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Benevento più forte. Dopo la rimonta, il crollo rossoblù (4-2)
Dopo un recupero nel primo tempo, il Benevento piega i Lupi nella ripresa.
Non è bastata la forte volontà di contrastare una corazzata e mostrare il solito carattere temerario di una squadra tutto fuorché una cenerentola neopromossa. Nonostante il recupero accorso dopo i due goal dell’avvio, i Lupi di Braglia, lentamente, è caduta nella morsa del “Vigorito”. Non riesce l’agguanto della zona playoff al Cosenza, mentre il Benevento accorcia su Palermo e Lecce. Una vittoria, quella giallorossa, cotta a fuoco lento. Il Cosenza va prima arginato, fatto sfogare, poi piegato. Non è bastato neanche la grinta di Tutino di sgroppare qua e la alla ricerca dei goal per raggiungere la doppia cifra (preparando, anche, il suo ritorno alla base a fine stagione). Nella ripresa, la squadra di Bucchi ha voluto subìto indirizzarla. Pertanto il Benevento è andato a fondo con l’acceleratore. Al nono Armenteros (molto richiamato dal tecnico) e verso il finale Coda, sulla scia della teoria elencata poco fa. Goal, vantaggio, campo al Cosenza, argine, raddoppio, fine.
Le scelte degli allenatori.
Per attutire il 4-3-3 delle Streghe, mister Braglia decide di tornare al vecchio caro 3-5-2. In difesa con Dermaku ci sono Hristov e Capela. Baez giostra a destra a centrocampo, mentre al centro rientra Sciaudone. Attacco leggerissimo con Tutino ed Emabalo, un déjà vu di un anno fa quando c’era Okereke.
Il Cosenza incassa ma non affonda.
Nonostante lo stato attuale del Benevento, il Cosenza di Braglia inizia a manovrare cercando di non regalare punti di appiglio ai campani. Dura, però, soltanto una ventina di minuti, quando il Benevento si rende conto di qualche crepatura dei reparti ospiti e preme in velocità. I segnali di cedimento non mancano ad arrivare: 21’ Sciaudone respinge con la coscia sulla linea una testata di Caldirola. Una dozzina di secondi dopo, Perina si distende su Coda, ma al 25’ non può nulla contro Bandinelli. Imbeccato da Armenteros, il centrocampista giallorosso, tenuto in gioco da Hristov, manda in avanti i suoi compagni. La crepa si apre di più. 28’, Viola dalla bandiera scova la testa di Caldirola, è 2-0. Sarebbe una battaglia indirizzata verso un preciso esito, con la parte vinta costretta soltanto già a consultare il bollettino dei “feriti”, ma il Cosenza ha ancora da dire qualcosa. E alla buona viene fuori.
Tutto come all’inizio.
Un minuto dopo il raddoppio, Tutino non usa la testa complicandosi la giocata. Peccato, era solo davanti a Montipò (nell’azione era scivolato Antei). Il portiere di casa ci mette il suo, su Bruccini (33’) e D’Orazio (38’), ma il Benevento resta pericoloso con Viola (traversa da punizione al 37’). Le linee del generale Bucchi si ammorbidiscono, lui lo nota e striglia gli ufficiali di zona, come Armenteros o Insigne, troppo trasparenti in avanti. Cala la tensione giallorossa (Bucchi dopo neanche 10 minuti ha perso uno dei migliori centrocampisti come Del Pinto, sostituito da Tello), aumenta (anzi, ritorna) la pressione silana. Protasi, la poesia continua così: Sciaudone la riapre al 38’ agganciando e ribadendo in area un pallone rimpallato dal palo. Prima dello scadere Tutino si riscatta. Il napoletano aggira Caldirola e batte Montipò.
L’incantesimo della strega.
Il Benevento non ci sta a farsi sfilare la vittoria da questa squadra, dalla colorazione rossoblù, che ha osato sfidare una compagine nello scorso anno in Serie A. Di nuovo sul campo, le streghe, a cavallo delle rispettive scope, deviano il corso della partita. Nell’ordine dei tentativi: 2’ Viola (sinistro dal limite, fuori di poco), 4’ Coda (sinistro che si perde sul fondo), break rossoblu con Baez al 7’ (tiro che prova a sorprendere Montipò, ma nulla di fatto), 8’ Insigne (forte conclusione, respinge di pugno Perina). Per arrivare al ritrovato vantaggio. In difesa Dermaku, non essendo nato sul pianeta Namek, non potendosi moltiplicare (becca anche un giallo, che non gli permetterà di essere della prossima gara Cosenza-Venezia) soffre la mancanza di Legittimo. Hristov sbaglia il tempo dell’intervento, il pallone rimbalza sul ginocchio di Armenteros depositandosi in porta. Il Cosenza regge il fronte cercando di contrattaccare. Braglia risistema la difesa con Idda e potenzia il reparto intermedio con Garritano (al posto di Palmiero) e Mungo (al posto di Sciaudone). Al 28’ Tutino calcia potente in porta, ma Montipò blocca con il petto. Il napoletano ha il fuoco negli occhi. 4 minuti più tardi supera Gyamfi e serve Baez, che fa la sponda per Mungo, ma senza trovare uno spazio sufficiente per concludere. Solo sterili tentativi, al 36’ la linea rossoblù crolla del tutto: Insigne trova sul secondo palo Coda per il goal del 4-2, forse viziato da una posizione non propriamente corretta del fratello del più famoso e talentuoso Lorenzo. Due parate consecutive di Perina su Coda, concludono il match.
foto di copertina tratta dalla pagina ufficiale del Cosenza calcio