Aldo Moro fu uomo d’intelligence

Presentato alla Biblioteca Nazionale di Cosenza il libro di Mario Caligiuri

Quando si parla di intelligence, nell’immaginario collettivo, si pensa a scene degne di un film di James Bond oppure ci si riferisce a una storia occultata che viaggia in parallelo alla storia ufficiale degli scritti di storia o raccontata nelle cronache e che nulla ha a che vedere con la nostra vita quotidiana. Invece, la storia politica italiana è intimamente legata ai servizi segreti: senza gli uomini dell’intelligence, il Bel Paese sarebbe strategicamente debole nel Mediterraneo. Aldo Moro, insigne statista democristiano, era consapevole del valore di un dialogo costante con l’intelligence e seppe utilizzarne, proficuamente, le informazioni ricevute, per il bene comune.

Questo quanto emerso, martedì 29 maggio, alla Biblioteca Nazionale di Cosenza, in occasione della presentazione del libro curato da Mario Caligiuri, “Aldo Moro e l’intelligence”, edita da Rubbettino Editore: “La tragica fine di Moro, nel corso degli anni, ha oscurato, in un certo senso, il ruolo nevralgico che ebbe la sua azione politica in anni caldi nello scenario geo-politico mondiale – afferma Mario Caligiuri. Moro fu, senza dubbio, un autentico uomo di intelligence”.

Moderatore, Demetrio Crucitti, direttore sede RAI Calabria, che ha espresso soddisfazione per quest’incontro dedicato a un gigante della Repubblica, prima di passare la parola alla padrona di casa, Rita Fiordalisi, direttore della Biblioteca Nazionale, che ha testimoniato, con vivido trasporto, il ricordo del dolore provato quando le cronache annunciarono l’assassinio. Presenti diverse autorità civili e militari. A seguire, gli interventi dei relatori: il primo, curato dal presidente della Fondazione Carical, Mario Bozzo, che ha ricordato come: “Moro è stato uno dei pochi politici italiani che colpisce per la sua dimensione spirituale, oltre che etica e morale. Egli mise al centro del suo agire la persona, non l’individuo. Il bene comune è stato il centro delle sue politiche. In Moro, fede e vita contemplativa si fanno azione politica consapevole”.

Il secondo contributo, invece, è stato dato ai presenti dall’on. Pietro Rende che visse i giorni dell’assassinio del ’78 da parlamentare, e che ha affermato: “Se non c’è rispetto tra intelligence e Istituzioni, non si può fare azione politica concreta. L’Italia non ha materie prime, per cui ha bisogno di politiche internazionali dai toni distesi. C’è bisogno, quindi, di una classe dirigente capace di mantenere relazioni sane, formata alla cultura di Governo. Il rischio? Un’Italia abbandonata al suo destino: isolata al centro del Mediterraneo”. Un Mediterraneo che “scotta” davvero.

Mario Caligiuri: All’UniCal, avremo il primo corso di Laurea in Intelligence

L’UniCal ha avviato, da qualche anno, un master in Intelligence, alla sua settima edizione nel 2017 e che ha riscosso successo, a tal punto da spingere, oggi, l’Ateneo a ottenere dal Ministero il benestare per avviare anche il primo corso di laurea magistrale in Intelligence. La notizia ci è stata data dal direttore del master, Mario Caligiuri, prima della presentazione del libro su Moro alla Biblioteca Nazionale: “Una delle ragioni per cui nel nostro Paese il ruolo dei servizi segreti è interpretato in modo confuso è stata data dal fatto che, per lungo tempo, sono mancati studi scientifici, contestualizzati in puntuali ricerche storiche. Abbiamo cercato di farne comprendere l’importanza a livello accademico”. Non secondario, poi, il formare dirigenti consapevoli degli strumenti necessari alla governance di un’organizzazione complessa: lo Stato.

 

Il senso dello Stato inzia dal rispetto delle Istituzioni

Durante la presentazione Demetrio Crucitti ha chiesto ai relatori e all’autore della pubblicazione su Moro, Mario Caligiuri, di dare una definizione sul senso dello Stato, secondo la loro esperienza.

Mario Bozzo l’ha definita in questo modo: “Il senso dello Stato sta nella cultura di Governo, nel rispetto delle istituzioni e nel senso civico che ci porta a dire ‘no’ alla cultura delle poltrone. Il senso dello stato è sacralità stessa dello Stato”. Poi, è stata la volta dell’on. Pietro Rende che, facendo leva sulla sua esperienza concreta in politica: Il senso dello Stato non è dato solo dalla maggioranza dei voti ottenuti alle urne, ma è una sintesi equilibrata tra territorio, popolo e autorità”.

Infine, dalle parole di Mario Caligiuri si evince che il senso dello Stato esiste solo se esistono ed esisteranno uomini lungimiranti, collaborativi e formati che sappiano proteggere le varie parti che lo compongono.

Il libro. “Aldo Moro e l’intelligence”: una raccolta di saggi curata da Caligiuri

Una raccolta di nove saggi che raccontano le relazioni intercorse tra Aldo Moro e l’intelligence, che evidenziano il ruolo nevralgico dello statista italiano durante un periodo storico nevralgico per la nostra storia repubblicana, questa l’anima della pubblicazione curata dal prof. Mario Caligiuri, intitolata “Aldo Moro e l’intelligence. Il senso dello stato e le responsabilità del potere” (Rubbettino), che si offre al lettore come un inedito viaggio alla riscoperta di Moro, abile stratega in politica interna ed estera, che lo contraddistinsero come pochi altri politici italiani.

E tali aspetti emergono dalla ricchezza di dati documentali forniti al lettore dagli autori dei saggi, che non scadono mai in pedanteria accademica o in demagogiche riflessioni, ma offrono all’appassionato di storia e geopolitica, materia di riflessione.

Gli autori che si susseguono, di volta in volta, approfondiscono da nuova prospettiva le vicende storico-politiche legate a Moro per sviluppare in Italia gli intelligence studies anche dal punto di vista storico”, come scrive Mario Caligiuri nell’introduzione, rimarcando le parole di Paolo Gheda  nella presentazione, che ha definito il testo meritorio perché non si concentra sulla vicenda della morte dello statista democristiano ma soprattutto perché “fornisce un contributo documentale e pure interpretativo apprezzabile ai fini della ricostruzione di questo delicato problema” e che, di certo, non mira a dare “giudizi definitivi sui rapporti tra Aldo Moro e l’intelligence”.

Anche il lettore “neofita” in materia di servizi segreti, trarrà materia per riflessioni sull’argomento, sentendosi sollecitato ad approfondire, ancora e ancor di più, l’importanza concreta che i servizi di intelligence hanno in una sapiente amministrazione della Repubblica.