A tavola con San Francesco di Paola

Povera, essenziale, variegata e priva di grassi. Sono queste le caratteristiche principali dell'alimentazione quaresimale dell'eremita paolano. Uno stile di vita semplice prescritto anche nel quarto voto dell'Ordine religioso da lui fondato e che oggi può rappresentare una risposta cristiana ai bisogni spirituali della cultura consumistica.

Un regime alimentare sobrio e austero quello che San Francesco di Paola adottò nella sua vita. Una Regola che ancora oggi viene rispettata, con qualche modifica dettata dai tempi moderni, dai frati dell’Ordine da lui fondato. Pasti quaresimali senza carne, nè formaggi, nè latte, nè derivati. Una dieta povera di grassi ma ricca di proprietà salutari per l’organismo. Un’alimentazione che oggi definiremmo “vegetariana”, ma che in realtà è legata alla spiritualità del Santo. Un tema questo trattato ampiamente da don Daniele De Rosa, sacerdote di Vicenza, di origini calabresi nel volume “San Francesco di Paola, il profeta dell’essenziale” edito da Progetto 2000.

“Il vitto di strettissimo magro è una delle componenti essenziali e più evidenti della figura di questo Santo”.

San Francesco di Paola, profeta dell’essenziale anche nell’alimentazione. Perché?

Perché l’amore di Dio, incontrato attraverso Cristo, è l’essenziale della sua vita. Perciò San Francesco relativizza tutti i beni materiali, quindi anche il cibo, perché è l’amore di Dio ciò che basta alla sua vita. E il cibo è visto nell’ottica del raggiungimento di questo amore per Dio. Questo significa che chi pone al centro della propria vita l’amore per Dio e per il prossimo arriva ad un corretto rapporto con le cose: non le idolatra, non fa dei beni materiali lo scopo della propria esistenza, ma utilizza tutte le cose come mezzo per raggiungere questo amore per Dio e per il prossimo. In questo il Santo paolano è stato profeta ed è attuale per noi oggi in una società consumistica, che ha fatto dell’accumulo delle cose il fine essenziale del proprio essere.

Cosa lega l’alimentazione alla vita spirituale?

Il legame tra alimentazione e vita spirituale non è tipica solo della tradizione cristiana. Molti santi cristiani hanno scelto l’astinenza dalle carni: naturalmente i Padri del deserto, come Sant’Antonio Abate, San Basilio Magno; più vicino a noi San Filippo Neri, Santa Teresa d’Avila, San Giovanni Bosco. Questi santi sanno che l’astinenza dalle carni, che sono cibi molto nutrienti, aiuta tutta la persona a rimanere più leggera, a non accontentarsi della soddisfazione materiale e ciò predispone la persona ad aprirsi a Cristo, il cui amore è l’unica ricchezza e l’unico vero cibo.

E in  San Francesco?

Il ruolo del cibo nella spiritualità del Santo taumaturgo è centrale. I suoi contemporanei rimanevano colpiti dalla sua alimentazione semplice ed umile. Pretendeva che chi si recava da lui, durante i giorni di permanenza nei suoi eremi, condividesse il suo stile alimentare. Per comprendere l’importanza dell’alimentazione nell’eremita di Paola occorre rifarsi al contesto ecclesiale e sociale del XV secolo, che è un secolo in cui la Chiesa è mondanizzata, dove i vescovi, i preti e i religiosi non sono testimoni di una vita dedicata a Dio e al prossimo. Uno dei segni della mondanizzazione era la richiesta alla Santa Sede, da parte di molto ordini religiosi, di essere esentati, durante la Quaresima, dal digiuno previsto in preparazione alla Pasqua. Per Francesco questo disimpegno nel vivere il digiuno quaresimale era un’ulteriore segno della mondanizzazione della Chiesa: anche in chi doveva rappresentare in modo particolare il Vangelo agli occhi della gente, come i religiosi, si era perso lo spirito di dedizione e di sacrificio. Perciò San Francesco assume il vitto di strettissimo magro come segno di conversione e di  ritorno al primato dell’amore di Dio. Forse in questo stile di alimentazione l’eremita si ispira al monachesimo calabro-orientale presente ancora in regione, è una ipotesi da studiare; di fatto l’ascetica alimentare di San Francesco di Paola richiama il monachesimo cristiano orientale e le prescrizioni alimentari proposte ancora oggi dalla Chiesa ortodossa proprio nel tempo di Quaresima.

