Accogliere i migranti per vivere una giornata nel segno della carità e della misericordia

I volontari dell'associazione Madonna del Rosario Onlus, nel giorno della canonizzazione di Madre Teresa, al porto di Corigliano per fornire vestiario e assistenza allo sbarco di più di ottocento migranti

Ancora sulla banchina del porto di Corigliano per assistere operosi all’ennesimo sbarco dei nostri fratelli migranti. Ancora in prima linea per servire, raccontare, dare un piccolo contributo proprio nel giorno in cui la Chiesa universale canonizza Madre Teresa, una “dispensatrice di misericordia”. Forse non sarebbe nemmeno necessario precisare quanti sono e da dove vengono ma, per dovere di cronaca, vi diremo che a bordo della nave “Vos Chablis” di Singapore erano ammassate 833 persone (742 uomini e 80 donne, alcune della quali in attesa, 11 bambini accompagnati e 50 minori) provenienti in gran parte dall’Africa (Senegal, Nigeria, Libia, Magrebh) e con un bel numero di bengalesi. In viaggio da chissà quanti giorni, con un carico di stanchezza, paura, angoscia mescolati con un mix di speranza, gioia e fiducia per la nuova meta conquistata, che per loro segna (dovrebbe) l’inizio di una nuova vita. Vita che noi abbiamo incrociato per un giorno grazie al servizio di assistenza e accoglienza che abbiamo potuto svolgere insieme all’associazione di volontariato e protezione civile Madonna del Rosario Onlus di Mendicino, che per la settima volta si è adoperata nella distribuzione di vestiti, intimo e scarpe.

Un’altra giornata di servizio, carità e misericordia per i volontari dell’associazione che, guidati dal parroco don Enzo Gabrieli e dal suo vice don Gino Gulizia, dall’alba di domenica scorsa e fino alla tarda serata, sono stati in primissima linea, insieme a carabinieri, polizia, personale sanitario, e volontari della Croce Rossa ad assistere e dare il benvenuto a chi, dopo tanti giorni in mare, ha messo piede nel nostro paese. “Abbiamo cercato di regalare un sorriso e dare il nostro piccolo contributo” ci ha raccontato Pruschiana, una volontaria, stremata, ma felice, dopo una lunga giornata di lavoro. “Non ci sentiamo eroi – ha precisato Mauro – ma ci siamo impegnati al massimo per rivestire questi nostri fratelli, per ridargli dignità”. Si perché sono tanti, anzi tutti, quelli che scendono a terra senza scarpe e molti senza addosso neanche una t-shirt. Così dopo aver ricevuto le prime visite mediche ed aver consumato il pasto offerto dalla Croce Rossa, i migranti si recavano sotto il gazebo della nostra associazione per sostituire il pantalone lacero, avere una maglietta pulita e mettere sotto i piedi un paio di ciabatte.

A riassumere l’impegno dei volontari e del momento storico sono poi arrivate le parole di don Enzo Gabrieli, presidente dell’associazione di volontariato, che ha sottolineato come si stia “cercando di fare quello che si può per una folla enorme di persone ferite, stanche, così come le vedeva Gesù. Oggi Papa Francesco ha canonizzato Madre Teresa di Calcutta. Per noi è stato il modo più bello, dopo la messa, di vivere questa giornata nel segno della misericordia e della carità sull’esempio di Madre Teresa che anche quando non poteva fare niente stava vicino alle persone morenti, facendo in modo che morissero tra le braccia di una persona, non sole. È la carità quella che ci spinge a fare questo. Ci sono momenti che dobbiamo stringere le spalle perché non riusciamo a fare altro, ma oggi Papa Francesco ha detto che per noi volontari non è necessario né il ringraziamento né una retribuzione, se non il riuscire a strappare un sorriso”.