Territorio
Amore, malavita ed Anarchia in Za Peppa
Za Peppa. D’Amore, Malavita ed Anarchia è lo spettacolo ideato da Silver Stellato e messo in scena insieme a Biagio Accardi e TaNina presso il Museo del Fumetto di Cosenza.
Dalla strada al palco, dal buio della malavita alle luci della giustizia sociale. Mettere a fuoco le espressioni di una società viziata e corrotta rientra tra gli obiettivi del nuovo progetto dell’Istituto per gli studi storici di Cosenza nell’ambito della rassegna “Storia e storie: letture teatrali”.
“Za Peppa. D’Amore, Malavita ed Anarchia” è lo spettacolo andato in scena nel pomeriggio del 27 Dicembre 2019 presso il Museo del Fumetto di Cosenza (Salita Liceo- Centro Storico di Cosenza), un testo ispirato al libro di Claudio Dionesalvi dal titolo “Za Peppa. Come nasce una Mafia, alle origini della malavita cosentina” edito da Coessenza, ed interpretato da Silvio Stellato, attore e scrittore bruzio, tornato alla ribalta dopo dieci anni.
E’ una narrazione inquietante e affascinante in egual misura perché racconta come, insieme all’immaginario collettivo, si siano evolute nel tempo anche le mafie, quelle stesse mafie radicate sotto la materia grigia di una parte di burocrati, di alti funzionari dello Stato e dei politici di professione, i quali permettono il profilarsi del fenomeno mafioso.
Un reading dipinto con ironia da Silvio Stellato sulle note musicali di Biagio Accardi e TaNina, che hanno riportato alla luce con la musica i frammenti di memoria di una socialità “neppure” tanto lontana. A sostegno della lettura romanzata emerge un dato inevitabile: la drammaturgia che fa rima con “popolo” “anarchia” e “malavita”, aspetti salienti del racconto, di cui si conoscono le trame, i risvolti e le evoluzioni.
Una scelta stilistica netta e chiara è quella di Silvio Stellato, consistente nella sovrapposizione delle caratteristiche, dei pregi e dei difetti dei personaggi (in particolare Za Peppa alias Don Ciccio) e nella volontà di commemorare le vite di molti giovani del primo Novecento, quelli anarchici, un po’ sovversivi e desiderosi di cambiare vita.
Il progetto che si presenta sotto forma di performance artistiche vuole denunciare le mafie, “avvicinare e sensibilizzare le nuove generazioni nella profondità di una ferita aperta” a cui attingere per contrastare la criminalità organizzata.