Cultura
Al cinema si va avanti e indietro nel tempo
''Predestination'', dei fratelli Spierig, è un buon esempio di film di fantascienza contemporaneo.
Sono appena passati trent’anni dall’uscita nelle sale americane di “Ritorno a futuro”, il film cult di Robert Zemeckis con Michael J. Fox, che raccontava un viaggio nel tempo (il passato nel primo episodio e nel terzo, il futuro nel secondo). Un classico del genere della fantascienza, che ha il suo antenato letterario in “La macchina del tempo”, classico di H. G. Welles, pubblicato per la prima volta nel 1895, una delle prime storie ad aver portato nella fantascienza proprio il concetto di viaggio nel tempo basato su un mezzo meccanico, inaugurando un intero filone narrativo che ha avuto particolare fortuna nel XX secolo grazie al cinema. Oggi il grande schermo torna a raccontare un’avventura di questo tipo, anche se non con i toni da commedia come “Ritorno al futuro”. Si tratta di “Predestination”, diretto dai fratelli Spierig, una sorta di thriller “temporale” perché per dispiegare il mistero che l’opera racconta ci si muove su piani temporali differenti.Un agente della polizia temporale indaga su un caso di terrorismo. C’è una bomba pronta ad esplodere in un certo luogo e in un certo punto del tempo, eppure non riesce ad impedire la detonazione nonostante i tentativi che quasi gli costano la vita. I molti viaggi che deve compiere lo portano ad incontrare, reclutare e parlare con diverse persone che forse lo possono aiutare nella missione, tuttavia il continuo muoversi lungo la linea tempo sta cominciando a creare un po’ di confusione nella sua testa. Pensato come un rompicapo filmico e tratto da un romanzo, “Predestination” non nasconde fin dalla prima scena il meccanismo di svelamento parziale di ogni movimento su cui si basa. I due registi si imbarcano con ardimento nell’impresa di rendere semplice e diretta una trama che è esattamente il suo contrario, tentano di comunicare per immagini quel che sembra possa avere effetto solo a parole. Il risultato è ambiguo, vive di ottimi momenti, come la scelta della visualizzazione dei viaggi nel tempo, m a anche di una certa fatica nelle lunghe spiegazioni e spesso di un po’ di pigrizia, come nel caso del lungo racconto effettuato da uno dei personaggi, che di fatto abdica alla parola quel che spetterebbe alla messa in scena. Il cinema dei due fratelli è stato definito un cinema di architettura, che crea film come cattedrali, apparentemente semplici ma sorretti da meccanismi complessi che la narrazione si sforza di rendere comprensibili. In questo caso la furia dei molti viaggi nel tempo del protagonista provoca un continuo spaesamento, che però suona corretto. Gli spettatori come il povero viaggiatore vivono spesso di una inconsapevolezza confusionaria, incapaci di comprendere al volo luogo e tempo dell’azione, si trovano in una storia di cui comprendono solo piccoli pezzi, almeno fino al finale.Un buon esempio di film di fantascienza contemporaneo, in cui si punta a confondere il punto di vista dello spettatore, a farlo dubitare ogni volta delle sue congetture sulla storia, a perdere i punti di riferimento, per immergersi in una realtà fluida, dove il tempo non è più una linea continua, ma una sorta di curva a spirale che si accartoccia su se stessa, lasciandoci completamente spaesati. In questo senso, film di questo tipo permettono di sperimentare le nuove dimensioni temporali e spaziali della nostra modernità liquida, in cui non esistono più confini precisi e si fatica a comprendere il senso delle cose che ci circondano.