Sport
Cosenza, boccone amaro di un silenzio incomprensibile
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In città si parla tanto di calcio, ma il Cosenza calcio non parla. La nave affonda e la partita col Cittadella vale almeno un po’ di speranza
A Cosenza di calcio si parla tanto, perché i fatti parlano. Chi non parla, anche quando il clamore è forte, è proprio la società. Clamorosamente, contro ogni buona prassi. Vieppiú, perché tra ambasce e defaillance sportive ed extra campo, ora si evita pure di far parlare il tecnico, che magari rischia di finire sull’altare come caprio espiatorio perché, in fondo, conviene e la squadra è ultima.
Errare è umano, perseverare invece evidentemente diabolico. Sì, perché è manifesto il contegno di una società che, nella stagione 24-25, sta confezionando un florilegio di errori, come un bouquet di fiori di commiato da servire a una tifoseria che è attaccata solo al respiratore della passione.
Proprio questo fa dire, nonostante tutto, nonostante il -4 cristallizzato, che la speranza è ultima a morire. E che forse, dovesse arrivare la vittoria contro il Cittadella, qualche chance di mantenere la categoria c’è.
Ma basterebbe questo nel grigiore generale attuale, quando anche il social media manager va via, i calciatori non vogliono venire perché non c’è appeal (ti ricordi Trinchera) e la società pensa di “portare un amico allo stadio” mentre s’è fatta nemica di tutti quelli che amano questi colori?