Briefing sulla salute di Francesco: il Papa non è ancora fuori pericolo, rischia la sepsi ma è di buon umore

Luigi Carbone (L) and Sergio Alfieri during the Pope doctor's briefing at the Agostino Gemelli Hospital where Pope Francis is hospitalized to continues his treatments for bilateral pneumonia, in Rome, Italy, 21 February 2025. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Oggi pomeriggio alle ore 17.30, nell’atrio del Policlinico Gemelli accanto alla Cappella dedicata a San Giovanni Paolo II, un briefing informativo per i giornalisti accreditati presso la Sala Stampa della Santa Sede sulla salute di Papa Francesco. A riferire sulle condizioni del Santo Padre, ricoverato ormai al decimo piano da sette giorni, il prof. Sergio Alfieri del Policlinico Gemelli e il dott. Luigi Carbone, medico vaticano. Il Prof. Alfieri ha incontrato la stampa sottolineando che “il Papa ha sempre voluto che dicessimo la verità”, riferendosi ai bollettini diramati in questi giorni. “Il Papa è di buonumore e fa battute”. “Il Papa, come moltissimi in questi giorni, ha iniziato a curare il malessere a casa”, ha detto il prof. Alfieri. Poi si è aggravato, si è rivolto ai dottori, e poi è arrivato in ospedale. Anche perché, a differenza degli altri 88enni nel mondo, il Papa non resta a casa sul divano, ma governa la Chiesa: e lo sforzo che gli viene chiesto è diverso da quello di tutti gli altri”. Dagli incontri di tutta l’equipe medica che cura il Pontefice è emerso che “il suo cuore è perfetto”, e hanno specificato che “il Santo Padre ha sempre voluto che sulla sua salute venisse detta la verità”. Il prof. Alfieri dopo questa precisazione ha spiegato ai giornalista come sta davvero il Papa, “sta come un signore di 88 anni con una infezione polimicrobica: virus, miceti, batteri. Mantiene il suo buon umore: stamattina, quando gli ho detto “Buongiorno, Santo Padre”, mi ha risposto: “Buongiorno, Santo figlio”. Appena arrivato al Policlinico lo scorso 14 febbraio, il quadro clinico di Papa Francesco evidenziava che “nei polmoni non c’era evidenza di una infiammazione, di una polmonite. Poi abbiamo fatto una tac ed è comparsa una polmonite bilaterale. Che ancora c’è. Se la domanda è: il Papa è fuori pericolo? No, ancora no. Ma è in pericolo di vita, adesso? La risposta, ancora una volta, è no. Pochi minuti fa è uscito dalla stanza per andare in cappella, a pregare. La testa è quella di un cinquantenne. Ma mi ha detto: “Mi rendo conto che la situazione è grave”. La malattia cronica rimane, a volte gli manca il respiro e la sensazione non è piacevole per nessuno”. Fa questo briefing è emerso che il Papa resterà ricoverato al Gemelli “almeno tutta la prossima settimana, rimarrà qui tutto il tempo che servirà per poter tornare a Santa Marta in sicurezza. Adesso non lo rimandiamo lì, anche perché se lo mandiamo lì si rimette a lavorare come prima… – ha aggiunto il prof. Alfieri -, lo terremo qui almeno tutta la prossima settimana. Ma in questo momento non abbiamo riferimenti su quando potrebbe essere dimesso. Abbiamo visto miglioramenti, ma basta pochissimo per potersi squilibrare. Impossibile dare una tempistica”. Alle domande di alcuni giornalisti il prof. Alfieri ha specificato che “il Papa sa di essere in pericolo. Può capitare che questi germi, che oggi sono nelle vie respiratorie e nei polmoni, malauguratamente passasse nel sangue, avrebbe una sepsi. E una sepsi, con la sua età e con la sua condizione, sarebbe difficile da… il vero rischio, in questi casi, è che i germi passino nel sangue. Il rischio è quello di una sepsi”. In vista di domenica è stato chiesto ai medici se c’è la possibilità che guidi la preghiera dell’Angelus dal Policlinico Gemelli, ma il prof. Alfieri ha affermato che in quanto medici “possiamo dare dei consigli: c’è tempo. Ma noi siamo medici, deciderà lui, che è il Papa. Domani vedremo se consigliargli o meno se affacciarsi o meno. Ci sono tanti modi per fare o non fare l’Angelus”. Dopo tante fake news è stato messo in chiaro dai medici che la situazione che riguarda la salute del Papa è complessa, non è fuori pericolo, ma non rischia la vita e che la terapia intrapresa ha dato piccoli miglioramenti. Il Santo Padre reagisce, dunque, “non è allettato, mangia regolarmente e con appetito, e non è attaccato a nessun macchinario”, hanno ribadito i due medici. “Occasionalmente, riceve ossigeno supplementare, ma ha una stoffa durissima. Ma ora deve superare questa infezione”. Alla fine del briefing, un pensiero è stato al prof. Giovanni Scambia, un luminare della ginecologia oncologica, grande professionista del Policlinico Gemelli, morto ieri per un tumore non operabile al pancreas, e che ha lavorato nel suo reparto fino all’ultimo giorno.