A Paola la Giornata di studi dedicata ai Pensatori minimi nella prima modernità filosofica e scientifica

Giornata di studi dedicata ai Pensatori minimi nella prima modernità filosofica e scientifica. L'evento, svoltosi lo scorso 22 settembre, è stato promosso dalla Fondazione San Francesco di Paola Onlus 

Mercoledì 22 settembre si è tenuta una giornata di studi dedicata ai Pensatori minimi nella prima modernità filosofica e scientifica nella Sala Convegni del Santuario San Francesco di Paola. L’evento è stato promosso dalla Fondazione San Francesco di Paola ONLUS e si è distinto per la collaborazione di autorevoli istituzioni accademiche come il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria, l’Università Iuav  di Venezia, il Centre Saint-Louis dell’Institut Français, la Pontificia Università Lateranense e l’Istituto del Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee del CNR. Due sono state le sessioni che hanno scandito le diverse fasi della giornata. I saluti del Molto Reverendo Padre Francesco Trebisonda, Correttore Provinciale e Presidente della Fondazione San Francesco di Paola, hanno dato inizio ai lavori il cui proposito è stato quello di indagare il delicato rapporto tra fede e ragione nell’economia del discorso di alcuni tra i più rilevanti pensatori minimi. Emblematico il titolo della relazione del Prof. Domenico Bosco dell’Università Cattolica di Milano: “Verità delle scienze e verità della fede. Marin Mersenne e l’apologetica del suo tempo”. Il suo contributo ha svelato le ambiguità riguardanti il testo di Mersenne, attraverso una chiave interpretativa che ha permesso di collocarlo nel contesto culturale del XVII secolo e ha consentito svelare un’apologetica indiretta secondo cui “le scienze educano allo spirituale”; ecco la meta dell’opera di Mersenne. “Mersenne: la ‘misura delle passioni” e “Mersenne objecteur di Descartes”, sono stati i titoli delle relazioni del Prof. Claudio Buccolini del CNR, ILIESI, e del Prof. Leonardo Messinese della Pontificia Università Lateranense. Tali interventi hanno contribuito a gettare luce sulla testualità di Mersenne e ad approfondire il senso della sua indagine scientifica. E così di scienza, sperimentazione prospettica, anamorfismo, catrottica si è occupata la relazione del Prof. Agostino De Rosa dell’Università Iuav di Venezia. Mercoledì 22 settembre si è tenuta una giornata di studi dedicata ai Pensatori minimi nella prima modernità filosofica e scientifica nella Sala Convegni del Santuario San Francesco di Paola. L’evento è stato promosso dalla Fondazione San Francesco di Paola ONLUS e si è distinto per la collaborazione di autorevoli istituzioni accademiche come il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria, l’Università Iuav  di Venezia, il Centre Saint-Louis dell’Institut Français, la Pontificia Università Lateranense e l’Istituto del Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee del CNR. Due sono state le sessioni che hanno scandito le diverse fasi della giornata. I saluti del Molto Reverendo Padre Francesco Trebisonda, Correttore Provinciale e Presidente della Fondazione San Francesco di Paola, hanno dato inizio ai lavori il cui proposito è stato quello di indagare il delicato rapporto tra fede e ragione nell’economia del discorso di alcuni tra i più rilevanti pensatori minimi. Emblematico il titolo della relazione del Prof. Domenico Bosco dell’Università Cattolica di Milano: “Verità delle scienze e verità della fede. Marin Mersenne e l’apologetica del suo tempo”. Il suo contributo ha svelato le ambiguità riguardanti il testo di Mersenne, attraverso una chiave interpretativa che ha permesso di collocarlo nel contesto culturale del XVII secolo e ha consentito svelare un’apologetica indiretta secondo cui “le scienze educano allo spirituale”; ecco la meta dell’opera di Mersenne. “Mersenne: la ‘misura delle passioni” e “Mersenne objecteur di Descartes”, sono stati i titoli delle