naturalmente, cerco di ricavare del tempo per me stessa e per stare con le persone che amo.
Quale rapporto hai con fede?
Io ho un bellissimo rapporto con fede, anche perché sono nata per un’opera di fede, ossia per intercessione di Natuzza Evolo, che ho avuto modo di conoscere e, nonostante, la mia giovane età, per me lei è stata la mia madrina spirituale. Era una persona fantastica, di cui conservo ancora un ricordo indimenticabile, soprattutto, quando mi disse “cresci bella, forte, sana e intelligente”: sono parole che non dimentico mai. Un ricordo particolare riguarda il suo ultimo compleanno: io, piccolina piccolina, mi vado a sedere, intrufolandomi, in prima fila e lei era seduta proprio dietro di me; le ho passato un braccialetto che avevo comprato e lei me lo ha benedetto. Lo porto ancora con me. Mi sento legata a Dio e, in ogni cosa che faccio, chiedo costantemente l’aiuto del Signore, che mi ha da sempre portato avanti nei momenti difficili. Quando canto Lo sento molto vicino e Lo ringrazio per avermi dato un grande dono: anche con il canto si può fare del bene. E questo mi fa andare avanti, mi fa studiare con costanza e mi dà la carica giusta per conseguire i miei obiettivi.
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