Il Sito del Battesimo di Gesù

Giovanni Evangelista conferma nel suo Vangelo che la vicenda storica avvenne proprio in Betania
Il Sito del Battesimo di Gesù Cristo è uno dei luoghi più importanti al mondo per i cristiani. Sono tante le tradizioni storiche che lo collegano a molti eventi biblici. Le Sacre Scritture narrano che la gente si recava in Giordania per farsi battezzare da Giovanni Battista, muovendosi da Gerusalemme, dal Regno di Giuda e da altri paesi limitrofi. Il fiume Giordano viene menzionato tante volte nella Bibbia e la parola “Giordano” si riferisce ad un pendio, lungo il quale scorre l’omonimo fiume. Giosuè guidò il suo popolo attraverso il Giordano fino a giungere a Gerico (Giosuè 1-5). Elia, uno dei profeti principali dell’Antico Testamento, fu mandato da Dio a salvare il suo popolo dai falsi idoli, venendo perseguitato da Acab, re d’Israele. Crescendo Dio gli ordinò di andare a vivere in quei territori che oggi coincidono con la Giordania. Nel secondo libro dei Re si narra che Elia, accompagnato dal suo successore Eliseo, camminava da Gilgal a Betel e da Betel a Gerico. Giunti in quest’ultima località si avvicinarono al fiume Giordano, Elia fermò la corrente d’acqua ed entrambi passarono attraverso di essa, andando verso la riva orientale. Improvvisamente apparvero un carro e dei cavalli di fuoco ed Elia venne portato in cielo. Eliseo prese il mantello caduto al profeta durante il suo movimento ascensionale, e ricevette lo spirito del suo maestro. Con l’indumento Eliseo fu in grado di guadare il corso d’acqua fino alla riva occidentale (2Re 2, 1). Anche Davide valicò il Giordano al tempo della ribellione di Absalom, fuggendo precipitosamente da Gerusalemme e stabilendosi a Mahanaim (2Sam 9-20). E ancora, Naaman, grande capitano dell’esercito dei Siri, ammalato di lebbra, si recò dal profeta Eliseo, con la speranza che quest’ultimo potesse guarirlo dalla sua grave malattia. Eliseo, allora, chiese a Naaman di bagnarsi sette volte nel Giordano per essere guarito (2Re 5,1-19). Secondo il Vangelo di Luca un angelo profetizzò a Zaccaria che Giovanni Battista sarebbe andato, con lo spirito e la potenza di Elia, davanti al Messia “per volgere i cuori dei padri ai figli e i ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore un popolo ben disposto” (Luca 1:17). Secondo la tradizione biblica, il Battista arrivò proprio nel luogo da cui Elia fu portato in cielo, ad est del fiume Giordano di fronte a Gerico, e lì visse in una semplice grotta battezzando i credenti. Questi tre eventi, l’ascensione di Elia al cielo, Eliseo che ricevette il mantello di Elia e l’inizio del ministero di Giovanni Battista, sono avvenuti tutti in un luogo noto come Colle di Elia, circondato, ancora oggi, da canne e da piante di Yanbout, in grado di fornire l’habitat ideale alle api che producono miele bianco selvatico. Sono proprio le Scritture che danno evidenza dell’ambiente, del vestiario e del cibo di Giovanni Battista. Nel Vangelo secondo Matteo apprendiamo che Gesù cominciò a parlare alle folle di Colui che gli preparò la via dicendo: “Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re!” (Mt 11, 7-8). Sempre Matteo ci narra che “Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; e confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano” (Mt 3-6). Sono stati fatti grandi sforzi da parte del Regno Hascemita di Giordania per preservare il sacro sito del battesimo, mantenendolo il più possibile simile a quello frequentato da Giovanni Battista e da Gesù Cristo. Quest’intento è stato perfino ribadito nello statuto della Commissione Reale, responsabile di questo santo ambiente, presieduta da S.A.R. il principe Ghazi bin Muhammad, capo di Sua Maestà il Re Abdullah II, Consigliere per gli affari religiosi e culturali e inviato personale del sovrano. Storicamente, molti pellegrini parlarono di una sorgente accanto alla grotta nella quale visse Giovanni Battista, ed è risaputo che le canne crescono effettivamente là dove c'è molta acqua. La sorgente accanto al Colle di Elia