Attualità
Banco alimentare costretto ad interrompere il servizio nella provincia di Cosenza
Un inizio di anno amaro per il Banco Alimentare costretto a sospendere il servizio per la provincia di Cosenza. “L’ex Comac è stato venduto all’asta, il nuovo acquirente ha intimato il rilascio dei locali. Abbiamo fatto subito presente che non è nostra intenzione creare problemi però, allo stesso tempo, c’è da tenere in conto che spostare il Banco Alimentare non è semplice”. A spiegarlo con amarezza a Parola di Vita è Gianni Romeo, direttore del Banco Alimentare. Traslocare un’organizzazione che opera in tutta la Calabria e che a Montalto aveva la sua sede direzionale non è qualcosa che si fa con uno schiocco di dita: “Significa innanzitutto tener conto che ci sono tonnellate di derrate alimentari stoccate nei nostri magazzini e nelle celle, spostare circa 20 tir non è una cosa che si può fare dall’oggi al domani; stessa cosa per gli impianti, le celle frigorifere e quelle per i surgelati, i mobili, gli archivi. Ci ha lasciati di stucco questa situazione, abbiamo cercato una mediazione che non siamo riusciti a trovare, le proposte avanzate non sono adeguate alla nostra realtà, per cui è nostra intenzione andare via e per questo motivo purtroppo dobbiamo sacrificare un po’ la nostra mission per dedicarci al trasloco”, spiega. Come una doccia d’acqua gelida “siamo stati colti di sorpresa, gli enti venuti per ritirare i pacchi da donare si sono visti negare l’ingresso. Un atto gravissimo, occorre avere più rispetto, fare le cose con calma e ragionando. Abbiamo chiesto più volte la possibilità di fare il passaggio in tempi adeguati, cosa che purtroppo non abbiamo riscontrato, ci è stato detto di lasciare i locali immediatamente, abbiamo preso alla lettera l’invito, per cui lasceremo i locali”. E se in quelle parole c’è tutto il dolore e l’amarezza di chi non attraversa giorni sereni, Gianni Romeo combatte e assicura che “generi non se ne perderanno. Questa situazione riguarda solo Cosenza e la sua provincia, continueremo a lavorare nel resto della regione. Molti prodotti in scadenza saranno dirottati nelle altre province, qualche carico è già andato a Catanzaro, da questo punto di vista non c’è nessun rischio”. Gambe in spalla per trovare al più presto una nuova sede, la ricerca è già iniziata: “Abbiamo più o meno individuato la nuova sede. Sarà a Rende, nella zona industriale, ai confini con la zona industriale di Montalto, perché abbiamo bisogno di una sede idonea al servizio che svolgiamo, purtroppo i costi aumenteranno”. Un pacco non è un semplice pacco. Dietro ci sono uomini, donne e bambini con le loro storie di bisogno che profumano di dignità. Non è semplice cibo: è non sentire i morsi della fame e assicurarsi la possibilità di portare un pasto caldo in tavola. Ad attendere il pacco nella provincia di Cosenza sono “250 strutture caritative come mense per i poveri, case di accoglienza, comunità per immigrati, le Caritas parrocchiali che arrivano ad aiutare oltre 50mila persone solo nella provincia di Cosenza; in tutta la Calabria parliamo di oltre 140mila persone. Il Banco Alimentare è un punto di riferimento nella lotta al contrasto delle povertà che sono purtroppo in aumento. Questa situazione è gravissima anche perché non si tiene conto che riguarda tutta la società”. Le sacche di povertà crescono di giorno in giorno, le richieste d’aiuto sono aumentate, “la Calabria purtroppo è la regione più povera d’Europa. I dati parlano del 40%, una cifra enorme se uno pensa che dietro questi dati ci sono delle persone. Ci preoccupa la situazione di queste famiglie, tante devono rinunciare a curarsi o a riscaldare la casa proprio per mangiare. Quello che noi diamo purtroppo è sempre poco rispetto alle richieste che riceviamo”. Oltre all’emergenza del trasloco c’è da fare i conti con il doloroso impatto emotivo nel dover spiegare alle persone quello che accade: “La sospensione è stata una decisione molto sofferta perché non ci siamo mai fermati. Dal 1996 non abbiamo smesso neppure un giorno di fare il nostro lavoro, neppure la pandemia ci ha fermati. È doloroso perché sappiamo che dietro ci sono persone, famiglie, bambini, però ciò ci dà una forza maggiore per riprendere al più presto anche riacquisendo quella serenità che negli ultimi tempi è mancata”. Di fronte al divieto l’ingresso il direttore Gianni Romeo ha contattato il sindaco e la proprietà. C’è da sottolineare- con la penna rossa, aggiungo- che non ci troviamo di fronte ad un caso di morosità: “A fine dicembre abbiamo anche anticipato il canone di affitto del mese di gennaio, tenendo conto che la cifra da loro richiesta è quasi raddoppiata rispetto a quella che pagavamo prima. Abbiamo fatto questo sacrificio per dimostrare la nostra buona fede e la nostra buona volontà”. Ma si sa, chi fa del bene riceve sempre indietro del bene: “Tantissime associazioni hanno manifestato la loro vicinanza, sono però tante le persone che hanno espresso la loro preoccupazione perché hanno capito che il pacco, questo mese, potrà subire dei ritardi”. Infine lancia due appelli, uno rivolto alle istituzioni, il Presidente della Regione in primis, perché si adoperi riconoscendo al Banco il ruolo importante che ha assunto in tutta la Regione. Abbiamo bisogno che la Regione ci aiuti ancora di più. Durante la pandemia aveva concesso al Banco e ad un’altra organizzazione un plafond per l’acquisto di derrate alimentari. Spero che dopo lo stop- nel 2024 non è stato concesso, spiega- possa riprendere”. Poi si appella agli imprenditori: “. Sarebbe bello che facciano donazioni, d’altronde c’è una legge in Italia che riconosce e dà la possibilità di avere degli sgravi”.