Spettacoli
“Cercando Itaca”, il film che mostra una Calabria tutta da scoprire

La pellicola, al cinema dal 09 aprile, vanta un cast eccezionale che include anche l’attrice cosentina di Fiumefreddo Bruzio, Giulia Petrungaro
È approdato al cinema il film “Cercando Itaca”, diretto da Sergio Basso e prodotto da Pega Production con il sostegno della Fondazione Calabria Film Commission. Vanta un cast d’eccezione composto da Eugenio Mastrandrea, Giulia Petrungaro, Giorgio Colangeli e Daphne Scoccia. La trama è incentrata sul viaggio compiuto da una ragazza diciottenne di nome Arianna (Giulia Petrungaro), una nativa calabrese emigrata abusivamente ad Amburgo, che sogna lo Stretto e ha spesso un incubo ricorrente: non riesce a salvare la vita di un uomo naufragato fra Scilla e Cariddi. Morta la nonna, la donna fa ritorno nella sua terra ed eredita la capra Julia. Nell’attesa di dirigersi nuovamente ad Amburgo, mentre sta prendendo il sole sulla spiaggia, sente urlare un uomo che sta per affogare e lo salva. È Ulisse, il personaggio che, secondo Arianna, coincide con il pazzo del villaggio. Mentre va in suo soccorso, la donna perde lo zaino con dentro i documenti e i soldi. Stando a contatto con il sopravvissuto, si rende conto che è l’eroe mitologico Ulisse. Compiono un viaggio decisivo per entrambi: Ulisse va alla ricerca del ghostwriter di Omero (Teagene di Reggio), perché vuole cambiare il finale della famosa opera letteraria, mentre la donna va alla scoperta della sua Calabria. Arianna e Ulisse attraversano il territorio come profughi, andando alla ricerca di un senso, di una casa e di un’identità in cui rispecchiarsi. In particolare, la ragazza capisce che tornare nella terra che le ha dato i natali non è nostalgia ma trasformazione, vuol dire raccogliere le fila della propria storia personale, intrecciata con le vicende della propria regione, ed è un tentativo di riappropriazione delle proprie radici. Emerge nella narrazione l’idea dello straniero che si stacca dalla sua terra e che, per questo motivo, riesce a vedere le cose con occhio diverso, riesce a carpire dettagli del posto in cui è giunto e che sfuggono, invece, ai residenti. Emigrazione giovanile ed integrazione sono le due tematiche fondamentali, portate all’attenzione dell’opinione pubblica. La pellicola, sospesa tra sogno e realtà, racconta una Calabria reale, luminosa e dimenticata, dove si parla ancora il greco, dove si possono visitare le grotte paleolitiche e fare la conoscenza di personaggi leggendari e disincantati, una Calabria che non si limita a fungere solo da scenario ma che diventa centro narrativo. Il film nasce dal bisogno di mostrare le bellezze di una terra sempre lontana dai riflettori e che, nella maggior parte dei casi, è oggetto di attacchi e di maldicenze. Le scene sono state girate in diverse località: Reggio Calabria, Villa San Giovanni (Punta Pezzo e Cannitello), Scilla, Palmi, Melicuccà, Riace, Pentidattilo, Capo Vaticano, il Parco Scolacium di Roccelletta (Catanzaro), l’Aspromonte e Capo Colonna. Il regista milanese Sergio Basso è stato entusiasta nel recarsi in Calabria per lavorare a questo progetto, che ha richiesto la collaborazione di esperti e di associazioni locali. Il cineasta ricorderà sempre il sorriso delle persone del Sud che ha conosciuto, e che hanno contributo a rendere il film una cosa meravigliosa. “Gente che ci ha aiutato anche solo durante i sopralluoghi, senza chiedere nulla. Gente che lanciava corde per salvare attori dal fango. Gente vera” le parole di Basso. Soddisfatta dello sforzo compiuto anche la protagonista Giulia Petrungaro, attrice cosentina originaria di Fiumefreddo Bruzio, che interpreta magistralmente Arianna, la “perfetta compagna di viaggio”. Volto già conosciuto in altri titoli come “Il Paradiso delle Signore”, “Ninfa dormiente” e “Che Dio ci aiuti”, l’attrice è dotata di uno sguardo intenso e di una profonda sensibilità, che le permettono di passare da un registro più comico ad uno più drammatico. Per lei è stato sia facile che complesso interpretare la protagonista di “Cercando Itaca”. “Sicuramente essendo Calabrese, ho sentito con mano le difficoltà e le necessità di Arianna. In parte è una sensazione che già conoscevo, come un vecchio amore. La voglia di cambiare ciò che ci circonda, di essere ascoltati è qualcosa che oggi tutti conosciamo bene, sotto ogni aspetto” ha riferito l’artista cosentina.