Camminavano insieme…. e il Signore camminava con loro

Una riflessione sullo stile della sinodalità apparsa su L'Osservatore Romano

Il percorso sinodale è ai suoi primi timidi passi. L’esperienza della paura e dell’incertezza ci fa barcollare, siamo pensierosi e attendiamo luci come i discepoli che si lasciavano alle spalle la sicurezza della Città di Gerusalemme per andare verso Emmaus. Come agli occhi e al cuore dei due, anche alla nostra mente e al nostro cuore appaiono fotogrammi che ci invitano alla prudenza, magari a tornare indietro, a fermarci, magari accampando questa o quella scusa: la sera e il buio, i briganti e il giudizio, l’ignoto di una strada rispetto al già fatto che è più sicuro e garantito. I due però sono già usciti, con il carico di delusioni, l’abbattimento per gli insuccessi e per una storia finita male. Si sente solo il rumore di passi pesanti, carichi di un peso insopportabile; essi rappresentano la stanchezza di due millenni di Chiesa che ci portiamo dietro. Ma nella bisaccia c’è anche il positivo di una esperienza fatta in compagnia del Maestro; lo abbiamo sentito parlare alle folle, guarire la cecità e la malattia, ha moltiplicato i pani e trasformato l’acqua, ha camminato sul mare, ha perdonato e non giudicato, ha rialzato l’uomo e la donna da terra, ha ridato speranza. La memoria di quei giorni trascorsi con lui, il fatto che stiamo camminando in due, è già una grande consolazione. Poi, nel silenzio, i rumori di altri passi. Sarà forse questa la fase sinodale più importate: scoprire che non siamo soli nel cammino, ma che Lui cammina con noi. Le sue parole ravviveranno l’ardore, il tempo dell’ascolto sarà spazio fecondo, come il grembo di una madre pronto a partorire ancora. Poi si fermerà con noi, ci ascolterà nelle nostre delusioni e nella narrazione dei nostri abbattimenti, sorriderà per i nostri sogni e la voglia di nuove avventure, spezzerà il pane e aprirà i nostri occhi sul resto del sentiero che dovremo percorrere. Non importa se rifaremo indietro la strada, se correremo veloci verso la méta. La grande scoperta sarà quella di cogliere che mentre facciamo il cammino il Signore cammina con noi.