Alvini è l’anima del Cosenza, e ora aspetta i rinforzi. Intanto Ursino tranquillizza i tifosi

Partita sontuosa del Cosenza contro la Cremonese, rimandata battuta con un 1-0 che sta stretto ai silani. I rossoblù sono corti, compatti, aggressivi, esprimono un gioco piacevole e occupano bene gli spazi. Così, la corazzata grigiorossa non ha quasi mai impensierito Micai. Occorre rimanere sul pezzo, sperando che presto dal mercato arrivino i calciatori utili alla causa. Va alzato il tasso tecnico e di esperienza. 

Una partita al limite della perfezione consegna al Cosenza i primi tre punti in campionato. A fare le spese della sontuosa prestazione dei rossoblù la corazzata Cremonese che, dinanzi a Florenzi e compagni, è parsa poco più che una flottiglia sgangherata.Cosenza molto meglio organizzato dei grigiorossi, presentatisi al Marulla con un parterre de roix e il pedigree della gran candidata al ballo delle regine. Magari sarà così, visto il potenziale nelle mani di Stroppa, ma all’esordio, davanti a 7 mila cuori, a festeggiare è stato solo il Cosenza.La suonata s’è vista dall’inizio, con i rossoblù di Alvini che hanno saputo stare corti, compatti e aggressivi, pur lasciando maggiormente il pallino del gioco agli ospiti. Ciononostante, le trame migliori e le prime situazioni favorevoli (vedi tiro di Ciervo dall’out di destro e colpo di testa di D’Orazio) siano state proprio dei padroni di casa. Chi dà del tu alla palla si vede, e di certo la Cremonese attuale ha un maggior tasso tecnico del Cosenza, ma i rossoblù sono stati così concentrati e hanno giocato così bene che questa differenza s’è vista poco o nulla. Una squadra ben coesa, che ha sorpreso lo stesso Alvini, come da questi dichiarato nel post gara. “Stiamo uniti”, ripete come un mantra il tecnico di Fucecchio, che dal mercato attende (fiducioso) qualche calciatore di maggiore esperienza e tasso tecnico per mantenere la categoria. Perché questo è l’obiettivo da tenere in testa, stando sempre sul pezzo di un campionato molto difficile in cui nulla è scontato, come ha dimostrato la prima giornata.  Prima della partita il dg Ursino è stato a dialogo per una quarantina di secondi con alcuni tifosi della curva Nord. Pare abbia loro assicurato che la società sta lavorando per dare al tecnico i giocatori di cui ha bisogno. Contro la Cremonese D’Orazio e compagni hanno dato il massimo, anche grazie a una condizione fisica evidentemente migliore degli avversari. Ma per la difficoltà della serie B occorre rinforzare la rosa.Occorre, come già detto da Alvini, un difensore centrale (ottima comunque la prestazione di Dalle Mura che ai giornalisti, nel post gara, ha parlato di un gruppo già affiatato), di un altro esterno di sinistra, forse di un centrocampista centrale e di uno o due attaccanti.Nel frattempo, si registra l’ottima prestazione del pacchetto arretrato, che non ha quasi mai sofferto, neanche nel finale, quando la Cremonese ha provato a mettere pepe con Vandeputte, Bonazzoli e Barbiero (sua la migliore occasione, con un tiro da ottima posizione sparato alto), ma rimanendo insipida e infruttuosa.Per il resto, la squadra di Stroppa (ha ammesso la brutta gara dei suoi: “non ha funzionato niente”) ha provato dalla distanza al 44′ del primo tempo con un tiro di Collocolo, e poco più. Al contrario, il Cosenza ha più volte sfiorato il raddoppio, che avrebbe anche meritato. Nella ripresa ci hanno provato Mazzocchi (il fischiatissimo ex Catanzaro Fulignati ha deviato in angolo), Ricciardi e Zilli, che al 94′ ha colpito il palo.Da sottolineare il secondo tempo di Riccardo Ciervo, che col passare dei minuti sembra aver moltiplicato le forze e fatto letteralmente ammattire Quagliata e Ravanelli, in evidente gap di condizione.Una serata perfetta, impreziosita dalla bella cornice di pubblico e dal feeling tra la tifoseria e il tecnico Alvini. Questi, da parte sua, all’82’ ha “arringato” la Nord, mentre la tribuna A, al termine della partita, ha inneggiato il suo nome. Giusto tributo a un tecnico che si sta prendendo sulle spalle il Cosenza, che – come ha dimostrato il precampionato – ha già la sua impronta. Rimanere sul pezzo continua a essere essenziale. Il Cosenza è incompleto e il campionato è lungo. I ragazzi ci hanno messo il cuore e la gamba, oltre a un’ottima organizzazione di gioco. Ma non può bastare.