Il progetto APATHES fa vincere all'Unical il primo Consolidator Grant
Il progetto, presentato dal professore Christian Vassallo, mira a rifare interamente la raccolta dei frammenti e delle testimonianze degli Stoici antichi pubblicata dal filologo tedesco Hans von Armin
Un progetto sui temi della filosofia antica, presentato da Christian Vassallo, docente di Storia della filosofia antica presso il dipartimento di Culture, educazione e società, ha fatto sì che l'Università della Calabria vincesse il primo Consolidator Grant finanziato dal Consiglio europeo della ricerca (Erc). I Consolidator Grants 2022 sono stati assegnati a 321 ricercatori di tutta Europa con un finanziamento per un valore totale di 657 milioni di euro e fanno parte del programma Horizon Europe dell’Unione europea. Dei 21 progetti selezionati che saranno realizzati in Italia, quello del professore Vassallo è l’unico del Centro Sud Italia. La sua proposta di ricerca-dal titolo Apathes - Assessing Philosophical Authors and Texts from Herculaneum and elsewhere on Early Stoicism: Insights into ancient logic, physics, and ethics towards a new von Armin- ha ottenuto il finanziamento massimo previsto per ogni Consolidator Grant, ovvero 2.000.000 di euro per 60 mesi. Lo abbiamo intervistato.
APATHES: Assessing Philosophical Authors and Texts from Herculaneum and elsewhere on Early Stoicism: Insights into ancient logic, physics, and ethics towards a new von Arnim è il titolo del suo progetto di ricerca ERC, me ne parli.
Il mio progetto (ERC-CoG 101086695-APATHES) mira a rifare interamente la raccolta dei frammenti e delle testimonianze degli Stoici antichi (Stoicorum Veterum Fragmenta) pubblicata a Lipsia dal grande filologo classico tedesco Hans von Arnim (1859-1931) circa centovent’anni fa. I tre volumi di quest’opera monumentale, infatti, uscirono tra il 1903 e il 1905. Ad essi si aggiunse poi, nel 1924, un quarto volume curato da Maximilian Adler, contenente gli indici generali. Mi lasci ricordare che Adler era un filologo classico ceco, il quale fu vittima della Shoah. Morì ad Auschwitz nel 1944. Non è una parentesi inutile né una divagazione. Il lavoro degli studiosi del mondo antico dei secoli XIX e XX è stato spesso segnato dalle tante tragedie della storia europea. Ma torno al progetto. Insieme all’epicureismo e allo scetticismo, lo stoicismo rappresenta una delle principali scuole filosofiche dell’età ellenistica nonché uno dei sistemi speculativi dell’antichità che ha esercitato, molto di più di quanto in genere si creda, un influsso enorme sugli sviluppi successivi del pensiero occidentale (basti solo pensare a Spinoza). Il fondatore della Stoa fu Zenone di Cizio (IV-III sec. a.C.). Zenone, il suo successore Cleante di Asso e soprattutto l’allievo di quest’ultimo, Crisippo di Soli, rappresentano i tre esponenti fondamentali della fase più antica di questa scuola. Ma lo stoicismo antico è costellato da tutta una serie di altri filosofi che non sempre hanno avuto l’attenzione che meritano. Mi lasci solo citare Diogene di Babilonia, uno dei principali allievi di Crisippo e quinto scolarca della scuola. Da anni preparo una nuova edizione dei frammenti di questo Stoico e ora sono particolarmente fiero di poter inserire il mio lavoro all’interno del nuovo von Arnim.
Che tipo di analisi verranno condotte sui papiri?
Una premessa è necessaria. Dei primi filosofi stoici conserviamo una serie oceanica di testimonianze indirette. Ma purtroppo le loro opere originarie si sono quasi interamente perdute, con alcune eccezioni: il meraviglioso Inno a Zeus di Cleante, tramandato da Stobeo, e alcuni testi di Crisippo (o della sua scuola) trasmessi dai Papiri di Ercolano. Nel mio progetto sono previste nuove edizioni critiche di due Papiri Ercolanesi: le Ricerche logiche di Crisippo (PHerc. 307) e l’ultima parte dell’opera Sulla pietà religiosa del filosofo epicureo Filodemo di Gadara (PHerc. 1428). Quest’ultimo testo è molto importante per la ricostruzione dossografica della teologia degli Stoici (che nel loro sistema è fisica, tout court). Mentre le Ricerche logiche di Crisippo rappresentano uno dei testi più complessi di logica stoica a noi pervenuti, insieme a un altro trattato (anch’esso molto probabilmente crisippeo) trasmesso dal PHerc. 1020. Von Arnim aveva contemplato queste opere nella sua raccolta, ma non aveva gli strumenti oggi a disposizione degli studiosi per decifrare nella loro interezza le parti superstiti di questi rotoli papiracei. Per quanto riguarda le testimonianze bio-dossografiche, il mio team lavorerà in sinergia con un altro ERC Grant incardinato presso l’Università di Pisa e l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR. Il team di quest’altro progetto, diretto dal Professor Graziano Ranocchia, sta lavorando da molto tempo alla ricostruzione della Rassegna dei Filosofi di Filodemo, che costituisce in pratica il primo ‘manuale’ di storia della filosofia della cultura europea. In esso sono conservate fondamentali notizie sulle vicende del primo stoicismo, non altrimenti note nemmeno attraverso le Vite di Diogene Laerzio. Mi lasci però dire che la tradizione papirologica dello stoicismo non si riduce alla biblioteca ercolanese. Anche i papiri greco-egizi giocano un ruolo importante, che va peraltro ben al di là della prima fase della Stoa (un esempio per tutti è dato da Ierocle, esponente del tardo stoicismo vissuto tra il I e il II secolo d.C., i cui Elementi di etica sono trasmessi da un papiro proveniente da Hermupolis Magna e conservato a Berlino: PBerol. inv. 9780 v). Infine, mi piace sottolineare che il mio progetto prevede studi specifici anche sulla tradizione manoscritta di alcuni autori che tramandano notizie capitali sugli Stoici antichi, nonché l’analisi, assente nel von Arnim, di testi epigrafici (come la famosa iscrizione di Diogene di Enoanda) e della tradizione araba.
