Ceneri: il digiuno gradito a Dio è quello dal peccato

Nolè: essere caritatevoli non significa soltanto fare l'elemosina.

Il vero digiuno deve essere dal peccato, prima che dalle carni e dal cibo. Questa l’esortazione consegnata all’assemblea dei fedeli che hanno preso parte alla celebrazione eucaristica delle Ceneri in Cattedrale.  E per grazia di Dio, ogni anno, arriva il periodo quaresimale, un cammino che deve portare alla purificazione: “Il Vangelo di questa solennità – continua con tono deciso poi nell’omelia mons. Nolè – ci invita ad essere autentici. A non mostrare agli altri ciò che nella realtà non siamo. Dobbiamo infatti essere coerenti con la nostra fede: Gesù ci ricorda di non avere un volto triste, mentre si digiuna. Non c’importa avere il riconoscimento da parte degli altri per i nostri digiuni: dobbiamo mirare alla ricompensa da parte di Dio. Se devi donare qualcosa a chi ne ha bisogno, allora fallo con riservatezza senza alcun bisogno di mettere in mostra il tuo essere caritatevole. E poi, se preghi, fallo anche nel segreto della tua dimora. Quando siamo da soli davanti a Dio, siamo autentici. Non ha senso pregare, ritti nelle chiese, se poi non seguiamo gli insegnamenti di Cristo, se non siamo autentici nella relazione con lui. Un tempo le ceneri dei focolari erano preziose: servivano per le pulizie o da concime nutrendo la terra con gli elementi di cui ha bisogno per far germogliare piante e frutti. E il nostro corpo come cenere, risorgerà”.

Oggi un bambino conosce soltanto le ceneri delle sigarette, degli incendi. Una cenere che nuoce alla nostra salute, così come il peccato, il pettegolezzo e l’egoismo “inquinano” lo spirito allontanandoci dall’incontro con Cristo, vero Dio e vero uomo. “La penitenza e il digiuno, quindi, servono per crescere nella fede e nella carità, che è anche elemosina ma non solo: essere caritatevoli significa soprattutto amare il prossimo tuo come te stesso: non sparlando, non invidiando. Ma provando gioia per il successo dei nostri fratelli”. Il cammino di quaresima è iniziato, non lasciamoci sfuggire questo periodo di grazia seguendo Cristo “sulle sue orme e uniti a Lui, dobbiamo tutti impegnarci nell’opporci al male con il bene, alla menzogna con la verità, all’odio con l’amore”.

Al termine della Messa hanno avuto inizio le Sante Quarantore pratica devozionale che consiste nell’adorazione per quaranta ore continue del Santissimo Sacramento, visibile nell’ostensorio contenente l’Ostia consacrata e solennemente esposto sull’altare. Come di consueto, moltissimi i gruppi diocesani e di fedeli, che si sono recati anche nel cuore della notte nella cappella, in adorazione.