Cattedrale a festa per i suoi 800 anni

La celebrazione eucaristica presieduta da mons. Paul Emil Tscherrig, nunzio apostolico per l'Italia, nel giorno in cui si è fatta memoria della consacrazione della chiesa madre bruzia. 

“Questa Cattedrale è testimonianza della fede e della devozione del popolo amato da Dio che da secoli si affida alla sua protezione e al suo sostegno sotto lo sguardo premuroso della Vergine Maria”. Le parole di monsignor Paul Emil Tscherrig, nunzio apostolico per l’Italia, sono risuonate il 30 gennaio nella chiesa Cattedrale di Cosenza. L’occasione è stata d’eccezione, perché ricorrono gli 800 anni dalla consacrazione della chiesa madre bruzia. Il 30 gennaio 1222 la Cattedrale venne consacrata alla presenza del re Federico II, il quale donò alla città la preziosa Stauroteca, croce reliquaria della passione di Cristo.

Una giornata di festa, quella di domenica scorsa, con la Cattedrale addobbata per l’evento. Per l’occasione l’arcivescovo metropolita di Cosenza – Bisignano, monsignor Francesco Nolè, ha aperto la porta santa giubilare, perché alla ricorrenza degli 800 anni è legata, per decreto della Penitenzieria apostolica, l’indulgenza plenaria. 

La Santa Messa è stata concelebrata, oltre che dal presule bruzio, anche da monsignor Leonardo Bonanno, vescovo di San Marco Argentano – Scalea, monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, monsignor Maurizio Aloise, arcivescovo di Rossano – Cariati, monsignor Luigi Renzo, vescovo emerito di Mileto – Nicotera – Tropea, monsignor Donato Oliverio, eparca di Lungro. Ha concelebrato anche il presbiterio cosentino.

Presenti le autorità civili e militari. Fra gli altri, il Presidente della Regione Roberto Occhiuto, il prefetto Vittoria Ciaramella, e il sindaco di Cosenza Franz Caruso.

“L’opera di questo edificio è l’espressione della vostra fede e di quella delle vostre madri e dei vostri padri, che con coraggio hanno costruito questa casa del Signore” – ha detto mons. Tscherrig, che ha richiamato la necessità della conversione personale, sociale e pastorale secondo l’insegnamento di papa Francesco -. “Entriamo per la porta santa come comunità disposta a camminare insieme in modo sinodale, in comunione con la Chiesa universale”.

Il messaggio di mons. Nolè

“Vi scrivo con la speranza che questo momento giubilare, che coinvolge in maniera diretta la nostra chiesa particolare, possa diventare lievito di letizia per tutta la realtà calabrese e in particolar modo cosentina, afflitta, come il resto del mondo, non solo dalla pandemia Ma anche dalle sue terribili conseguenze, che si scatenano sulla nostra società come un fiume in piena, lasciando povertà a più livelli: affettivo, relazionale, psicologico, familiare, religioso, politico, sanitario, economico e culturale”. È l’auspicio di monsignor Francesco Nolé, arcivescovo di Cosenza – Bisignano, nel messaggio rivolto alla comunità diocesana in occasione degli 800 anni della consacrazione della Cattedrale, celebrati il 30 gennaio nella chiesa madre bruzia. All’inizio della messa mons. Nolé ha aperto la porta santa giubilare, ed è entrato in Cattedrale recando in mano la Stauroteca, croce reliquaria della passione di Cristo donata alla città da re Federico II nel 1222. “Lo Spirito di Dio, che da 800 anni ed oltre guida la nostra Chiesa cosentina – ha scritto il presule – continua a prendersi cura delle nostre povertà, annunziando la grazia e la salvezza di Cristo, sommo ed eterno pastore, che si manifesta a noi attraverso il fiume della grazia e della consolazione”. Mons. Nolé ha ricordato che “ci aspetta un anno intenso di celebrazioni, incontri sinodali, convegni, percorsi e progetti in cui comunicheremo la bellezza del nostro essere corpo ecclesiale e corpo sociale”. “Saremo perciò chiamati – ha scritto il vescovo di Cosenza – a sentirci in comunione con Dio e tra di noi, nelle diversità dei doni e dei carismi di ciascuno e nella ricerca di tutto ciò che unisce piuttosto che di quello che divide”. Per mons. Nolé “ciascuno potrà sentirsi un nuovo canale di grazia, emissario del grande fiume dell’amore di Dio che allieta l’umana famiglia con la sua presenza continua e operante”.