La regola dell’Ordine di San Francesco prevede il voto quaresimale perpetuo. In cosa consiste?

Il quarto voto di vita quaresimale consiste, per chi entra nell’Ordine dei Minimi, nella promessa solenne di nutrirsi dei soli cibi previsti nelle regole antiche dalla Chiesa per il tempo di Quaresima, ossia niente carne e suoi derivati, latticini, uova e grasso animale sia dentro che fuori il convento. E’ uno stile di vita che copre tutta l’esistenza del frate minimo. Tutto questo come segno esterno concreto di un desiderio tutto interiore di ritorno a Dio. San Francesco fa questa proposta, con una certa libertà, anche ai laici che desiderano vivere la spiritualità quaresimale. L’Ordine ebbe subito un certo successo, diffondendosi in molte nazioni europee. Quella del nostro Santo è una proposta attuale, perché è una proposta di riforma, ed oggi viviamo in un tempo di rinnovamento ecclesiale. La spirtitualità quaresimale e penitenziale di San Francesco di Paola e del suo Ordine dei Minimi, ricorda a tutti che noi cristiani siamo peccatori ad abbiamo sempre bisogno di conversione.

Quali sono i principali cibi che prevede la regola di San Francesco?

Nelle Regole il Santo propone di non nutrirsi della carne e dei derivati della carne (latte, formaggi, uova e grasso animale). Non specifica altri cibi di cui nutrirsi. Dai processi di canonizzazione, però, si comprendono gli alimenti di cui l’eremita si nutriva: vegetali vari come fave, ceci, piselli, lattuga, minestre di legumi, pane, frutta come fichi, castagne, melograni, noci, prugne, acqua fresca, qualche sorso di vino, quando stava male interrompeva questa dieta e si nutriva di pesce. Nelle Regole per i suoi frati prescrive appunto il pesce, a condizione che sia molto semplice, e di poter nutrirsi di carne in caso di malattia grave e con prescrizione del medico. Quindi è una Regola severa ma temprata dalla carità e dalla misericordia.

Nel corso del tempo nell’Ordine dei Minimi la regola quaresimale ha subito però dei cambiamenti… 

La Regola ha subito dei cambiamenti dopo il Concilio Vaticano II, negli anni ’80 del secolo scorso, con un “aggiornamento” delle prescrizioni date dal Santo, come la possibilità di cibarsi dei latticini e di tutti i derivati della carne ed una maggiore libertà per i frati di cibarsi di carne quando sono fuori convento.

Come leggere la scelta fatta dal Santo calabrese sull’alimentazione alla luce di ciò che ha detto Papa Francesco nella Laudato Si’?

Papa Francesco ha voluto aprire la coscienza cristiana alla questione del rapporto con la creazione. La figura di San Francesco di Paola può dare un contributo ad approfondire questo legame. L’eremita paolano riassume in sè tutta l’antropologia dei Padri del deserto. Questa antropologia afferma che la creazione si riconcilia con l’uomo, quando l’uomo sviluppa nel rapporto con le cose e con le creazione un relazione fondata sull’umiltà e sulla mansuetudine, vincendo le proprie passioni interiori di dominio ed egoismo. Dalla Vita dell’anonimo, il primo biografo di San Francesco, sappiamo che un cerbiatto lo avvicinava e lo seguiva ovunque. La bestiola lo faceva perché si fidava di Francesco, non trovava in lui un pericolo, ma mitezza. Questo rapporto con gli animali è legato alla sua alimentazione, perché nutrendosi di soli vegetali non uccideva gli animali, non si rapportava all’insegna della violenza con la creazione, e perciò le creature stesse riconoscevano in lui un cuore rinciliato con la creazione, perché innanzitutto riconciliato con il Creatore e con il suo progetto d’amore sul mondo.

Cosa pensa delle associazioni cattoliche vegetariane che hanno scelto come patrono San Francesco di Paola?

San Francesco di Paola può essere fonte di una riflessione teologica e spirituale del ruolo dell’ascesi alimentare nel rapporto con Dio, con il prossimo e con la creazione stessa. Per me è stato così. Incontrando questo Santo ho riscoperto nella mia vita i benefici dell’astinenza e del digiuno nella mia vita di cristiano, come segno di amore per Dio e di sobrietà nella mia vita.