Attualità
Dai panifici romani il “pane sospeso” ai pellegrini poveri
Nei panifici che hanno aderito all’iniziativa della Cna Lazio, sarà possibile acquistare con una modica cifra il ''pane dell’accoglienza''. Lo si potrà depositare in un cesto per metterlo a disposizione dei pellegrini meno fortunati. Sino ad ora hanno aderito 40 panificatori che prepareranno un pane artigianale e con farine a chilometro zero
Dopo il caffè sospeso e la pizza in sospeso a Napoli, ecco che a Roma arriva il “pane dell’accoglienza” per il Giubileo. Un pane realizzato con farine macinate a chilometro zero e contrassegnato dalla croce francescana: è un progetto della Cna Lazio. Il progetto prevede la creazione di una rete di forni, disponibile a partire da dicembre sul sito della Cna di Roma (www.cnapmi.org), dove sarà possibile comprare una pagnotta di pane dell’accoglienza da lasciare in un cesto, a disposizione dei turisti in pellegrinaggio a Roma per il Giubileo. “Un regalo simbolico della città, sul modello del ‘caffè sospeso’ di Napoli, a testimonianza di come i forni siano radicati sul territorio. Perché il mestiere del panificatore, pur trasformatosi per seguire l’evoluzione dei tempi, resta un punto di riferimento nei quartieri, proprio come la piazza, la parrocchia e la barberia”, afferma Claudio Capezzuoli, responsabile Cna Alimentare Roma.Un gesto simbolico per il Giubileo della Misericordia. Il “pane dell’accoglienza” è un’evoluzione del “pane di Roma”, nato qualche anno fa da un’idea di Bernardino Bartocci, presidente dell’Associazione panificatori aderente alla Cna di Roma, che ha utilizzato “un 70% di farine di grano tenero poco raffinate e un 30% di farine di grano duro”. Ora, racconta Bartocci, “abbiamo modificato la ricetta con farine del territorio regionale e macinate a pietra”. E questo pane potrà essere offerto a chi è in difficoltà: “Quando Papa Francesco ha annunciato il Giubileo straordinario della Misericordia – ricorda il presidente dell’Associazione panificatori – abbiamo pensato di chiamarlo pane di Roma e dell’accoglienza. La particolarità è che sulla pagnotta sarà incisa una croce Tau e, soprattutto, potrà essere pagata e lasciata al forno per i pellegrini che arriveranno per il Giubileo. Avremo una mappa dei forni che aderiranno all’iniziativa che sta suscitando sicuramente interesse: come non pensare al valore simbolico e spirituale del pane? E, poi, il pane resta sempre, anche se in misura minore rispetto al passato, uno degli elementi fondamentali delle nostre tavole”. Per tutti questi motivi, precisa, “vogliamo offrire un piccolo segno per un evento bello come il Giubileo indetto da Papa Francesco”. Già alcuni anni fa, i panificatori romani vollero offrire a un altro Papa, Giovanni Paolo II, un simbolo del loro affetto e della loro stima per lui: “un presepe fatto di pane”. Finora hanno deciso di partecipare al progetto una quarantina di forni, ma è ancora possibile aderire o chiedere informazioni scrivendo alla mail: info@cnapmi.com. “Sono sicuro che il numero è destinato a crescere ulteriormente: contiamo di arrivare al Giubileo con una presenza distribuita sul territorio per far conoscere uno dei tanti prodotti che solo gli italiani sanno fare, realizzato con ingredienti del territorio romano”, assicura Bartocci. Ogni pagnotta peserà circa mezzo chilo e sarà disponibile nei forni abilitati anche alla vendita diretta al pubblico. Il valore della pagnotta oscillerà tra i due e i due euro e mezzo. “L’idea – spiega il presidente dell’Associazione dei panificatori aderente alla Cna di Roma – è che, oltre a offrire un prodotto di qualità realizzato in modo ecologico con farine a chilometro zero, si possa fare un gesto, anche piccolo, di solidarietà. Inoltre, essendo realizzata con prodotti genuini e grazie al tipo di lavorazione utilizzata, la pagnotta non andrà sprecata perché sarà buona da mangiare almeno per quattro giorni”. Non è escluso, assicura Bartocci, che gli stessi fornai, oltre ai clienti, metteranno a disposizione dei meno fortunati delle pagnotte durante l’Anno straordinario della Misericordia: “Nel Dna del fornaio è iscritta la generosità; non a caso, anche nei momenti difficili, come durante i terremoti, cerchiamo sempre di lavorare per non far mancare un alimento base come il pane; ma sono sicuro – conclude Bartocci – che saranno moltissimi i clienti che lasceranno il pane dell’accoglienza in sospeso per i pellegrini in difficoltà”.