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Cosenza altra doccia semifredda, con lo Spezia pareggia. Contestato Guarascio
A Rivière risponde Ragusa. I Lupi non approfittano del vantaggio numerico nel finale. Giallo il fallo finale su Bruccini, mentre Guarascio viene contestato da Tribuna e Curva.
Finisce con i fischi e la rabbia. I primi rivolti al presidente Guarascio e alla squadra a fine gara. Una parte (consistente) al direttore di gara, che sembra non vedere un rigore nel finale su Bruccini (su cui va chiarita la posizione, se prima o dopo la linea dell’aria di rigore). La rabbia verso la compagine silana, ancora a secco di risultato e rimontata per l‘ ennesima volta dopo essersi portata in vantaggio. Rabbia per la situazione di classifica. Tribuna B e Corsa Sud, da tempo divise, si ricompattano nella contestazione contro il numero uno del sodalizio rossoblù. Uno striscione, dove la s viene storpiata con il simbolo dei soldi e il durissimo reclamo finale: “Noi vogliamo un presidente”. Manca la gioia, dunque, dopo che Rivière aveva fatto sperare, ma che Ragusa ha chiuso. Cosenza che nelle ultime 8 partite (compresa questa) ha vinto una sola volta. Una squadra che vince poco, perde e pareggia troppo. Proprio contro un avversario che era compreso nella parte bassa della graduatoria e poteva dare ossigeno ai rossoblù.
Le scelte di Braglia e Italiano.
Piero Braglia cambia totalmente il dispiegamento tattico della sua squadra. Né 4-3-3, né 4-2-3-1, ma ritorno alle origini. La novità è il 4-3-1-2 (iniziale). Machach parte da trequartista, mentre Bàez scala fin indietro sulla mezz’ala di campo al posto di Sciaudone in insieme con Kanouté e Bruccini. In difesa, turno di riposo per Legittimo, sostituito da D’Orazio decisamente più in forma rispetto alla primissima parte della stagione. Bittante a destra, mentre Monaco e Capela tornano entrambi in maglia rossoblù dal primo minuto. Coppia d’attacco composta da Rivière e Pierini. Vincenzo Italiano porta avanti la tradizione “offensivista” del suo Spezia. Ragusa batte la concorrenza e si schiera largo a destra nel tridente di attaccanti, mentre Bartolomei è il faro del centrocampo. In difesa titolare l’ex Manuel Ramos.
Il gioco tattico rossoblù e la bella girata di Rivière.
La scelta di Braglia ha dei rischi, ma dei nessi razionali di fondo. Il Cosenza schierato in campo dimostra una conformazione tattica “bicefala”. Una parte offensiva, ovvero la catena di sinistra dove agiscono Bàez e Pierini (con il sostegno di Machach). Un’altra difensiva, dove Bruccini, e in una certa misura Kanouté, sono chiamati a coprire le progressioni dei liguri. L’intento trova un immediato impatto. Bartolomei, centro di congiunzione tra centrocampo e difesa, marcando il funambolo Machach lascia aperto alle sue spalle un varco entro il quale Rivierè e Pierini affondano moltiplicando i problemi a Capradossi e soci. A parte un lampo di Gudjohnesen e un tocco a vuoto di Capela, dopo appena 5 minuti di gioco Rivière riesce a sfondare centralmente impegnando l’ex promessa dell’Udinese Simone Scuffet.
La manovra rossoblù avvolge lo Spezia a sinistra. Bàez fa salire la barra centrale fino sulla corsia mancina, dove si viene a creare un indotto di calciatori silani che arrecano non pochi danni al giovane Ferrer. Il gioco rossoblù entusiasma, tant’è che lo stadio risponde fragoroso. Il problema viene a sorgere quando iniziano le folate spezzine che sbattono la lieve linea intermedia rossoblù, che non annovera calciatori sufficienti a contrastare nella fase di interdizione. Al 14’ il primo squillo lo contribuisce a fare Antonino Ragusa. Broglia se ne rende conto coprendosi. Al 25’, Bàez e Machach vanno, rispettivamente, sulla corsia destra e sinistra. E’ il momento del 4-4-2, con la partita che entra in una fase di stallo. Nelle situazioni incerte, chi può prevalere è l’esperto. Al 38’, una decina di secondi dopo che Kanouté (botta da lontano con portiere avversario fuori dai pali) stava per poco facendo venire giù lo stadio, Rivière stacca con un calcio destro in girata il corner di Bàez.
Altra doccia semifredda. Curva e Tribuna contestano Guarascio.
Il Cosenza va in vantaggio, ma non è nelle condizioni di stabilire il suo ordine sulla gara. Un falla che vincola la formazione allenata da Piero Braglia a soffrire e vedersi, al 18’, lo Spezia pareggiare. Il gol di Ragusa, arrivato dopo due sponde con Maggiore e Gudjohnsen ferisce la difesa e respinge all’indietro (ancora una volta e come nelle ultime due giornate) l’avanzata (altamente debole) rossoblù. Braglia mette dentro Sciaudone (per equilibrare l’undici al posto di Machach), Carretta (in sostituzione di Bàez, al fine di rafforzare la dote offensiva) e Greco (Kanouté, che rimpiazza un giocatore dell’eguale ruolo). A ciò si aggiunge l’espulsione dell’ex Ramos, per doppia ammonizione dopo aver steso Carretta. Niente, però, è di aiuto. Né il direttore di gara sembra non vedere un intervento netto ai danni di Bruccini, su cui va chiarito meglio la posizione se sul limite o poco dopo la linea dell’area di rigore. Intanto, Tribuna B e Curva Sud ritrovano un punto in comune: la contestazione antiguarasciana. Inizia la Bergamini, segue la B esponendo uno striscione con il nome del presidente con il simbolo del denaro, che ne storpia la S. Un finale rosso, di rabbia.
Foto Cosenza Calcio