Cultura
Brutium Graffiti, un secolo di jazz a Cosenza
Il lungo studio nel saggio di Amedeo Furfaro.
Una raccolta di tutta l’arte jazz che nel 900 ha attraversato e caratterizzato la storia della città di Cosenza. Il lungo studio contenuto nel saggio di Amedeo Furfaro, giunto alla diciannovesima pubblicazione, si colloca nella altrettanto gloriosa storia del Centro Jazz Calabria editore del libro che quest’anno giunto al suo venticinquesimo anno di età ha deciso di celebrare il jazz della città dove ha sede. Il saggio fa seguito agli scritti sulla “Jazz appreciation”, sui “6 sensi del jazz” e su una stilistica del jazz esclusivamente teorica. Non solo Cosenza però tra le pagine scritte da Furfaro, come richiama la copertina, ciliegina sulla torta della grande abbuffata jazz, è l’intervista a Raffaele Borretti vero decano del jazz italiano docente e critico con alle spalle collaborazioni importantissime come quella ai microfoni di radio Rai. Nel corso della presentazione alla libreria Ubik di Cosenza Raffaele Boretti ha avuto modo di esprimere immensa gratitudine all’autore per aver concluso il suo studio con una sua intervista, auspicandosi che la sua testimonianza non rimanga esclusivamente memoria e ricordo ma anche punto di sviluppo e inspirazione di nuove iniziative. Al centro del saggio di Amedeo Furfaro c’è un lavoro di ricerca storica che però tiene conto della sua esperienza personale all’interno del mondo jazz cosentino. “Il libro ha l’obiettivo e la finalità di spezzare una lancia a favore della nostra città – dice l’autore – affinché a Cosenza si possa ritornare ai livelli di jazz che io individuo intorno agli anni settanta. In quegli anni c’era un supporto molto forte delle istituzioni alle società e associazioni che si occupavano di jazz. Cosenza ha una tradizione importante per questo tipo di musica e sarebbe oltremodo fantastico poter ritornare ad avere in città lo stesso fervore artistico di quegli anni”. Il jazz ma anche gli altri generi musicali, per un ascolto con un certo grado di consapevolezza necessitano di studio; all’approccio musicale si arriva anche attraverso la lettura: “a differenza che delle altre pubblicazioni- continua Furfaro- questo libro non è tecnico. Si tratta di una storia raccontata da un punto di vista privato. Un mio studio che ho condotto per il gusto e il piacere di raccontare Cosenza da un punto di vista artistico. Nel corso del mio studio ho trovato per esempio notizia dell’esibizione di un quartetto jazz al Casinò di Società a piazza dei Valdesi nel 1923, ma anche al Teatro Massimo (l’attuale teatro Rendano). Ho anche avuto modo di scoprire cose curiose come la verve batteristica del fratello del nostro ministro Fausto Gullo”. Comunque l’evoluzione del jazz non è stata cosi semplice e rapida. Nel 1968 l’ondata pop e rock che investì la nazione e anche la città di Cosenza era predominante rispetto ad una musica di nicchia come il jazz: “la vera svolta fu l’arrivo di Chet Baker e le rassegne jazz che investirono l’intera area urbana. Ma anche il lavoro di molte associazioni musicali una su tutta l’Associazione Ionica che prima si occupava di classica poi iniziò a organizzare rassegne che ebbero il merito di portare a Cosenza grandi artisti sia italiani che internazionali”. Tutto questo è Brutium Jazz, una storia cosentina di jazz e uno spaccato culturale della città che nel corso degli anni ebbe il merito di ritagliarsi uno spazio importante grazie ad un attivismo culturale unico.