Difendiamo i nostri figli. Le prime pagine dei giornali diocesani

I settimanali cattolici, in uscita in questi giorni, parlano della manifestazione che si tiene oggi a Roma. "Dio - rilevano le testate della Fisc - è mandato in pensione dallo Stato che legifera al suo posto e cambia la natura delle cose".

“Fermare la colonizzazione ideologica del ‘gender’”. I giornali aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), in uscita in questi giorni, parlano della manifestazione che si tiene oggi a Roma. “Dio – rilevano le testate della Fisc – è mandato in pensione dallo Stato che legifera al suo posto e cambia la natura delle cose”. Tra gli altri argomenti affrontati dai settimanali: la nuova enciclica del Papa, la politica in Italia, cronaca e vita delle diocesi.

No all’ideologia gender. “Difendiamo i nostri figli”. È l’appello che accomuna le riflessioni dei giornali Fisc. Oggi “a Roma si terrà una grande manifestazione organizzata dal comitato Difendiamo i nostri figli contro l’ideologia del gender che ‘attraverso le scuole tenta di cancellare il concetto di identità sessuale legata al dato biologico, spacciandola come variabile culturale’ e a difesa della famiglia esautorata dal suo ruolo costituzionalmente garantito di educare i propri figli. Dobbiamo essere tutti uniti!”, avverte Giorgio Zucchelli, direttore del Nuovo Torrazzo (Crema). Ricordando sulle pagine del Nuovo Diario Messaggero (Imola) non solo la manifestazione nazionale a sostegno dell’identità sessuale “naturale” e del matrimonio eterosessuale del 20 giugno, ma anche la terza marcia nazionale della famiglia (10 maggio), il vescovo, monsignor Tommaso Ghirelli, sottolinea: “Si sta concretizzando una reazione popolare all’equiparazione di altre forme di unione alla famiglia e una protesta contro l’introduzione dell’ideologia del gender nell’educazione scolastica. Infatti si ha ormai l’impressione che chi è a favore della famiglia formata da uomo, donna e figli, come pure chi si sente moralmente obbligato a rispettare e tutelare la vita umana dal concepimento al suo termine naturale, sia o da rieducare in quanto poco sensibile al valore della libertà individuale, o addirittura da perseguire per comportamento contrario alla libertà e antisociale”. “Dio creò l’uomo a sua immagine… maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: ‘Siate fecondi e moltiplicatevi…’ . Parole della Bibbia, nel 1° capitolo della Genesi, che oggi dovrebbero essere cancellate, a seguito di iniziative dell’Unione europea che cambia tutto e raccomanda ai Paesi membri di decidere contro la creazione di Dio. E in Italia molti concordano: si pensi alla proposta di legge Cirinnà. Riflettiamoci”: è l’invito di Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona). Quella di Roma sarà “una protesta trasversale ai partiti e al credo religioso, alla cultura”, sottolinea Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-San Severino Marche). “È in famiglia che si scopre e si sperimenta la differenza sessuale come un bene destinato all’amore e alla gioia di vivere insieme, senza che si cancellino le mancanze inscritte all’interno dell’essere umano”, avverte Raffaele Mazzoli, direttore del Nuovo Amico (Pesaro-Fano-Urbino). Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), sottolinea: “C’è un popolo cattolico che non ha firmato nessuna tregua col mondo. Che sta all’erta, che non si accontenta di fare percorsi formativi interni, ma che vuole ‘uscire’, come invita a fare Papa Francesco, per far sentire alla politica la propria voce quando sono in discussioni leggi ingiuste e si vuol mettere le mani sulla coscienza dei nostri bambini”. Chiara Domenici, direttore della Settimana (Livorno), afferma: “Sarà una manifestazione pacifica, dove cattolici e laici, credenti e non credenti, affermeranno il loro no all’avanzata di progetti di legge come il ddl Cirinnà che dell’ideologia gender sono il coronamento e arrivano fino alla legittimazione della pratica dell’utero in affitto”. Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), ricorda “l’ennesimo calo demografico, il più vistoso nei 150 anni dall’unità d’Italia. Siamo un Paese vecchio. E un Paese vecchio vive di paure e si chiude sempre di più. Si arrocca sui privilegi raggiunti e ha paura di investire. Se non ci fossero gli stranieri in Italia a riequilibrare il saldo demografico, la nostra situazione sarebbe ancora più critica”. Per questo, “ancora una volta ribadiamo la necessità di investire sulla famiglia, per potere guardare avanti e affidare un minimo di speranza al futuro delle nuove generazioni”. Di fronte alla forte denatalità Alberto Margoni, direttore di Verona Fedele (Verona), evidenzia: “Questi e molti altri sono segnali che non da oggi dovrebbero risuonare come dei campanelli d’allarme nei confronti della politica nazionale che invece pare essere in perenne campagna elettorale. Quindi alla lungimiranza, alla necessità di porre oggi solide basi per costruire il futuro del Paese, mettendo in atto politiche volte a favorire concretamente le famiglie e la natalità, si preferisce dibattere sul +0,1 o il -0,1% del Pil o scannarsi sulla questione dei richiedenti asilo”.

