“Accoglienza verso le famiglie ferite”

Ripresa delle udienze generali nell'Aula Paolo VI dopo la pausa estiva. Il Papa ha dedicato la sua catechesi alle famiglie ferite, in particolare ai divorziati risposati. Un tema caldo e su cui la Chiesa, a cavallo tra due Sinodi, sta riflettendo da tempo.

“In questi decenni, in verità, la Chiesa non è stata né insensibile né pigra. Grazie all’approfondimento compiuto dai Pastori, guidato e confermato dai miei Predecessori, è molto cresciuta la consapevolezza che è necessaria una fraterna e attenta accoglienza, nell’amore e nella verità, verso i battezzati che hanno stabilito una nuova convivenza dopo il fallimento del matrimonio sacramentale; in effetti, queste persone non sono affatto scomunicate: non sono scomunicate!, e non vanno assolutamente trattate come tali: esse fanno sempre parte della Chiesa”. Parola di papa Francesco, che riprende il cammino delle udienze generali trattando il tema delle famiglie ferite. Il lungo percorso di riflessione della Chiesa sulle urgenze attuali del Sinodo della famiglia. L’accoglienza dei divorziati risposati e l’accesso alla comunione sacramentale, l’atteggiamento dei Pastori e le sfide future. Se ne parla da tempo, e già i Papi precedenti avevano dato attenzione all’argomento – ammette Bergoglio. Ora, però, siamo a cavallo tra due Sinodi particolari. Il primo, straordinario, si è celebrato nello scorso anno, e ha consentito di sviluppare una interessante fase di riflessione. Il secondo vedrà la luce il 4 ottobre prossimo, per quindici giorni di dibattiti. Nel frattempo, grazie ai questionari mandati dal Vaticano, tutte le diocesi sono state coinvolte in questo lavoro di riflessione. “E’ necessaria una fraterna e attenta accoglienza” – ricorda Francesco. Citando Benedetto XVI a proposito dei divorziati risposati, il Papa ha formulato il suo personale e della Chiesa “invito dei Pastori a manifestare apertamente e coerentemente la disponibilità della comunità ad accoglierli e a incoraggiarli, perché vivano e sviluppino sempre più la loro appartenenza a Cristo e alla Chiesa con la preghiera, con l’ascolto della Parola di Dio, con la frequenza alla liturgia, con l’educazione cristiana dei figli, con la carità e il servizio ai poveri, con l’impegno per la giustizia e la pace”.

“La Chiesa sa bene che una tale situazione contraddice il Sacramento cristiano” – ha detto Bergoglio con riferimento a chi vive una nuova unione. “Tuttavia il suo sguardo di maestra attinge sempre da un cuore di madre; un cuore che, animato dallo Spirito Santo, cerca sempre il bene e la salvezza delle persone. Ecco perché sente il dovere, «per amore della verità», di «ben discernere le situazioni»”. Altro tema chiave, nella dialettica intraecclesiale. Discernere tra le situazioni. In molti ne hanno parlato, nei mesi scorsi. Di certo, una parte importante del prossimo Sinodo. “Così si esprimeva san Giovanni Paolo II, nell’Esortazione apostolica Familiaris Consortio (n. 84), portando ad esempio la differenza tra chi ha subito la separazione rispetto a chi l’ha provocata. Si deve fare questo discernimento”.

Paterno, lo sguardo di Francesco. Una esortazione ai fedeli, che questa mattina, a causa del caldo pesante, hanno potuto assistere alla catechesi del Papa nell’aula Paolo VI. “Se poi guardiamo anche questi nuovi legami con gli occhi dei figli piccoli – e i piccoli guardano –, con gli occhi dei bambini, vediamo ancora di più l’urgenza di sviluppare nelle nostre comunità un’accoglienza reale verso le persone che vivono tali situazioni. Per questo è importante che lo stile della comunità, il suo linguaggio, i suoi atteggiamenti, siano sempre attenti alle persone, a partire dai piccoli. Loro sono quelli che soffrono di più, in queste situazioni”. Il Papa, allora, concludendo la sua catechesi in italiano, ha invitato a guardare all’icona del buon pastore, colui che dà la vita per le pecore. Per questo, Francesco ha additato ai fedeli stessi l’atteggiamento del pastore, invitando all’accoglienza e all’apertura verso l’altro.