relazioni del Prof. Claudio Buccolini del CNR, ILIESI, e del Prof. Leonardo Messinese della Pontificia Università Lateranense. Tali interventi hanno contribuito a gettare luce sulla testualità di Mersenne e ad approfondire il senso della sua indagine scientifica. E così di scienza, sperimentazione prospettica, anamorfismo, catrottica si è occupata la relazione del Prof. Agostino De Rosa dell’Università Iuav di Venezia. Essa ha dato inizio alla sessione pomeridiana. Il titolo completo dell’intervento di De Rosa è stato: “Il pensiero configurativo di Jean-François Niceron, tra sperimentazione prospettica e riflessione filosofica”. Particolarmente interessante è stata la riflessione proposta sulle anamorfosi che si trovano nel convento di Santa Trinità dei Monti in Roma, nei corridoi superiori del piano nobile. L’anamorfosi considerata come “magia artificiale” condusse anche Emmanuel Maignan a dipingere il san Francesco di Paola orante ai piedi di un albero. Maignan e le relazioni formali sono stati i temi principali dell’intervento curato dal Prof. Luca Parisoli dell’Università della Calabria dal titolo: “Matematica e ontologia vicende dell’infinito in Maignan”.  Secondo Parisoli, Maignan è “un pensatore metafisico dell’infinito attuale, molto più abile nella critica verso la concezione standard dell’infinito che nella costruzione positiva della sua concezione”. Eppure, il suo Cursus philosophicus (1673) costituisce un tentativo, tutto barocco, di concettualizzare l’infinito attuale in una prospettiva disarmonica ma non escludente, laddove metafisica, ontologia, matematica si confondono creando un unicum capace ancora di sbalordire il lettore contemporaneo. La relazione conclusiva dal titolo: “Maignan. Saguens e la spiegazione fisica dell’Eucaristia. Nuovi documenti dall’Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede” è stata curata dal prof. Jean-Robert Armogathe, dell’Ecole Pratique des Hautes Etudes-Sorbonne Paris. Armogathe ha ribadito come la spiegazione fisica dell’Eucarestia, in questi pensatori, possa darsi solo in una convinta accettazione di un paradigma di razionalità non classica capace di dimostrare la logica di Dio nell’Amore. A moderare questa giornata di studi è stata Carmela Maria Spadaro dell’Università Federico II di Napoli. Particolarmente interessante è stata la riflessione proposta sulle anamorfosi che si trovano nel convento di Santa Trinità dei Monti in Roma, nei corridoi superiori del piano nobile. L’anamorfosi considerata come “magia artificiale” condusse anche Emmanuel Maignan a dipingere il san Francesco di Paola orante ai piedi di un albero. Maignan e le relazioni formali sono stati i temi principali dell’intervento curato dal Prof. Luca Parisoli dell’Università della Calabria dal titolo: “Matematica e ontologia vicende dell’infinito in Maignan”.  Secondo Parisoli, Maignan è “un pensatore metafisico dell’infinito attuale, molto più abile nella critica verso la concezione standard dell’infinito che nella costruzione positiva della sua concezione”. Eppure, il suo Cursus philosophicus (1673) costituisce un tentativo, tutto barocco, di concettualizzare l’infinito attuale in una prospettiva disarmonica ma non escludente, laddove metafisica, ontologia, matematica si confondono creando un unicum capace ancora di sbalordire il lettore contemporaneo. La relazione conclusiva dal titolo: “Maignan. Saguens e la spiegazione fisica dell’Eucaristia. Nuovi documenti dall’Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede” è stata curata dal prof. Jean-Robert Armogathe, dell’Ecole Pratique des Hautes Etudes-Sorbonne Paris. Armogathe ha ribadito come la spiegazione fisica dell’Eucarestia, in questi pensatori, possa darsi solo in una convinta accettazione di un paradigma di razionalità non classica capace di dimostrare la logica di Dio nell’Amore. A moderare questa giornata di studi è stata Carmela Maria Spadaro dell’Università Federico II di Napoli.