Quali saranno le ricadute per la Storia della Filosofia Antica?
Da quanto detto finora, chiunque comprende che il nuovo von Arnim porterà a una vera e propria rivoluzione nello studio della filosofia antica, specialmente di quella ellenistica. In particolare, si metterà a disposizione degli storici della filosofia uno strumento indispensabile per approfondire una prospettiva sulla logica, la fisica e l’etica antiche alternativa, su molti punti, al platonismo e all’aristotelismo dominanti.
Il Suo progetto ha vinto il Consolidator Grant, come si è arrivati a questo risultato?
È universalmente noto che un ERC non può essere improvvisato. L’idea di un nuovo von Arnim era nata in me già quindici anni fa, quando ho iniziato a studiare un Papiro di Ercolano (PHerc. 1004) che trasmette un libro incerto del trattato di Filodemo Sulla retorica. Questo papiro mi ha portato fortuna, perché contiene informazioni importanti anche sui Presocratici e ha ispirato un altro filone di ricerca che ho sviluppato soprattutto in Germania, presso l’Università di Treviri sotto la guida del Professor Georg Wöhrle, e che ha riguardato la tradizione epicurea dei primi filosofi greci (The Presocratics at Herculaneum: A Study of Early Greek Philosophy in the Epicurean Tradition, Berlin-Boston: De Gruyter, 2021). Questo lavoro mi ha permesso di completare una parte importante di un altro grandioso risultato dell’Altertumswissenschaft tedesca: Die Fragmente der Vorsokratiker del celebre filologo classico Hermann Diels (1848-1922). Ebbene, in quel papiro ercolanese di cui parlavo conserviamo testimonianze fondamentali su Diogene di Babilonia e sullo stoico ‘eterodosso’ Aristone di Chio. Un segno del destino o, volendo usare un linguaggio stoico, del fato (in greco, heimarmene)!
L’Università della Calabria è l’unico ateneo del centro sud ad aver ottenuto il risultato, una soddisfazione per Lei ma anche per il campo degli studi umanistici. In genere si tende a parlare di più della ricerca in campo scientifico...
Sono certamente felice di aver dato un contributo all’immagine dell’Università della Calabria con questa impresa. Tuttavia, voglio precisare che ciò non ha nulla a che fare col futuro della mia carriera (la quale, quasi sicuramente, continuerà altrove) e dello stesso mio progetto. Ciò significa che l’Host Institution, con cui stipulerò il Grant Agreement, è ancora da definire. A questo proposito, mi lasci dire qualcosa che non è ancora emerso sulla stampa italiana, mentre ha avuto giustamente il suo spazio nelle pagine che mi hanno dedicato le massime testate giornalistiche tedesche. Faccio riferimento alla forte vocazione internazionale del progetto APATHES, nel quale sono coinvolte numerose università americane ed europee (da Notre Dame a Tübingen, dalla Columbia University a Bonn, e così via). Non posso non ricordare soprattutto il ruolo decisivo che ha giocato l’Institut für Altertumswissenschaften della Friedrich-Schiller-Universität Jena, dove sono attualmente Alexander von Humboldt-Gastprofessor. Senza il supporto dello staff amministrativo di Jena, le difficoltà più tecniche del progetto non sarebbero state così brillantemente superate così com’è accaduto, sebbene con sforzi enormi e dopo anni di durissima preparazione. In genere il largo pubblico viene attirato dai titoli reboanti e superficiali dei media, ma ai più sfugge che dietro risultati di questo tipo vi sono sacrifici difficilmente concepibili dai profani: sacrifici i cui inevitabili contraccolpi sulle vite personali degli scienziati forse nemmeno il prestigio di un ERC e la soddisfazione di un finanziamento milionario possono compensare.
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