Azzardopatia, un gioco senza fine

In Calabria ogni anno vengono dissipati nell’azzardo un miliardo e settecento milioni di euro. Il fenomeno dell'Azzardopatia colpisce soprattutto chi è povero. Molti i nuclei familiari che restano vittime di un vero e proprio disagio comportamentale. Attilio Simeone, della Consulta Nazionale Antiusura, ci aiuta a capire meglio questo "gioco" che compromette la salute pubblica e l'economia della famiglia e del nostro Paese.

In Calabria, nell’anno 2015, sono stati dissipati nel gioco d’azzardo un miliardo e 651 milioni di euro. A dirlo è Attilio Simeone, avvocato e membro del Comitato di solidarietà del Governo Antiraket e Antiusura del Ministero dell’Interno che abbiamo intervistato telefonicamente sulla nostra radio diocesana . “Per capire come il il gioco d’azzardo si è inserito nella nostra società – ha precisato ai nostri microfoni – bisogna capire il tessuto sociale”. Avvocato Simeone l’azzardopatia è un fenomeno sottovalutato nella nostra società, se ne parla poco. Quali sono i profili di rilevanza e di tutela?In genere si parla poco e male del gioco d’azzardo, e poi bisogna utilizzare dei termini appropriati. L’azzardo non è un gioco. Solo se partiamo da questa premessa possiamo capire che l’azzardo sta dissipando i risparmi delle famiglie.La nostra Costituzione all’articolo 47 tutela il risparmio come valore sociale prima che come valore economico, che ha da sempre rappresentato il valore attraverso il quale la famiglia ha dato ai propri figli una posizione sociale prima che economica, ha concesso ai figli di laurearsi, di progredire culturalmente e socialmente. 88 miliardi di euro consumati ogni anno con il gioco d’azzardo compromettono non solo la salute pubblica ma anche l’economia della famiglia e dell’intera nazione. Dai dati che possiede ha notato un incremento del fenomeno?L’azzardo costituisce e causa il ricorso all’usura. Su dieci casi di usura il 50% ha come matrice il gioco d’azzardo. Questo è stato sempre un trend in aumento negli ultimi anni mediamente del 20% e assistiamo costantemente ad un aumento di quasi il 30% di consumo di azzardo per quanto concerne le zone più svantaggiate da un punto di vista economico. Per cui più si è poveri e più si azzarda. Molte volte facendo ricorso anche a proventi illeciti come ad esempio il prestito usuraio. Cosa possiamo fare per contrastarte questa grave patologia? Ho rilevato che anche quest’anno nella legge finanziaria il governo ha messo a disposizione dei fondi per “combattere” la povertà. Non va fronteggiata la povertà, ma va rilanciata una classe media che praticamente è sparita. I dati della Banca d’Italia nel 1991 dicono che il 25% delle famiglie italiane riuscivano a risparmiare. Dal 2012 ad oggi le famiglie che riescono a risparmiare non arrivano al 5%, questo vuol dire che il dato è particolarmente allarmante in quanto il consumo d’azzardo investe non solo i giocatori patologici ma anche le persone che non hanno mai giocato. Le famiglie sono le prime ad essere colpite dalle conseguenze di questa malattia. Che tipo di aiuto possono ricevere?Ad ogni giocatore ci sono sei persone che nell’alveo della famiglia, del lavoro, delle amicizie, soffrono i riflessi negativi dell’azzardo. Ci sono dei presidi costituzionali che bisogna conoscere, una di queste sono le fondazioni antiusura presenti in tutte le regioni d’Italia.In Calabria vi sono addirittura sei fondazioni antiusura che affrontano il problema sotto il profilo del risanamento economico, contestualmente affidandosi alle Asl oppure alle associazioni dei giocatori anonimi. Si può pensare ad un percorso riabilitativo anche da parte del soggetto patologico perché si tratta di una dipendenza e quindi di una patologia, di una malattia con la possibilità di far assegnare al malato l’amministrazione di sostegno anche al fine di salvaguardare il posto di lavoro. I dati che riguardano la Calabria non sono per niente confortanti…In Calabria ogni anno vengono dissipati nell’azzardo un miliardo e settecento milioni di euro che anziché essere investiti nell’economia reale vengono investiti nell’economia virtuale, improduttiva, con una ricaduta anche in termini di posti di lavoro. Qual è l’appello che si sente di lanciare?Da calabrese vorrei lanciare un appello alla Regione, che purtroppo non ha una legge di regolamento contro il gioco d’azzardo.La maggior parte delle regioni italiane oramai sono dotate tutte di una legge, di strumenti legislativi tanto da consentire ai sindaci di poter predisporre dei regolamenti e delle ordinanze comunali. Questo discorso ancora in Calabria non può essere fatto. L’auspicio è che venga fatta al più presto.