Come suona il museo dei Brettii e degli Enotri?

Sold out la prima di 'Cultural sound experience'. La playlist, cucita appositamente per l'evento, racconta e si collega ai reperti archeologici.

Associare un reperto archeologico ad un brano musicale. I nostri sensi si attivano e danno vita ad una sinestesia. Esperienza curiosa o surreale? Adagiata sulle rive del Crati e del Busento, Cosenza è una città in fermento. Lo è uno dei suoi musei, quello dei Brettii e degli Enotri, in cui l’arte non si è fermata neppure di fronte alla pandemia. In un momento storico in cui siamo alla ricerca delle nostre radici, per riscoprire la nostra identità possiamo iniziare dal museo. Riuscire a sentire di nuovo il rumore dei passi, vedere i visitatori di sempre e quelli nuovi infilarsi nelle sale è una conquista. Fin qui nulla di nuovo. Ma se i reperti si raccontano attraverso una selezione di brani musicali, allora l’idea si rivela vincente. “L’idea di ‘Cultural sound experience’ è nata durante la pandemia. Abbiamo approfittato dello stop forzato per investire in formazione e vedere in che modo tornare alla normalità, a pensare a nuove forme di musealizzazione e di fruizione dei luoghi. Stava venendo sempre più fuori il connubio tra musei e l’utilizzo di app come Spotify. Abbiamo pensato: “Perché non farlo qui a Cosenza, una città con il suo patrimonio museale”.

A dirlo è Carmela Bilotto, la guida turistica che ha preparato la selezione dei brani musicali che hanno accompagnato la visita guidata nelle sale del museo archeologico dei Brettii e degli Enotri per la ‘Cultural sound experience’. Gli obiettivi sono diversi: “mostrare che i musei possono essere social e al passo con i tempi; far sì che attraverso queste nuove metodologie di fruizione si possono avvicinare utenti, anche quelli più scettici, al museo archeologico”. Cosa può rappresentare l’evento per la città? “Uno dei modi per godere del patrimonio che abbiamo, facendo un’esperienza intima con ciò che si vede di ciò che si ascolta. Può essere la prima di tante esperienze che ognuno può personalizzare; uno può creare la propria playlist e andare a visitare il centro storico, un altro museo, interrogandosi sulle correlazioni tra musica e arte”, prosegue Carmela.

Reperti archeologici che raccontano vite vere, perché in fondo loro non sono così lontani e così estranei a noi e al nostro hic ed nunc. Reperti che provengono da un passato non immaginario. Vita vera vissuta che si intreccia con la modernità. Perle, fibule di foggia diversa che testimoniano i diversi stati sociali; l’uso dei monili e la moda che cambia nel tempo, oggi come ieri. E se la musica accompagna e scandisce alcuni momenti della nostra giornata, perché non farlo in un museo? A credere nella bellezza del progetto un team tutto al femminile: Maria Cerzoso, direttrice del museo dei Brettii e degli Enotri, Stefania Mancuso e Silvia Di Napoli della Museion srl, la società concessionaria dei servizi del museo. Come suona il museo dei Brettii e degli Enotri? Una playlist ‘sartoriale’ su Spotify, cucita appositamente per l’evento; i reperti sono l’ordito e noi muoviamo la trama, cioè la musica, che si intreccia, si mescola e dà vita a possibilità sempre nuove. La visita guidata nelle sale si alterna all’ascolto della selezione dei brani, “frutto di un lavoro ponderato- specifica Carmela Bilotto-. Era necessario che riflettesse il meno possibile i gusti personali; l’intento era quello di creare una playlist eterogenea. Ogni pezzo ha ragione di essere nella playlist, ci racconta e si collega ad un reperto o ad un momento storico”. Sold out per i due turni della prima di questo evento, visto il successo si spera in una replica: “L’intento c’è. Vorremmo anche lavorare per apportare qualche modifica, magari”, spiega Carmela, “Siamo stati felici di avviare delle sperimentazioni, anche per raggiungere un target di pubblico più giovane che ha più dimestichezza con app come Spotify. Credo sia un modo nuovo per fruire del museo. Dietro a tutto c’è uno studio dettagliato: ogni brano è stato calato all’interno di un contesto archeologico. È un inizio, naturalmente è una forma di sperimentazione; speriamo di creare nuove iniziative sulla scia di questo. Speravo nel sold out, credo che le novità debbano essere colte. Ringrazio Museion che ha saputo organizzare l’iniziativa e investire sulla novità”, spiega Maria Cerzoso. L’estate 2021 si vive “nella gioia di poter essere aperti, per noi è una grande conquista. Il museo sarà aperto alle visite, a settembre riprenderemo le nostre attività che comprendono presentazioni di libri, iniziative, concerti, speriamo di poterlo fare in sicurezza. Stiamo lavorando inoltre per la realizzazione di una mostra in collaborazione con le istituzioni del Ministero dei Beni culturali della città”, conclude.