Chiese di Calabria
Convegno vocazionale regionale, in cammino verso il Sinodo dei giovani
Il direttore dell'Ufficio regionale don Sicari: "una Chiesa che vive l’uscita missionaria e trasmette la gioia di vivere il vangelo sia una chiesa a cui stanno a cuore e quindi coinvolge, educa e accompagna i giovani nel loro cammino, aiutandoli a trovare la strada che conduce a Cristo e a riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza".
In preparazione al prossimo Sinodo dei Vescovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, gli animatori vocazionali e i responsabili dei centri diocesani vocazioni della Calabria si sono ritrovati presso il Seminario “S.Pio X” di Catanzaro per un incontro e una giornata di riflessione promossa dall’ufficio regionale per la pastorale delle vocazioni, della Conferenza episcopale Calabra.
Nel suo intervento di saluto, il direttore regionale per la pastorale vocazionale don Francesco Sicari, ha rimarcato in modo chiaro come una Chiesa che vive l’uscita missionaria e trasmette la gioia di vivere il vangelo sia una chiesa a cui stanno a cuore e quindi coinvolge, educa e accompagna i giovani nel loro cammino, aiutandoli a trovare la strada che conduce a Cristo e a riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza. Per don Sicari, questa passione deve diventare un pungolo per non dormire sonni tranquilli o proporre una pastorale vocazionale stanca, ripetitiva e di conservazione. La pastorale vocazionale, secondo il direttore regionale, deve essere vissuta come un itinerario di fede, di annuncio che interroga e provoca risposte; non la pastorale dei grandi eventi o dei grandi numeri, ma la pastorale del contagio silenzioso, del vieni e vedi, dello stare accanto, prestando tempo all’ascolto. In questa ottica, urge sempre più riscoprire anche la sinergia e l’alleanza tra la pastorale vocazionale e quella giovanile, cosi come già sottolineato dal Papa e dal documento preparatorio al Sinodo. Ed è proprio nella prospettiva di un camminare insieme, condividendo insieme riflessioni e percorsi, a tenere la relazione di fondo della mattinata è stato don Ivan Rauti, responsabile del servizio di pastorale giovanile della nostra regione, su un tema quanto mai affascinante e attuale: la sfida aperta dell’educare alla fede.
Molte le provocazioni e le suggestioni che don Rauti ha voluto porre sul terreno della riflessione da parte degli animatori vocazionali. Certamente educare oggi alla fede è una sfida aperta perché siamo di fronte ad un cambiamento di epoca, che non si può disattendere o sminuire continuando a vivere e a pensare come prima, e rifugiandosi in facili nostalgismi. Se evangelizzare significa vivere nell’oggi della storia, per don Rauti bisogna avere il coraggio fare proprie come chiesa alcune sfide: capire i giovani dentro la cultura di oggi e riconoscere che di fronte alle porte chiuse i giovani non danno più spallate, ma se ne vanno altrove; vivere la missione di una chiesa che vuole essere lievito nella pasta, non in barricata contro, ma nell’alleanza con il mondo, che serve e guarda questo mondo secolarizzato con uno sguardo di tenerezza scegliendo di giocare in perdita, senza paura di perdere poteri o sicurezze; una chiesa che sceglie con cura le parole da non dire, ripensando i linguaggi con cui esprimere oggi la fede, vincendo così la paura di cambiare perché sempre si è fatto cosi; una chiesa che ripensa la vocazione, superando alcune visioni soprannaturalistiche fuorvianti e deresponsabilizzanti, con il conseguente coraggio di saper destrutturare gli stessi percorsi di discernimento nei seminari e nella vita consacrata. vivere la fede anzitutto come un incontro che trasforma l’anima, la mente e le forze, ritornando alla radicalità del vangelo e imparando ad essere scomodi e a dare fastidio perché si è radicali, in quanto si è come Gesù, sull’esempio dei primi martiri della vita della Chiesa. Le tante provocazioni lanciate dalla relazione del responsabile regionale di pastorale giovanile sono sfociate in un approfondito dibattito, a testimonianza del grande fermento che coinvolge tutti gli operatori pastorali chiamati a stare a fianco dei giovani per ascoltare, discernere e accompagnare l’opera che lo Spirito ha già iniziato nel loro cuore.