Chiesa e disabilità, un libro di preghiere nella lingua dei segni

“Le mie preghiere in Lis”, edito dalla Fondazione Pio Istituto dei Sordi di Milano, è un volume agile e colorato che attraverso le illustrazioni restituisce la freschezza delle preghiere recitate in casa ogni giorno prima di mettersi a tavola o di andare a dormire. La pubblicazione, realizzata in collaborazione con la diocesi di Milano, vuole garantire alle persone con disabilità uditiva un percorso educativo e spirituale colmando un vuoto che perdura da troppo tempo.

Gloria al Padre, Ave Maria, Padre Nostro, Eterno riposo, Angelo di Dio. È una selezione di invocazioni che hanno il calore della famiglia quella raccolta nel libro “Le mie preghiere in Lis” edito dalla Fondazione Pio Istituto dei Sordi di Milano. Un volume agile e colorato che, attraverso le illustrazioni, restituisce la freschezza delle preghiere recitate in casa ogni giorno prima di mettersi a tavola o di andare a dormire. La pubblicazione, realizzata in collaborazione con la diocesi di Milano, vuole garantire alle persone con disabilità uditiva un percorso educativo e spirituale colmando un vuoto che perdura da troppo tempo. Non c’è traccia, infatti, di libri di preghiera nella Lingua dei segni (Lis) che siano d’aiuto per i genitori con un figlio sordo o per i catechisti alle prese con ragazzi con difficoltà di udito. Affiancato al testo in italiano, infatti, è proposta la traduzione delle preghiere nella Lingua dei segni: “Fino al secolo scorso – scrive la curatrice Marisa Bonomi – gli educatori pensavano che la persona non udente potesse giungere ai concetti astratti della religione solo attraverso l’oralismo. Noi crediamo che anche la Lingua dei segni italiana, se condivisa dagli adulti che si occupano del bambino, possa essere un aiuto importante nel cammino della formazione della coscienza e dell’educazione religiosa”.

Accessibilità e inclusione sociale. L’idea del libro è nata dalla sollecitazione di alcuni esponenti della comunità sorda e da un confronto con la diocesi di Milano, spiega Stefano Cattaneo, direttore generale del Pio Istituto dei Sordi: “Abbiamo avvertito la mancanza di strumenti di questo genere per la preghiera e l’attività pastorale. Nei mesi scorsi avevamo realizzato un piccolo pieghevole con la preghiera dell’Angelo di Dio, consegnato anche al Papa in occasione del Giubileo degli ammalati e delle persone disabili. L’apprezzamento che ha suscitato in molte persone sorde ci ha spinto a riproporre il tema e ad ampliarlo”. La Fondazione sta collaborando con la diocesi anche per altri progetti, come la possibilità di rendere accessibile ai ragazzi con disabilità uditiva e sensoriale il nuovo catechismo. Non esiste alcun rilevamento delle persone che utilizzano la Lis all’interno della comunità sorda. Il libro, tuttavia, non si rivolge soltanto a loro ma anche a chi vive con altre disabilità e si avvale della Lingua dei segni come canale comunicativo.

Il volume è accompagnato da un dvd che, oltre a mostrare l’interprete con la sottotitolazione, prevede che le preghiere siano recitate affinché possano essere fruite anche dai bambini ciechi. Da più di centosessant’anni, l’attività del Pio Istituto dei Sordi si rivolge a persone in condizione di disabilità uditiva, nel campo formativo, educativo, assistenziale e socio-sanitario, sociale e culturale. Oggi la Fondazione è attiva anche nel sostenere la ricerca sulla sordità, attraverso finanziamenti e l’istituzione del Premio “Don Giulio Tarra: ricerche sulla sordità”. Non manca, inoltre, l’impegno per assicurare l’accessibilità ad eventi, spettacoli e incontri per garantire loro, anche in questi ambiti, un’effettiva inclusione sociale.

La Chiesa non si è dimenticata delle persone con disabilità. “È un libro atteso”, rivela suor Veronica Donatello, responsabile del Settore per la Catechesi delle persone disabili dell’Ufficio catechistico nazionale Cei: “Dire includere, ma non avere strumenti adatti. Chiedere di accogliere la vita, ma non sapere come insegnare a un figlio a parlare o a pregare. È una questione basilare”. Lo spunto è fornito da Papa Francesco in Amoris laetitia: “I Padri hanno dedicato speciale attenzione anche ‘alle famiglie delle persone con disabilità, in cui l’handicap, che irrompe nella vita, genera una sfida, profonda e inattesa, e sconvolge gli equilibri, i desideri, le aspettative. […] Meritano grande ammirazione le famiglie che accettano con amore la difficile prova di un figlio disabile. Esse danno alla Chiesa e alla società una testimonianza preziosa di fedeltà al dono della vita. La famiglia potrà scoprire, insieme alla comunità cristiana, nuovi gesti e linguaggi, forme di comprensione e di identità, nel cammino di accoglienza e cura del mistero della fragilità. Le persone con disabilità costituiscono per la famiglia un dono e un’opportunità per crescere nell’amore, nel reciproco aiuto e nell’unità’”. Pochi giorni fa, in occasione del Natale, è lo stesso Papa Francesco a fare gli auguri in Lingua dei segni ai non udenti e a chiedere di pregare per lui, impartendo la benedizione.

Nei catechismi, sottolinea suor Donatello, “si parla di strumenti che possano aiutare la coppia a trasmettere la fede, dunque a generarla. Ma per farlo c’è bisogno di utilizzare il linguaggio dell’altro”. Il libro offre agli adulti l’occasione di apprendere la Lingua dei segni, ai piccoli di utilizzarla per pregare. Non sono poche, infatti, le persone sorde che hanno lavorato al progetto senza conoscere prima le preghiere, perché nessuno gliele aveva insegnate. “Le nostre diocesi devono sostenere questo lavoro – chiosa suor Donatello – perché è da loro che arriva il contributo fondamentale per cambiare la cultura”.