CIAK: gli studenti attori di un processo simulato nell’aula del tribunale

Gli studenti dell’Istituto Alberghiero “P. Mancini” e dell’Istituto Tecnico Agrario “G. Tommasi” di Cosenza hanno scelto un copione imperniato sul complesso fenomeno del cyberbullismo

Simulare un processo per educare i giovani alla legalità: questo è l’obiettivo del progetto CIAK: “un processo simulato… per evitare un vero processo” – giunto alla quarta edizione – che vede protagonisti gli allievi di numerose scuole secondarie calabresi. Promosso dal Centro Calabrese di Solidarietà, il progetto nasce da un’idea di Luciano Trovato – Presidente del Tribunale per i Minorenni di Catanzaro – e gode del patrocinio – tra gli altri – della Regione Calabria e del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza. Mettere in scena un processo non è semplice, ma i ragazzi, con grande entusiasmo, hanno accettato la sfida, vestendo i panni del pubblico ministero, del magistrato, degli avvocati, dei testimoni, della persona offesa e dell’imputato. La scelta di svolgere la simulazione nelle aule dei Palazzi di Giustizia, rende il progetto ancora più suggestivo, offrendo una rappresentazione quasi reale. Agli allievi di ogni scuola è affidato un copione incentrato su un particolare tipo di reato, che studiano guidati da docenti ed avvocati. Sabato 24 febbraio, nell’aula 16 del Tribunale bruzio, hanno partecipato alla simulazione gli studenti dell’Istituto Alberghiero “P. Mancini” e dell’Istituto Tecnico Agrario “G. Tommasi” di Cosenza, i quali hanno scelto un copione imperniato sul complesso fenomeno del cyberbullismo. Il processo simulato si è svolto alla presenza della dott.ssa Carmen Misasi, magistrato in carica presso il Tribunale di Cosenza, nonché della dott.ssa Rossella Marzullo e del dott. Mario Veltri, giudici onorari presso il Tribunale per i Minorenni di Catanzaro, dell’avv. Francesca Marica, coordinatrice del progetto e degli avv. ti Anna Filice, Anna Rita De Franco e Marietta De Rango, componenti della Camera Minorile cosentina. Il progetto si attesta come attività fortemente educativa e stimolante per il raggiungimento delle competenze di cittadinanza dei giovani, nonché fondamentale per far acquisire loro, con modalità prettamente laboratoriali, le regole essenziali della democrazia.