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Calciomercato finito senza botti, il progetto Cosenza è una scommessa
Nell'ultima giornata sono arrivati l'esterno Ricci e l'attaccante Strizzolo. Nessun nuovo innesto in difesa, né nel cerchio centrale del campo.
Calciomercato finito, finalmente. Ora la palla passa al campo. Nell’ultimo giorno sono arrivati Ricci (terzino/esterno sinistro) e Strizzolo (centravanti). Nessun nuovo difensore, dunque, né innesti a centrocampo, dove si attendeva un giocatore robusto per dare vigore al reparto. Alvini sarà contento? Al momento non ci è dato sapere. Peraltro siamo alla vigilia della trasferta di Palermo, contro una squadra attrezzatissima, e la classifica, stante la penalizzazione, vede il Cosenza in fondo e senza punti.
Insomma, non ci sarebbe da stare contenti, ma abbattersi non serve. Queste prime tre giornate di campionato hanno dimostrato che i lupi se la possono giocare con tutti. Il successo contro la Cremonese e il dominio di gioco (e occasioni) esercitato a Mantova fanno ben sperare che si stia costruendo qualcosa.
Perché il dato di fatto è questo. Ursino e Delvecchio hanno smantellato la squadra forte dell’anno scorso per dare vita a una nuova progettualità. Nessuna primadonna, nessun giocatore figurina (anzi via Tutino, Marras, Meroni), ma giovani e scommesse per un’idea nuova. Il modello è quello del Cittadella, puntare su calciatori pressoché sconosciuti e con scarsa esperienza. La domanda che ci si pone è: è questo il sogno di cui parlava Ursino nella sua conferenza di presentazione? Domanda che rimane con la risposta sospesa, almeno finché il diggì non parlerà alla piazza.
Prima del match di coppa Italia di Torino, Alvini dichiarò: “con Delvecchio e Ursino c’é dialogo. Dobbiamo rinforzare la squadra. Abbiamo bisogno assolutamente di un difensore stante l’infortunio di Venturi e Cimino, di un esterno, di un centrocampista e di uno/due attaccanti”.
Ebbene, in difesa non è arrivato nessuno. Venturi è ristabilito e sarà probabilmente il titolare a destra dei tre, ma forse ci si attendeva un altro giocatore di qualità. La serie B è difficile.
A centrocampo tante manovre, ma alla fine nessun innesto. Non resta che aspettare la migliore condizione di Jose Mauri, l’innesto negli schemi di Kourfalidis, ed eventualmente capire se Kouan (finora pedina imprescindibile per il tecnico) possa arretrare il raggio d’azione e dare qualche alternativa ad Alvini.
In attacco, inutile dire il contrario, non è arrivato l’attaccante che tutti invocavano, capace di andare in doppia cifra. Non lo è Strizzolo, non lo è Mazzocchi. Anche in questo settore del campo vigono le incognite e, nella tifoseria, qualche malcontento. Sankoh è una scommessa, ma come ogni azzardo, sia pur con le migliori intenzioni della società, non se ne conosce l’esito.
L’aspetto positivo, giusto da sottolineare, è che con queste acquisizioni il Cosenza ha patrimonializzato. Avere calciatori di proprietà con contratti lunghi è importante per assicurarsi un futuro. Di questo va dato atto al presidente Guarascio, da anni accusato di puntare solo su prestiti. Se poi le cose andranno bene, anche il significativo taglio annuale degli ingaggi sarà un dato economico positivo.
La palla passa ancora una volta a mister Alvini e al suo staff. Il Cosenza dovrà gradualmente crescere soprattutto come rendimento di squadra. Dovrà crearsi un’alchimia e degli equilibri capaci di sopperire anche a qualche carenza tecnica e a quella realizzativa. Il calcio è bello perché capace di sorprendere, perché anche squadre meno accreditate diventano protagoniste. Ce lo auguriamo, perché significherebbe avere, con competenza tecnica, azzeccato i giovani e indovinato il progetto vincente.