Dicastero unità cristiani: varcare la porta dietro a Cristo

Una nota del Vaticano mentre all’inaugurazione del Giubileo partecipano rappresentanti di altre confessioni. Nel 2025 l’anno santo coincide con i 1700 anni del concilio di Nicea

Il Giubileo Ordinario dell’anno 2025, celebrazione propria della Chiesa cattolica, coincide con un
anniversario significativo per tutti i cristiani: il 1700° anniversario della celebrazione del primo Concilio
Ecumenico, il Concilio di Nicea. Il Concilio di Nicea cercò di preservare l’unità della Chiesa, minata dalla negazione, da parte di alcuni, della piena divinità di Gesù Cristo e quindi anche della sua consustanzialità con il Padre. Per grazia dello Spirito Santo, i Padri del Concilio di Nicea approvarono all’unanimità il Credo
che ancora oggi recitiamo ogni domenica durante la celebrazione dell’Eucaristia (cfr Bolla di Indizione, Spes non confundit §17).
La Porta Santa è il segno preminente del Giubileo, poiché l’obiettivo tradizionale del pellegrino giubilare è quello di attraversarla. Il Rito di Apertura della Porta Santa per il Giubileo del 2025 sottolinea l’insegnamento del Concilio di Nicea che la Natività del Signore è la venuta della “luce dalla luce” e invita
i credenti a varcare la Porta Santa con fede – la fede che tutti i cristiani possono professare con le parole del Credo Niceno.
Il Rito di Apertura della Porta Santa comprende la proclamazione di una lettura dal capitolo 10 del Vangelo
di San Giovanni, che include il versetto: “Io sono la porta. Se uno entra attraverso di me, sarà salvato, entrerà e uscirà e troverà pascolo” (v. 9). Il gesto di entrare nella Basilica attraverso la Porta Santa va
interpretato alla luce di questo testo. Entrare attraverso la Porta Santa esprime la volontà di seguire ed essere guidati dal Figlio Unigenito di Dio. È una manifestazione della fede che tutti i cristiani condividono in Gesù, il Verbo Eterno fatto uomo. Sebbene il Giubileo Ordinario sia una celebrazione propria della Chiesa cattolica, la coincidenza del
Giubileo con l’anniversario del Primo Concilio Ecumenico offre l’opportunità di includere nella sua celebrazione fratelli e sorelle di altre Chiese e Comunioni cristiane. Nella Bolla di indizione del Giubileo,
Papa Francesco ha scritto che l’anniversario del Concilio di Nicea “invita i cristiani a unirsi nella lode e nel
ringraziamento alla Santissima Trinità e in particolare a Gesù Cristo, il Figlio di Dio, ‘della stessa sostanza del Padre’, che ci ha rivelato tale mistero di amore” (Spes non confundit §17).
Questo Natale, come di consueto, saranno presenti nella Basilica di San Pietro, per la Messa nella Notte,
ospiti di alcune delle altre Chiese e Comunioni cristiane presenti a Roma. Alcuni di questi ospiti ecumenici
sono stati invitati ad essere tra coloro che attraverseranno la soglia della Porta Santa dopo il Santo Padre. Questo invito è un gesto di ospitalità, che invita a condividere la gioia della Chiesa cattolica All’apertura del Giubileo. Non deve essere interpretato come un tentativo di associarli ad elementi del Giubileo, come
l’indulgenza giubilare, che non sono in linea con le prassi delle loro rispettive comunità. Piuttosto, il loro
passaggio attraverso la Porta Santa è un segno visibile della fede che tutti i cristiani condividono in Gesù
Cristo, il Verbo fatto carne – la fede che professiamo nel Credo Niceno – e della nostra comune fede che lo stesso Gesù è la Porta attraverso la quale entriamo alla vita. Sottolineare in questo modo ciò che è condiviso da tutti i cristiani, piuttosto che le cose che li dividono, è una risposta alla chiamata giubilare a essere pellegrini della speranza che non delude (cfr. Rm 5,5), manifestando la nostra comunione reale anche se incompleta, e cercando di essere per il mondo “lievito di genuina speranza, annuncio di cieli
nuovi e terra nuova (cfr 2Pt 3,13), dove abitare nella giustizia e nella concordia tra i popoli.