non è più visibile oggi, ma se si segue il suo percorso lungo la Valle Santa, in direzione del fiume Giordano, si possono vedere i resti di molte celle eremitiche, una stazione per pellegrini e una grande vasca per il battesimo. Proseguendo lungo il sentiero, vicino al bacino idrografico del fiume Giordano, si può passeggiare tra gli alberi di tamerici e lungo il sentiero della sorgente, arrivando in uno dei luoghi più santi per i cristiani: il sito in cui Giovanni incontrò e battezzò Gesù. Nel Vangelo di Marco si legge che “Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato da Giovanni nel Giordano” (Mr 1,9). Il Figlio di Dio, lasciata Nazareth, partì per Scitopolis (Beisan), trascorse la notte a Pella, riprese il viaggio il giorno dopo e giunse sulla sponda orientale del Giordano, raggiunse Betania oltre il fiume e si recò da Giovanni per ricevere il battesimo. La tradizione vuole che Giovanni Battista battezzò il Messia sulla sponda orientale del torrente, nel punto in cui quest’ultimo s’intersecava con la Via Regia. Si ritiene che questo punto sia lo stesso attraversato dagli ebrei e che, di conseguenza, ci sia una connessione tra questo passaggio e il battesimo di Cristo. Questo sito, ancora oggi, è noto come “Al-Maghtas” (Sito del Battesimo di Gesù). Giovanni Evangelista conferma che la vicenda si svolse in Betania (“Questo avvenne in Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando” (Gv 1, 28)), mentre Marco sostiene che, quando Gesù uscì dall’acqua, si udì una voce dal cielo dire “Tu sei il Figlio mio prediletto, in te sono compiaciuto” (Mc 9, 11).  Verso la fine del V secolo, l’imperatore Anastasio I (490-518) volle ricordare il battesimo di Cristo, ordinando la costruzione dentro il Giordano di una colonna sormontata da una croce, in seguito restaurata da Giustiniano (527-565). Dalla sponda orientale del fiume si dirama un ruscello, che scorre per tre chilometri tra le colline e si ricongiunge poi al fiume stesso. Vicino ad esso c’è un cerchio da cui fuoriesce acqua e che simboleggia il monastero, fondato a Wadi Kharrar nel 500 d.C. per onorare il Battista e per fare memoria dell’ascensione di Elia. Fu rinvenuto nel 1995 dall’archeologo francescano, Padre Michele Piccirillo, sulla via principale dei pellegrini che connette Palestina e Giordania. Anche questo luogo è identificato come “Betania oltre il Giordano”. Nei pressi del famoso sito si trovano i resti di cinque chiese dall’architettura unica e un battistero di forma cruciforme. Nel corso della storia, il verificarsi di inondazioni e terremoti ha reso necessaria la costruzione di più edifici di culto in quest’area. Una leggenda narra che Santa Maria d'Egitto, dopo una giovinezza sregolata condotta ad Alessandria, udì una voce che la esortò ad attraversare il Giordano per trovare la pace. Seguì il consiglio e arrivò sulla sponda orientale dove visse come eremita per 47 anni. Optò per un’esistenza all’insegna della preghiera, del digiuno e della più completa penitenza nel deserto di Giovanni. C'è ancora una cappella a lei dedicata, che può essere visitata nel monastero greco-ortodosso. Il sito del battesimo di Gesù è commemorato dagli ebrei poiché è da qui che Giosuè, successore di Mosé, portò la stirpe israelita nella Terra Promessa, mentre è della massima importanza per i cristiani perché il cristianesimo come fede è iniziato qui, appena ad est del Giordano. È di grande rilevanza anche per i Musulmani, perché i profeti e i messaggeri, che vissero nel sacro luogo del battesimo, o semplicemente l’oltrepassarono, vengono menzionati nel Corano. Infine, da questo luogo sono partiti alcuni tra i più grandi messaggi sparsi per il mondo: il “Messaggio di Amman”, che proclama l’appello alla tolleranza e all’unità del mondo islamico, e la “Settimana mondiale dell’armonia interreligiosa”, che intende proclamare la concordia tra più credi per un’intera settimana. Il sito del Battesimo, sacro per la tradizione abramitica, è diventata la sede a partire dalla quale è possibile costruire ponti di amore e di pace.