Concistoro, papa Francesco: riforma curia non fine a se stessa, serve parresia

Per Francesco, la meta è "favorire maggiore armonia al lavoro dei vari dicasteri e uffici, per realizzare una più efficace collaborazione in quella assoluta trasparenza che identifica la vera sinodalità e collegialità"

La riforma della Curia “non è fine a se stessa”: richiede “tempo, determinazione e collaborazione di tutti”, “parresia, fedeltà al magistero e consapevolezza che tutto ciò concorre alla legge suprema, ossia legge della ‘salus animarum”. A spiegarlo ai cardinali riuniti oggi in Vaticano per il Concistoro è stato il Papa, che ha aperto l’assise dando il benvenuto ai 20 nuovi porporati e facendo un discorso di introduzione durato circa cinque minuti. “Come è bello e come è dolce che i fratelli vivano insieme”, ha esordito Francesco salutando i 20 nuovi cardinali che domani riceveranno la “berretta” dalle sue mani: “A loro e a tutti rivolgo un cordiale saluto: benvenuti in questa comunità che si esprime nella collegialità!”. Poi il “grazie” del Papa a “tutti coloro che hanno collaborato a questo evento”, a partire dal cardinale decano, Angelo Sodano, dal coordinatore del C9, il cardinale Óscar Rodríguez Maradiaga, e dal coordinatore e segretario del gruppo di cardinali che affiancano il Santo Padre nell’opera di riforma della Curia, monsignor Marcello Semeraro: “Quello che fa il lavoro”, lo ha definito il Pontefice.

La mèta – ha ricordato il Papa a proposito del lavoro di riforma che attende i cardinali – è sempre la stessa: favorire maggiore armonia al lavoro dei vari dicasteri e uffici, per realizzare una più efficace collaborazione in quella assoluta trasparenza che identifica la vera sinodalità e collegialità”. “La riforma della Curia – ha proseguito – non è fine a se stessa”, ma serve “per promuovere l’evangelizzazione, rafforzare lo spirito ecumenico, incoraggiare un dialogo costruttivo con tutti”. Altro obiettivo della riforma, “auspicata dalla maggioranza de cardinali nelle Congregazioni che si sono svolte prima del Conclave”, ha proseguito il Santo Padre, è quello di “perfezionare ancora di più l’identità della Curia Romana”, nel suo compito di “coadiuvare il successore di Pietro nell’opera che svolge per il bene nel servizio alla Chiesa universale e alle Chiese particolari, rafforzare l’unità di fede, la comunione del popolo di Dio e promuovere l’azione della Chiesa nel mondo”.

Non è facile”, ha ammesso il Papa: “Richiede tempo, determinazione e collaborazione di tutti”, ma “soprattutto l’affidamento allo Spirito Santo, che è la vera guida della Chiesa”, e che aiuta i suoi membri nel “discernimento”. Ci vuole “parresia, fedeltà al magistero e consapevolezza che tutto ciò concorre alla legge suprema, ossia alla legge della ‘salus animarum’”. All’inizio del suo discorso, il Papa ha fatto anche il “programma” della prima giornata del Concistoro, ricordando che “oggi monsignor Semeraro ci presenta la sintesi del lavoro svolto in questi ultimi mesi per il lavoro di riforma della Curia”, al quale “sono arrivati tanti suggerimenti, dai capi dei responsabili dei Dicasteri e dagli esperti in materia”.