Città
Concessa la proroga al Banco alimentare

Fino a fine febbraio l’associazione resta a Montalto
La notizia della sospensione delle attività da parte del Banco Alimentare ha lasciato un po’ tutti i sgomenti. “Col Banco Alimentare, insieme alla proprietà, abbiamo fatto diversi incontri per cercare di evitare la sospensione dell’attività, in modo tale da poter far erogare il servizio all’interno della struttura, mettendo anche a disposizione alcuni locali a titolo gratuito da parte dell’Ente. Lì vicino a pochi metri ci sono una scuola, la struttura di Fincalabra, ci sono dei capannoni di nostra proprietà che avevamo messo a servizio, anche perché avevamo già dato disponibilità al Banco per distribuire lì, cosa che è stata fatta in questi mesi. È normale che nel momento in cui si propongono diverse soluzioni e ogni soluzione poi non viene tenuta in considerazione, diventa anche difficile continuare la discussione, perché noi avevamo chiuso la trattativa per rimanere dove sono, invece stanno valutando delle ipotesi diverse”. Così racconta a Parola di Vita Biagio Faragalli, sindaco di Montalto Uffugo, sul caso che vede il Banco Alimentare in prima fila. L’Associazione, ricordiamo, presente sul territorio montaltese da anni, è stato costretto a lasciare la storica sede che sorge in alcuni capannoni dell’ex Comac dopo che questo è stato venduto all’asta a dicembre e si è trovato quindi ad avere un nuovo proprietario. La scorsa settimana sulle nostre pagine abbiamo raccontato la vicenda sentendo il direttore Gianni Romeo. Due giorni fa una notizia che aveva aperto uno spiraglio di luce: la proroga fino a fine febbraio. Dietro a questo slittamento, l’ulteriore impegno del primo cittadino: “Ci siamo messi ulteriormente a disposizione. È stata accordata la proroga fino al 28 febbraio, in questo momento l’erogazione è sospesa in attesa del trasferimento, però le famiglie non dovrebbero avere problemi perché il pacco di gennaio verrà distribuito nel mese di febbraio. Le diverse proposte messe sul tavolo dall’amministrazione comunale si sono trasformate in un nulla di fatto: “Abbiamo avanzato diverse proposte: rimanere dove sono, la prima; spostarsi in un capannone adiacente a quello dove ha attualmente sede il Banco alimentare; mettere a disposizione locali di nostra proprietà”, spiega. E aggiunge: “Abbiamo poi effettuato una serie di ricerche sul territorio di Montalto per cercare di trovare dei capannoni che rispettassero le esigenze del Banco Alimentare, però la loro volontà è quella di spostarsi nel comune di Rende”. In attesa di una soluzione definitiva, si può tirare un sospiro di sollievo ancora un mese, grazie alla soluzione tampone a cui ha lavorato anche il sindaco Faragalli: “Credo che sia il minimo che un’amministrazione possa fare”, dice, non nascondendo però l’amarezza per non essere riuscito ad evitare il trasferimento in un altro comune: “Mi dispiace, onestamente però non posso prendermi una responsabilità che non ho. Se fossimo stati fermi a subire, allora va bene, ma abbiamo avanzato diverse proposte, anche la possibilità di valutare l’ipotesi di un terreno di nostra proprietà per la realizzazione di un capannone, e nello stesso tempo rimanere dove sono. Questo è stato l’iter che abbiamo seguito, vediamo come si evolve. Pare che l’ipotesi del trasferimento nella zona industriale di Rende ad oggi non sia stata completamente definita, quindi non si sa qual è la direzione”. Un pacco non è un semplice pacco. Dietro ci sono uomini, donne e bambini con le loro storie di bisogno che profumano di dignità. Non è semplice cibo: è non sentire i morsi della fame e assicurarsi la possibilità di portare un pasto caldo in tavola. Ad attendere il pacco a Montalto Uffugo sono 397 famiglie. Quella del Banco è una funzione essenziale anche dal punto di vista sociale. Quale l’opinione dei cittadini montaltesi? “All’inizio sembrava quasi una responsabilità dell’amministrazione comunale. Come lei ben sa, nel momento in cui un’utenza del genere viene meno, il primo ad essere additato come responsabile è l’amministrazione comunale, poi, però, nel momento in cui abbiamo fatto valere le ragioni e soprattutto reso note le proposte avanzate al Banco, è normale che secondo me cambia il modo di ragionare”, la chiosa finale del sindaco.