Cultura
Bonhoeffer modello per un mondo più solidale
A 75 anni dalla sua morte, la Teologia del contesto è un modello valido per il mondo che sta affrontando il coronavirus.
Il 9 aprile ricorre il 75° anniversario della morte di Dietrich Bonhoffer, avvenuta nel 1945 in un campo di concentramento nazista, e vista l’emergenza sanitaria e sociale vissuta dall’Italia e dall’Europa, sarebbe auspicabile che la Signora Merkel figlia, tra l’altro, di un pastore luterano, rileggesse le pagine scritte dal teologo tedesco e attinenti al rapporto -Morale e Politica-per avere così approcci diversi nella gestione di questa fase drammatica che riguarda l ‘intero continente europeo, convincendosi, finalmente, ad “europeizzare la crisi”generata dal Covid -19. Bonhoffer, come è noto, è considerato uno dei testimoni della cristianità del 900, tanto che la sua statua è collocata nell’Abbazia di Westminster con la Bibbia in mano, accanto a M.L.King, S. Massimiliano Kolbe e il Vescovo Oscar Romero proclamato Santo il 2018.
Sommessamente, non da esperto o studioso, ma solo da lettore, sin da giovane studente liceale, di alcuni suoi libri, in primis “Resistenza e Resa “, mi permetto di ricordarlo, evidenziandone l’influenza che ha esercitato nel corso del 900, sull’orientamento culturale e spirituale di quanti credono nel sistema dei valori connesso al principio della Libertà, come elemento fondante delle Comunità. Bonhoeffer definito, figura “a- confessionale “, fu promotore di una “Teologia legata al contesto storico” nel quale veniva esplicitata, “Una Teologia”, per come scriveva Italo Mancini, “responsabile, concreta e non astratta, costruita su principi a –temporali e quindi intramontabili “.
Il Suo pensiero unitamente alla Sua testimonianza, furono sempre alimentati dalla ricerca della libertà, nella costante attenzione al valore della pace in contrapposizione alla guerra, nella prospettiva sapienziale, del significato della Croce e della Resurrezione, così come analoga attenzione venne riservata alla questione ebraica inquadrata nel più complesso “sguardo verso l’oriente “nel desiderio di Bonheffer, non realizzato, di conoscere Gandhi e di condividere l’esperienza comunitaria della Ashrava.
Intorno a queste tematiche, sinteticamente richiamate, si è svolto, tra “profezia, pensiero ed azione “l’itinerario umano, culturale e spirituale d D.Bonheffer che, come scriveva nella “Vita responsabile”, sosteneva: “la nostra attività ha senso se si opera pensando alle future generazioni, pronti ad andarcene ogni giorno, senza paura e senza preoccupazioni “, quasi un monito per i nostri attuali governanti europei.
Bonheffer rimane un esempio di “moralità politica, di impegno e di passione autentica”, e commemorando l’anniversario della Sua morte avvenuta per mano nazista, poche settimane prima della resa della Germania, è significativo anche ricordare come insegnamento un Suo bellissimo pensiero : “Libertà, TI cercammo a lungo nel dovere, nell’azione e nel dolore, morendo, TE riconosciamo ora nel volto di DIO. ”Rileggere Bonheffer, nella realtà odierna, di crisi e di smarrimento, può aiutarci per costruire, sul piano internazionale, percorsi nuovi nel segno della solidarietà, del rispetto e della tolleranza, ritrovando concorde determinazione in direzione del “bene comune”.
Tanto, soprattutto in questa fase di straordinaria emergenza che ha già imposto ed imporrà, non solo all’Europa, tutta, e senza distinzione tra “nazioni forti e nazioni deboli”, la “riscrittura” di regole, norme in grado di garantire il benessere di tutti seriamente compromesso e da ricostruire, senza egoismi e in maniera solidale, in un contesto drammaticamente mutato e che va assumendo, purtroppo, le caratteristiche del cosiddetto day after.