Diocesi
Arcavacata. Nella chiesa di Gesù misericordioso alcune reliquie di San Francesco di Paola

La comunità di Arcavacata ha vissuto giorni di intensa spiritualità con dinanzi alle reliquie del Santo, patrono della Calabria
Tre giorni di profonda spiritualità per la comunità di Santo Stefano di Rende, guidata dal parroco don Mario Ciardullo, che ha accolto nella Chiesa di Gesù Misericordioso alcune reliquie di San Francesco di Paola: il cranio, una parte del mantello e un osso del santo. L’evento si inserisce nel contesto del Giubileo della Speranza, durante il quale l’Ordine dei Minimi ha affidato il tradizionale gesto dell’offerta dell’olio votivo ai Presidenti di Provincia e ad alcune comunità locali. La Parrocchia di Santa Maria della Consolazione di Arcavacata è stata chiamata a rappresentare la Provincia di Cosenza. Il triduo di preghiera e riflessione, guidato dai padri Minimi, è iniziato venerdì 7 marzo con l’accoglienza delle sacre reliquie ed è culminato nella celebrazione eucaristica di domenica 9 marzo. La calotta cranica è considerata la reliquia più preziosa del Patrono della Calabria. È custodita nell’altare della chiesa nuova del Santuario di Paola. Normalmente viene portata in peregrinatio ogni 25 anni ma in questo particolare anno giubilare, farà visita in via straordinaria ad alcune comunità calabresi e S.Stefano è stata la prima ad accoglierla. Il cranio è di dimensioni poco più grandi del palmo di una mano e su di esso sono presenti alcuni segni di bruciatura che risalgono al 13 aprile 1562, quando il corpo del Santo, sepolto nella chiesa di Tours e trovato intatto, venne bruciato dagli Ugonotti. L’evento ha rappresentato un momento di intensa partecipazione e devozione da parte di tutta la comunità rafforzando la fede e il legame con il santo taumaturgo calabrese. La solenne celebrazione eucaristica conclusiva, alla presenza delle autorità civili e militari, tra cui la presidente della provincia Rosaria Succurro, è stata presieduta dal Padre Provinciale dei Minimi p. Francesco Trebisonda. Hanno concelebrato: il parroco don Mario Ciardullo, padre Vincenzo Arzente e Padre Omar Javier Solis Rosales. Nell’omelia il padre provinciale ha invitato i presenti, in questo tempo quaresimale, a contemplare Francesco di Paola, che ha scelto una grotta come luogo di preghiera, così come Gesù si è recato nel deserto sottoponendosi al disagio della tentazione: “Il deserto è per antonomasia il luogo del silenzio, della povertà e della precarietà ma è anche il luogo dell’essenzialità, il posto preferenziale dove l’uomo si pone le grandi domande esistenziali sul vero senso della vita. Il deserto rappresenta uno spazio privilegiato per fare esperienza di Dio e ci insegna che l’uomo non si salva se prima non dà un’adeguata risposta alla sua fame di Dio”.