Territorio
stampa

Stefania Rota ci racconta l'esperienza aziendale ereditata da papà Fernando

Il volto di un'azienda vicina alla gente

A Spezzano Piccolo la 'San Vincenzo' produce salumi di qualità e secondo tradizione

Stefania Rota

Concreta, generosa, appassionata. Ecco i tratti che emergono dalla personalità di Stefania Rota, discendente da una storica famiglia di mastri salumai, i cui eredi oggi hanno tirato su a Spezzano Piccolo, una fiorente realtà produttiva calabrese: ‘La San Vincenzo di Fernando Rota’. L’abbiamo incontrata nella sede di Confindustria Cosenza, nella doppia veste di imprenditrice e donna attiva nell’associazionismo datoriale, in cui riveste ruoli nevralgici di rappresentanza, sia da presidente della Sezione Agroalimentare Confindustria Cosenza e Consigliere della Sezione Agroalimentare Unindustria Calabria, sia più di recente da presidente del Consorzio Tutela e Promozione Salumi di Calabria DOP.

Ci racconti un po’ di lei.
Sin da bambina mi sono dedicata allo studio, conseguendo in fine la laurea in Legge. Ho superato l’esame da avvocato, però, avendo un’impresa familiare da mandare avanti, papà volle inserirmi in azienda. Era un periodo di crisi: così i miei genitori, i miei fratelli e io abbiamo impiegato ogni nostra energia per risollevarne le sorti. Oggi ‘La San Vincenzo’ continua a darci soddisfazioni in Italia e all’estero.

Che cosa porta nel cuore fra ricordi e insegnamenti di suo padre.
Nostro padre Fernando, morto quattordici anni fa, amava il territorio; sentimento che ci ha donato, anche se noi figli lo viviamo in chiave contemporanea. Mentre molti suoi coetanei salparono per le Americhe, lui puntò tutto sulla nostra terra producendo salumi di ottima qualità secondo tradizione. Così prese il via ‘La San Vincenzo di Fernando Rota’ (Vincenzo era il nome di mio nonno). Tra i ricordi più cari c’è il modo in cui lo chiamavo da bambina: ‘specchio mio’. E, in effetti, posso affermare di essere molto simile a lui.

Qual è il vostro segreto di successo?
Nostro padre aveva estrema fiducia nella sua gente e nel lavoro di squadra, così anche noi fratelli abbiamo cura dei dipendenti, che sono circa settanta, se escludiamo tutto l’indotto lavorativo territoriale che è capace di attrarre la nostra realtà aziendale: chi lavora per noi e con noi è parte della nostra famiglia. Il welfare, di cui si parla tanto, mio padre già lo metteva in pratica. Inoltre, è necessario avere cura per la scelta delle materie prime e per le certificazioni di qualità, costose ma fondamentali.

È stato difficile, come donna, fare impresa nell’agrolimentare?
Si vedono più donne ai vertici dell’agroalimentare. Ad esempio, riguardo alla nomina a presidente di Consorzio nel comparto dei salumi, siamo solo due le donne presidenti: una è la sottoscritta in Calabria, l’altra è quella del Consorzio del prosciutto di Modena. È faticoso conciliare la vita manageriale di una donna che è anche madre. A noi è richiesto di dimostrare quanto valiamo per non essere ‘invisibili’.

Quale il suo rapporto con la fede?
Sono credente. Credo che esista Dio, che è padre, che ci sta vicino e custodisce in ogni scelta di vita.

Il volto di un'azienda vicina alla gente
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento