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Card. Bagnasco: riconoscimento coppie gay apre strada ad adozioni
Lo ha detto il presidente ci dopo alla visita allo stabilimento di Ilva di Cornigliano. A centro, il rapporto del Parlamento europeo sui diritti umani, che qualifica l'aborto e il matrimonio omosessuale come diritti.
‘Un conto sono i diritti individuali dei singoli che sono da sempre tutelati dal Codice civile e un altro conto è creare nuovi soggetti di diritto che in quanto tali si presentano sul piano della giurisprudenza, della società e della cultura come un novum’ che va di fatto a equipararsi con la famiglia basata sul matrimonio di un uomo e di una donna”. Ad affermarlo il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, a margine della visita di questa mattina presso lo stabilimento Ilva di Cornigliano (Genova), in merito al pronunciamento del Parlamento europeo a proposito delle nozze gay. Per il presidente della Cei, quindi, una volta legittimato il matrimonio tra persone omosessuali “non è possibile ritenere o affermare che queste nuove formazioni non abbiano gli stessi diritti delle famiglie fondate sul matrimonio, come ad esempio l’adozione di bambini, perché di fatto vediamo negli altri Paesi europei che, una volta stabilito il principio della coppia in quanto coppia, immediatamente la magistratura europea e quelle nazionali intravedono delle discriminazioni e quindi impongono l’assoluta uguaglianza al matrimonio, alla famiglia tradizionale”. Per il cardinale, “è inutile illudersi” perché “tutti non dobbiamo dimenticare, anche i genitori e i nonni, che queste nuove figure hanno delle ricadute educative nelle classi a cominciare dalle scuole materne: già i testi che circolano – ha concluso – impongono di dire e rappresentare ai bambini anche in tenerissima età, da 0 a 4 anni, diverse possibilità di relazione, di rapporto, di agglomerato, di famiglie e anche di sessualità”.