Con Francesco l’ecumenismo si fa spiritualità

Rinnovamento nello Spirito Santo ha accolto l'esortazione del Santo Padre (1° giugno 2014), a dare "una testimonianza di ecumenismo spirituale" come strada di unità e pace. Evocato in diversi interventi l'"ecumenismo del sangue" che, ha spiegato Papa Francesco, spinge "quelli che odiano Gesù Cristo" a uccidere qualcuno per il solo fatto di essere cristiano.

La risposta del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns) all’invito del Papa dello scorso gennaio, non poteva essere più calorosa ed entusiastica di quella data dalle oltre 30mila persone che nel pomeriggio di ieri (3 luglio) hanno partecipato in piazza San Pietro al concerto-preghiera ecumenico “Vie di unità e di pace. Voci in preghiera per i martiri di oggi e per un ecumenismo spirituale”, che ha aperto la 38ma convocazione nazionale del Rns. Un momento spirituale che si è concluso con l’incontro con Papa Francesco. Una piazza festosa che ha accolto, nonostante l’afa estiva mitigata solo in parte da un temporale, l’esortazione del Santo Padre, il 1° giugno 2014, a dare “una testimonianza di ecumenismo spirituale” come strada di unità e pace. Evocato in diversi interventi l’“ecumenismo del sangue” che, ha spiegato Papa Francesco, spinge “quelli che odiano Gesù Cristo” a uccidere qualcuno per il solo fatto di essere cristiano, come i 23 egiziani copti sgozzati sulla spiaggia libica. E proprio la lettura del passaggio dell’omelia nella Messa del Papa per i 100 anni dal “martirio” armeno (lo scorso 12 aprile), sul “grido di tanti nostri fratelli e sorelle inermi, che a causa della loro fede in Cristo o della loro appartenenza etnica vengono pubblicamente e atrocemente uccisi – decapitati, crocifissi, bruciati vivi -, oppure costretti ad abbandonare la loro terra”, ha aperto l’evento cui hanno partecipato Andrea Bocelli, l’israeliana Noa, Don Moen (Usa), Darlene Zschech (Australia) e diversi delegati ecumenici delle Chiese cattolica, ortodossa, evangelica. La preghiera del Papa. “Gesù, Signore, tu hai chiesto per tutti noi la grazia dell’unità in questa Chiesa che è Tua, non è nostra”, la preghiera ecumenica scaturita dal cuore di Francesco mentre vescovi, pastori, artisti, testimoni e persone comuni si tenevano per mano. “La storia ci ha divisi. Gesù, aiutaci ad andare sulla strada dell’unità o di questa diversità riconciliata”. Sulla potenza della preghiera e sulla “necessità e bellezza della fraternità tra cristiani” si è soffermato in apertura il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei. “La nostra preghiera – ha detto – sale potente al cielo”, è segno “della nostra passione per l’unità dei cristiani”. Si tratta di “un’urgenza dinanzi ai drammi del mondo”, ha chiosato Salvatore Martinez, presidente del RnS, salutando il Pontefice. “L’unità della fede” e “la guarigione delle ferite derivanti dalle divisioni del passato e del presente” sono state al centro dell’invocazione di Louie Giglio, pastore della Chiesa non denominazionale “Passion City” in Atlanta, e di Giovanni Traettino, presidente della Chiesa evangelica della riconciliazione in Italia. “Perdonaci se abbiamo posto altri nomi al di sopra del nome di Gesù”, ha aggiunto Jonas Jonson, pastore della Chiesa evangelica luterana in Svezia, mentre Atanasio Matti Shaba Matoka, arcivescovo emerito siro cattolico di Baghdad, in rappresentanza di Sua Beatitudine Ignazio Giuseppe III Younan, ha chiesto che nel nome di Gesù “la vita trionfi sulla morte, la verità sulla menzogna”. Ecumenismo del sangue. Il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, ha chiesto al Signore di donare alle vittime della fede “la forza e il coraggio per rimanere fedeli”, e ai loro carnefici “la conversione”. Una preghiera allo Spirito Santo affinché “il sangue dei martiri fecondi la storia” è stata fatta da monsignor Barnaba El Soryani, delegato da Sua Santità Teodoro II, Papa d’Alessandria e capo della Chiesa copta ortodossa, e da David Moxon, vescovo anglicano rappresentante dell’arcivescovo di Canterbury Justin Welby presso la Santa Sede. A chiedere “un gesto di pace, riconciliazione, amicizia e fratellanza” nel nome di Cristo, è stato il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese orientali. Corrente di grazia. Dalla cantante Noail ringraziamento al Papa perché “dà nuovo senso alla parola ‘Ama tuo fratello come te stesso’”, mentre Andrea Bocelli ha osservato: “Questa piazza piena di gente” è “motivo di grande speranza”. Un crescendo, l’emozione sulle note delle loro voci, soprattutto quando hanno cantato in duetto “Beautiful that way”. Toccante la testimonianza di Vittorio Aliquò, l’unico sopravvissuto al Pool antimafia di Palermo che ha evocato, fra gli altri, la figura di don Pino Puglisi: “Ho visto tanto, tanto sangue innocente scorrere sotto i miei occhi. Guardando ai martiri di oggi e di ieri, e pensando alle nuove generazioni, vorrei dire che la memoria di questo sangue versato nelle strade delle nostre città non deve essere cancellata”. Di qui il commosso ringraziamento al Papa, “perché continuamente ci esorta a combattere il male e a difendere il bene, facendo del comandamento dell’amore e del perdono la nostra vera ragione di vita”. Oggi (4 luglio) la convocazione prosegue allo stadio Olimpico di Roma. Prossimo appuntamento, ha rilanciato Francesco, nel 2017, ancora in piazza San Pietro, in occasione della solennità di Pentecoste.