Territorio
“Ciudadania”. Sudamericani trasmigrano dove è ancora “estate”. Pur di lavorare…
Strutture ricettive ancora in piena attività in località come Tropea, Roccella Jonica e Reggio Calabria. Tanti i sudamericani che migrano dal medio-basso Tirreno cosentino nelle località dove è ancora viva la stagione estiva.
Mentre gli operatori del settore tracciano i bilanci dell’estate 2024, ci sono località nella nostra regione dove stabilimenti balneari e strutture ricettive sono ancora nel pieno.
Un fenomeno che interessa ai tanti giovani sudamericani che sono soprattutto sul litorale tirrenico cosentino e che si trovano con l’esigenza di dover lavorare per sopravvivere. Il medio – basso Tirreno bruzio si è ormai svuotato, con i cosentini che sono tornati alle normali attività quotidiane. Così, anche tanti lidi e ristoranti lavorano a scartamento ridotto. Il che significa meno necessità di personale. La stagione è per lo più conclusa, anche se permangono tanti turisti, italiani e stranieri, nelle località più iconiche della regione: da Scilla a Tropea a Reggio Calabria a Roccella Jonica, dove l’estate ormai dura da maggio a ottobre.
Così, per i tanti argentini che vivono a San Lucido, Paola, Fiumefreddo e Amantea è tempo di migrare, almeno momentaneamente, di certo in attesa di conseguire l’attesa cittadinanza italiana. Nella perla del Tirreno, Tropea, in tanti sono giunti proprio negli ultimi giorni, quando pizzerie e lidi lucitani e paolani hanno praticamente chiuso i battenti.
Una necessità per mantenersi, in attesa che i tempi per la cittadinanza siano maturi. La burocrazia, ci dicono, non è sempre veloce. Forse in estate tutto si rallenta, al netto della completezza della documentazione. “Ho lavorato per 2 mesi in una pizzeria a Fiumefreddo e ora sono venuta a Tropea per un mese”, ci dice una giovane che presta servizio in un pub della località vibonese.
“A San Lucido abbiamo lavorato tantissimo, e ora sono a Scilla per lavorare aspettando che mi chiamino dal comune per firmare la cittadinanza”, dice una giovanissima di Buenos Aires, che lavora in un B&B reggino”. “Dopo aver preso la cittadinanza – dice una collega – vorrei andare in Spagna”. E così fanno in tanti, mentre anche in città cresce il numero di ragazze e ragazzi impiegati nei bar e nei ristoranti in attesa dell’agognata ‘ciudadania’.