Al Marulla fa festa anche il Cittadella

Ennesima sconfitta del Cosenza. Ora la situazione è nera. Tardiva la rete di Asencio. 

Nel record negative di presenze allo stadio degli ultimi due anni, il Cosenza soccombe al veliero vento del Cittadella proteso con la vittoria ottenuta in terra di Calabria verso i primi due posti della classifica generale. Attempato, confuso, irritante, il Cosenza non resta anchilosato al terzultimo posto (agganciato dal Trapani, vittorioso contro l’Entella in rimonta) senza approfittare di qualche aiuto provenienti dagli altri campi. La sconfitta della Cremonese in casa contro l’Empoli, i successi di Pordenone e Salernitana contro Juve Stabia e Venezia. Il cinico Cittadella, invece, avvicina il secondo posto. 

Altro giro a vuoto, dunque, per i rossoblù. Ogni turno, a danno dei tifosi, sembra essere una lenta agonia verso la fine. Per una squadra che non dà l’intenzione di volere e credere nell’impresa salvezza. Ne sono esempi le evitabili storture, la complicatezza a battere bene gli angoli, la precisione sotto porta di un attacco orfano di prime punte (paradossalmente Rivière e Asencio sono tra i migliori attaccanti che il Cosenza abbia avuto negli ultimi 15 anni). Centrocampo e difesa al centro delle solite discussioni. E poi ci sono le assenze. Lazaar e Pierini dovrebbero fare la differenza, ma se ne stanno in panchina. Giocare con i ricambi di certo non aiuta, perché uno come Lazaar tutto può essere, ma non secondo a D’Orazio. Pierini dovrà a fine stagione rilanciare la sua carriera, dopo un rimpianto durato un anno. 

Tutti questi presupposti fanno prefigurare un esito quasi certo. Due anni letteralmente buttati alle ortiche. La Serie B certamente doveva portare quelle solide basi che l’attuale dirigenza faticava a mettere ogni anno. Strutture, persone di qualità, ruoli ben definiti, apertura sul territorio tutto con un’idea precisa all’interno del progetto. Tutto questo non è accaduto. Cosa si doveva pensare, quando Piero Braglia lo scorso anno portò in salvo i Lupi con i calciatori della Serie C? Gli stati d’eccezione non sono duraturi. Non è la normalità. Il Cosenza doveva costruirsi una sua normalità in Serie B. Un’occasione che rischia di essere gettata clamorosamente nel vuoto. 

Le scelte di Pillon e Venturato. 

Bepi Pillon squalificato, segue la partita dagli spalti. In panchina ci va Roberto Occhiuzzi. Il Cosenza batte ancora sulle corde del 3-5-2. Non c’è Monaco, ma al fianco di Schiavi (confermato per la seconda volta dal primo minuti) ci sono Capela e Legittimo. Bàez rientra nei ranghi sulla destra, mentre D’Orazio è preferito a Lazaar. Attacco, ancora, spuntato. Carretta e Machach ne compongono la coppia leggera. Roberto Venturato, allenatore di lungo corso della serie cadetta, non partiva con i favori dei precedenti contro i Lupi. Costretto a rinunciare a Perticone, Gargiulo, Camigliano (che a Cosenza vinse due anni fa i playoff per la B), De Marchi, Ghiringhelli e Adorni, fuori perché indisponibili. Cambiano le cose in attacco. L’unico confermato è Diaw, che viene affiancato da Stanco e alle loro spalle viene posizionato Luppi. 

Equilibrio con qualche acuto. 

Sembrerebbe una gara una gara di fine stagione senza particolari propositi tra due squadra, che potrebbero fare a meno della vittoria accontentandosi senza colpo ferire di portare a casa un punticino, tirare avanti ancora, in attesa della conclusione della competizione. Ma non è così, soprattutto in casa Cosenza, in piena zona retrocessione. Tuttavia, in campo i rossoblù non aggrediscono mica tanto il Cittadella, sconfitto lo scorso anno in casa con una prestazione da ricordare. Di errori se non commettono in grande quantità. Il Cittadella è impreciso quando tiene palla, anche a ridosso della propria area di rigore, mentre il Cosenza ha grosse difficoltà a piazzare buoni palloni da calcio d’angolo. Falliscono Bàez e Carretta, in proposito. E’ normale, per una squadra di Serie B? E’ normale che situazioni del genere siano un problema ora che è il 3 marzo, quando più della metà della stagione è alle spalle? Tanto da far presupporre un esito funesto? Forse è un dettaglio, ma come dice Sebald “piccoli dettagli che risultato impercettibili decidono tutto!”. Nel nostro caso, un calcio d’angolo è tutto fuorché impercettibile. Il primo tentativo pericoloso lo fa il Cittadella, al primo minuto di gioco Mora sfiora la parte sinistra della porta di Perina. Replica al 19’, ma il tiro di Branca non è potente. Al 23’ Broh spara alto. L‘ azione che poteva portare i Lupi in avanti ce l’ha al 35’ Mirko Carretta. Servito da Machach, partito dalle retrovie venete, il napoletano tira addosso a Paleari invece di puntare l’angolino basso. Un peccato non concretizzare. Il Cosenza andava all’intervallo con le buone notizie provenienti dagli altri campi (dopo i primi 45 minuti le vittorie erano appannaggio di Entella, Pordenone, Salernitana contro Trapani, Juve Stabia e Venezia, mentre Cremonese e Empoli erano in pari). 

Notte fonda Cosenza, nonostante il tardivo gol di Asencio. 

Rinvigorito dal risultato di Livorno, il Cittadella impiega 5 minuti a sbloccare l’incontro. Stanca in area salta Broh e batte Perina sul suo palo sinistro. Il Cosenza in parte si scuote. Al 7’ però è D’Orazio a deviare un tiro di Broh. Un minuto successivo Sciaudone in girata non riesce ad angolare e Palearsi si ritrova il pallone tra le mani. 10 minuti più tardi, Perina rischia il raddoppio. Luppi tiro da lontano con il portiere fuori dai pali, ma il pallone sbatte sulla rete esterna. Il secondo gol è solo questione di tempo. 29’ Proia in scivolata recupera un pallone sulla linea di bordo campo servendo ad Alessio Vita la possibilità di calciare e battere a rete. Nel Cosenza entrano Casasola (Bàez), Asencio (D’Orazio) e Pierini (Sciaudone). Ma la compagine è allo sbando. Il goal di Asencio arriva troppo tardi al 92esimo. E il Cittadella viola per la prima volta il campo del “Marulla”. 

Foto cosenza calcio