Diocesi
A Cosenza le reliquie di Santa Bernadette
Le reliquie della Santa affidate all'Unitalsi arriveranno giorno 10 aprile alle ore 17.00 nel piazzale antistante la Chiesa Parrocchiale di Santa Teresa e verranno offerte alla venerazione dei fedeli fino a domenica 12 in diverse parrocchie della città
Giungeranno a Cosenza le reliquie di Santa Bernadette, l’umile pastorella che l’11 febbraio 1858, in una grotta di Lourdes, un paesino di montagna sperduto nei Pirenei francesi, vide la Vergine Maria.
Direttamente affidate all’Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati Lourdes Santuari Internazionali) giorno 10 aprile, con arrivo alle ore 17.00 nel piazzale antistante la Chiesa Parrocchiale di Santa Teresa, le reliquie di lembi dell’abito monacale della Santa, custodite in una preziosa teca, dopo la solenne accoglienza, verranno offerte alla venerazione dei fedeli.
L’Unitalsi di Cosenza ha generosamente lavorato per far si che questo importante evento religioso si svolgesse nella zona urbana di Cosenza, dove sono pure attese le rappresentanze dei fedeli appartenenti ai paesi della Diocesi.
Una rapida storia delle apparizioni di Lourdes è però necessaria.
La visione di Bernadette di “una Signora vestita di bianco”, poi nota come “Nostra Signora di Lourdes” correlata a prodigi non scientificamente spiegabili, fecero di Lourdes uno dei principali luoghi di pellegrinaggio per quanti professano la fede cattolica.
Nata in un’umile famiglia e di salute fragile, benchè analfabeta e quindi incapace di leggere il Catechismo, Bernadette era però dotata di forti sentimenti religiosi che le derivavano dall’armonia familiare, dove regnava l’amore reciproco fondato su una condivisa devozione religiosa.
Appena quattordicenne, la fanciulla (che gracile com’era appariva più piccola della sua età) ebbe la prima visione mentre raccoglieva legna da ardere nella grotta di Massabielle , un luogo putrido dove finivano gettati gli scarti e i rifiuti del vicino ospedale di Lourdes.
Bernadette descrisse ai suoi familiari la Signora che là aveva vista come “giovane e bellissima”, ma la cui identità le era sconosciuta.
Ovviamente non venne creduta e molti la presero per matta, infatti fu solo alla diciassettesima apparizione che la visione le si svelò; ma sino ad allora la fanciulla la indicò solo come “aquerò”, “quella là” in lingua occitana che era il suo dialetto.
La storia che Bernadette narrava presto creò scompiglio fra gli abitanti della cittadina; alcuni le credettero, altri no, benché molti già fossero quelli che la seguivano quando si recava alla Grotta di Massabielle per poter vedere anche loro la “Signora che vestiva un velo bianco, una cinta blu, una rosa dorata su ogni piede e nelle mani teneva un Rosario”, sperando di assistere a un miracolo.
Il contenuto delle diciotto visioni di Bernadette fu però costantemente semplice e focalizzato su due sole espressioni: necessità di preghiera e penitenza.
Alla tredicesima apparizione, quella del 2 marzo 1858, su invito della Signora, Bernadette si recò dal suo parroco per chiedere di costruire nella Grotta di Massabielle una piccola cappella e lasciare che da lì passassero le processioni.
Il sacerdote le chiese di dare un nome alla visione e Bernadette ripeté alla Signora le parole del parroco, la quale, durante la sedicesima apparizione avvenuta il 25 marzo, le rispose sempre in dialetto occitano di essere “l’Immacolata Concezione”: “Que soy era immaculada concepciou”, la cui dottrina era stata da poco promulgata da Papa Pio IX ma che non poteva essere certamente conosciuta dall’illetterata fanciulla.
Fu invece durante la nona apparizione che la Signora disse a Bernadette di venire a bere e a lavarsi alla sorgente, benché nella grotta non vi fosse acqua e il terreno fosse duro e roccioso.
La fanciulla fece quello che le era stato detto e, dopo che ebbe scavato con le mani, l’acqua scaturì dalla roccia miracolosamente, continuando a scorrere ancora oggi per alimentare le fontane e le vasche……
Questa veloce sintesi delle apparizioni di Lourdes, in tutto 18, vuole essere l’invito che l’Unitalsi rivolge a tutti i credenti a voler venire alla “Sorgente della Fede per bere e lavarsi”.
Come a Lourdes il 25 febbraio 1858, Bernadette sentì la Signora dirle” le dispiacerebbe…..di camminare sulle ginocchia….di baciare la terra…di mangiarsi quell’erba….per i peccatori?…..Vada alla sorgente a bere e a lavarsi…” e lei obbedì facendo questi gesti a fatica perché il luogo era sporco e l’acqua fetida, tanto che molti ne furono sconvolti e la derisero o insultarono, anche noi accogliamo l’invito che ci viene a rivolgere nella nostra Città Santa Bernadette per comprendere in pieno il significato dell’acqua di Lourdes:
ACQUA che ci ricorda l’amore di Cristo che donò la vita per i peccatori; ACQUA che rimanda al Sacramento del Battesimo che ci ha resi figli di Dio; ACQUA che ci invita a bere al Sacramento della Penitenza, nel quale Dio ci offre il Perdono, la Purificazione e la Riconciliazione.
Ed è proprio perché abbiamo tutti bisogno di rinascere, di essere perdonati, di essere purificati e di essere riconciliati che veniamo all’acqua delle parole di Gesù: “Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me” perché, come dice la Scrittura, “fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”.
Tutti noi, accogliendo le preziose reliquie, compiamo questo gesto di venerazione nella preghiera, con umiltà,
con carità, con calma e fiducia, perché è Dio che ci dà la Sua Grazia liberatrice e il Suo Amore purificatore.
Perché è ispirando il nostro comportamento a quello di Santa Bernadette – che fu canonizzata non tanto per essere stata oggetto delle apparizioni mariane, bensì per per la semplicità e santità della sua vita mortale – che ne onoreremo davvero le sue reliquie terrene.