Che tipo di cristiani e di musulmani ci saranno nel 2050?

Una ricerca del Pew Research Center stima che in 35 anni gli islamici nel mondo aumenteranno di oltre il doppio, avvicinandosi al sorpasso dei cristiani. Stefano Allievi, sociologo e direttore del Master sull’Islam in Europa dell’Università di Padova, mette in guardia sulle proiezioni relative alla fertilità e avverte: "Sono in atto processi diffusi e importanti di secolarizzazione dei musulmani sia in Occidente sia nei Paesi musulmani".

Da qui al 2050, la popolazione musulmana nel mondo crescerà di oltre il doppio, del 73%, avvicinandosi così al sorpasso dei cristiani. Dunque in 35 anni siamo destinati a veder cambiare la geografia delle fedi sulla terra. A delineare i tratti religiosi del nostro futuro è il Pew Research Center che ha stilato un rapporto basandosi sui tassi di fertilità e mortalità, ma anche su flussi migratori e conversioni. Il rapporto – intitolato “Il futuro delle religioni” – attesta che da qui al 2050 la popolazione dell’intero pianeta sarà di 9 miliardi e 300mila persone, aumentando del 35%, ma se i cristiani cresceranno nella stessa media di oggi, i musulmani saliranno di oltre il doppio, del 73%. Se quindi oggi i cristiani sono 2,1 miliardi, tra 35 anni saranno 2,9 miliardi, sempre pari al 31% della popolazione mondiale, mentre i musulmani passeranno – grazie a tassi di fertilità più alti – da 1,6 a 2,7 miliardi, ovvero dal 23 al 29%. Stefano Allievi è sociologo e direttore del Master sull’Islam in Europa dell’Università di Padova. Ad una prima lettura del Rapporto, fa subito una premessa: “In passato proprio sui dati sulla fertilità, le proiezioni hanno fatto errori, semplicemente perché sono i tassi che più cambiano nel corso del tempo e con una rapidità inaudita, nell’ordine anche di una generazione. La domanda in realtà che mi farei da sociologo è che tipo di cristiani e di musulmani ci saranno da qui al 2050. Le proiezioni si fanno come se la cultura rimanesse immutata mentre in 35 anni di cambiamenti ne avvengono tanti e anche nel modo di vivere la religione, nel bene e nel male. Pensiamo, per esempio, alle forme di radicalismo che 35 anni fa non esistevano ed erano inimmaginabili”. In realtà ciò che colpisce nel Rapporto non è tanto la “qualità” di Islam che prevarrà in futuro quanto la crescita esponenziale dei musulmani nel mondo nel giro di 35 anni. E in un tempo in cui le minacce del radicalismo islamico si fanno sempre più forti e pervasive, queste proiezioni rischiano di generare panico. Allievi concorda: “Sono esattamente le cifre giuste per farci i titoli di giornali”. Attenzione dunque – aggiunge subito il sociologo – a quegli “imprenditori politici di islamofobia molto diffusi in Europa e negli Stati Uniti, che auto-alimentano l’allarme perché ci guadagnano”. La stessa espressione “Eurabia” ha avuto grande successo mediatico. La ricerca però smentisce categoricamente la prospettiva di una islamizzazione dell’Europa dall’interno per via demografica affermando che i musulmani nel vecchio continente resteranno una minoranza del 10%. Perché? “Nel passaggio tra la prima e la seconda generazione – osserva il sociologo – i tassi di fertilità degli immigrati di qualsiasi religione crollano sistematicamente e tendono ad avvicinarsi ai tassi di fertilità dei Paesi in cui vivono”. Una cosa comunque è certa: “Questi dati – afferma Allievi – arrivano ai terroristi islamici e li leggono. Ma loro hanno altri disegni. Se agissero in forma razionale direbbero: che bisogno abbiamo di conquistarli con il terrore se li conquisteremo demograficamente da qui a 35 anni? Ma siccome non agiscono in una logica di razionalità, purtroppo questi dati non incidono nel loro disegno in alcun modo. Semmai ricerche di questo tipo incidono su un orgoglio più popolare che non ha nulla a che fare con la radicalizzazione. Il fatto che una religione cresca tanto, induce a pensare, nella logica del credente, che Dio lo vuole, che la crescita è in un disegno di Dio perché è la religione migliore”. Ma questo ragionamento appartiene a tutte le religioni indistintamente. Il sociologo conclude la sua analisi con una precisazione importante. “Credere che l’islam si stia radicalizzando è una visione fortemente irrealistica rispetto alla realtà. Si sta radicalizzando una frangia dell’Islam – ed è vero – ma nello stesso momento stanno accadendo altri processi altrettanto diffusi e importanti come per esempio la profonda secolarizzazione dei musulmani sia in Occidente sia nei Paesi musulmani per cui la vera domanda è sempre la stessa: che tipo di musulmani saranno da qui a 35 anni?”.