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Da Cesena il messaggio è chiaro: il Cosenza deve essere rinforzato
Gli errori difensivi che hanno determinato la sconfitta in Romagna impongono una riflessione seria alla società. Mister Massimiliano Alvini va aiutato
È il periodo più difficile del campionato del Cosenza. Lo fu anche l’anno scorso, alla vigilia del Natale.
Le due sconfitte contro Frosinone e Cesena, al di là della forza dell’avversario, sono ulteriori campanelli che suonano per ricordare, a chi di dovere, che questa rosa va rinforzata. La classifica non rende merito del campionato svolto finora, ma le lacune sono altrettanto chiare, come peraltro lo stesso Alvini sa bene.
La sconfitta contro il “Cavalluccio” ha detto ancora una volta le amnesie e insufficienze difensive, più volte evidenziate da queste colonne. Il tecnico rossoblù ha confermato gli errori visti in campo, evidenziando come questo Cosenza si sia facendo male da solo.
Contro i romagnoli fuori Martino e Dalle Mura, hanno giocato da titolari Hristov e Venturi. Ma è da Caporale che sono arrivate le falle maggiori. Forse l’ex Lecco, di cui non si discute l’apporto finora dato, avrebbe bisogno di rifiatare un po’. Non può essere più considerata una mera scelta tecnica, invece, l’esclusione di Michele Camporese, che non assaggia il campo da due mesi. Stessa cosa dicasi per D’Orazio, che pure è stato un pilastro degli ultimi 18 mesi.
Alvini fa quadrato, tiene al riparo i suoi, e fa anche bene, perché lo spogliatoio è sereno, ma a questo punto è chiaro che dietro le scelte di formazione ci siano motivazioni più ampie. Le amnesie difensive e le tante occasioni concesse al Cesena, dunque, confermano la necessità di intervenire sul mercato con almeno un giocatore di categoria nel reparto arretrato, ovvero nel terzetto difensivo.
Non si può negare l’impegno di questi calciatori, così come è evidente il gioco discreto che si vede in campo e anche la capacità di andare al tiro, ma l’impressione è che questi ragazzi abbiano dato più di quanto ci si aspettava. La serie B sembra dare tante prove d’appello, ma il Cosenza ha già sul groppone quattro punti di penalità, e alla fine l’esperienza e la tecnica ti salvano. Questo Cosenza ha bisogno di maggiori certezze tecniche.
Se a questo si aggiunge l’ennesimo torto arbitrale, allora si fa ancora più difficile. Perché neanche gli episodi girano a favore.
Il Cosenza, da questo punto di vista, merita più rispetto, perché un rigore o un gol negato incidono sull’equilibrio di un torneo così livellato.
Se fino a qualche settimana fa le certezze nel carniere di Alvino sembravano tante, ora qualche dubbio è lecito. Oltre alle situazioni di Camporese e D’Orazio, non si comprende l’apporto reale che Ciervo possa dare a queara squadra. Da calciatore in grado di dare superiorità sulla fascia, a uomo sacrificabile così facilmente, il suo protagonismo è cambiato.
Lo stesso Florenzi, motorino inesauribile, sembra a volte vittima dell’anarchismo tattico in cui si è andato a cacciare. Il girone di andata di Kourfalidis e José Mauri impone correttivi in sede di mercato. Davanti, invece, come già detto ampiamente, manca lo stoccatore. Eppure questa squadra, andando a Cesena, si presenta più volte davanti la porta, come con Kouan e con Fumagalli, fa il 60% di possesso palla, si sacrifica.
Mister Massimiliano Alvini, prima per l’uomo poi per il tecnico che è avrebbe meritato scenari diversi. Si sta facendo volere bene dalla piazza, dai calciatori, dagli stessi giornalisti, che stanno proteggendo la squadra come non mai.
Adesso però bisogna dargli una mano perché ancora una volta bisogna sudarsi l’obiettivo della salvezza.