La nuova enciclica del Papa. Ha suscitato grande interesse la nuova enciclica del Papa. Sulle pagine dell’Araldo Lomellino (Vigevano) il vescovo Maurizio Gervasoni osserva: “Il Papa richiama la situazione drammatica in cui versa il nostro pianeta dal punto di vista ambientale. Questa situazione è dovuta in gran parte all’irresponsabilità degli uomini e alla mentalità legata alla globalizzazione del paradigma tecnocratico”. “Dedicata al tema della custodia del creato”, la Gazzetta d’Asti (Asti) auspica che l’enciclica “sia attentamente letta nelle sue oltre 200 pagine e soprattutto ascoltata nel suo appello fondamentale al rispetto del creato”. Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia) scrive: “Francesco rivolge a tutti una pressante richiesta di ‘conversione ecologica’”, “un appello indirizzato in primo luogo ai cristiani”, ma “verrà ascoltata la voce del Papa? C’è da augurarselo vivamente. Perché al contrario, sarebbe come se, avendo un incendio o un allagamento in una parte della casa, ce ne stessimo tranquillamente a vedere la tivù in soggiorno a o dormire in camera da letto”. Anche Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), si chiede a proposito della nuova enciclica: “Saremo capaci di ascoltare un profeta come Francesco? La sua parola entri nel nostro cuore per le scelte di ogni giorno, ma faccia breccia anche dove potere e denaro continuano a dettare regole micidiali che rischiano di soffocare l’ambiente e di strangolare l’umanità”. Il Ticino (Pavia) e il Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio) rilanciano un editoriale del Sir: “Sicuramente il testo riscuoterà molta eco mediatica, anche a motivo del fatto che nel 2015 vi saranno importanti appuntamenti internazionali sui cambiamenti climatici. E la Chiesa vi entra secondo una competenza che acquisisce dagli studiosi, ma anche con una visione che le è propria, promuovendo insieme un’ecologia ambientale e un’ecologia umana”. Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone), sottolinea che Papa Francesco “non si ferma all’accusa in quanto invita a condividere tutti la ‘cura’ della nostra casa comune. Con semplicità accorata invoca un ‘dialogo sull’ambiente nella politica internazionale’, finora insignificante sulla biodiversità, sull’acqua, sul modello circolare di produzione, sul clima, sull’impatto dell’economia sull’ambiente. Il Papa scende nel dettaglio dei problemi senza voler insegnare agli altri”. Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), osserva: “L’uomo è chiamato dal Creatore a perfezionare il creato, non a manometterlo, a distruggerlo, a consumare egoisticamente una ricchezza che appartiene a tutti gli abitanti della terra, di oggi e di domani. È una delle nostre grandi responsabilità del momento”.

Politica in Italia. Salvatore Coccia, direttore dell’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri), scrive a proposito del forte astensionismo che si è registrato alle ultime elezioni: “Cosa può essere una democrazia senza la partecipazione di popolo o con un popolo che partecipa per la sua metà? Vorremmo che i nostri politici iniziassero a dare risposte a questa e alle tante altre domande che la nostra quotidianità pongono”. Secondo Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), “il fenomeno adesso è davvero assai inquietante ed è un macigno insopportabile sulla democrazia: la Politica ha davanti a sé compiti e urgenze non rinviabili per tentare di frenare l’astensionismo, un cancro minaccioso nella realtà repubblicana e recuperare la troppo ampia fetta di elettori indifferenti”. Dopo l’esito dei ballottaggi il Corriere Apuano (Massa Carrara-Pontremoli) osserva che “una prima constatazione da fare è quella che, in poche settimane, le prospettive del Governo e quelle personali di Matteo Renzi si sono fatte improvvisamente più complesse” perché “certamente le diatribe continue e i profondi contrasti hanno determinato all’interno del Pd una situazione che lo porta ad essere percepito come non più una novità in positivo, ma piuttosto come uno dei tanti partiti alle prese con gravi contraddizioni interne: più luogo di conflitti e di risentimenti piuttosto che di idee innovative”. Un pensiero sulle recenti elezioni anche da parte di Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona-Osimo): “Non possiamo dare alle elezioni amministrative un valore nazionale. Le persone esprimono il loro voto ‘alla persona’ o ‘al gruppo di persone’ più propriamente individuabili nelle ‘Liste civiche’, ma non c’è l’allineamento ideologico, se così lo possiamo ancora chiamare. Quindi chi piange per non aver raggiunto il risultato desiderato e chi ride per averlo superato si fermino un attimo e si mettano a riflettere, invece, sul perché così tanta gente non sia andata a votare”. Dopo le elezioni Paolo Lomellini, direttore della Cittadella (Mantova), mette in guardia da due possibili rischi per la città: “Il primo è l’abbandonarsi al catastrofismo senza speranze, il secondo è l’adagiarsi accomodante sull’esistente”. Pier Giovanni Trossero, direttore dell’Eco del Chisone (Pinerolo), denuncia che in politica “poche facce nuove si mettono in gioco, anche perché è un gioco difficile, che richiede impegno, sacrificio a livello personale, con pochi supporti anche di natura economica”.

Cronaca. Diversi gli spunti dalla cronaca. La Libertà (Reggio Emilia-Guastalla) riprende un editoriale del Sir su mafia capitale: “Ci sono le leggi, sempre più severe, ci sono gli assessori alla legalità e le autorità anticorruzione”, ma “la medicina è efficace se gli anticorpi inoculati nel sistema possono operare e guarire gli organismi malati, che si chiamano partiti e amministrazione”. Da mafia capitale ai migranti. “Abbiamo affrontato il dramma dell’immigrazione come emergenza, magari anche con grande generosità, ma senza impegnarci a fondo per un piano di governo del fenomeno. È mancato il ‘governare’. È mancato nel nostro paese, ma è mancato soprattutto in Europa. La bella novità dell’Europa unita, che avrebbe dovuto dare un volto più umano al nostro continente, sta dimostrando, anche di fronte all’immigrazione, il prevalere degli istinti nazionalistici”, denuncia Gianpiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto). Di fronte all’arrivo sempre più massiccio di profughi, aumenta la chiusura, ma, ricorda Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro), “sabato 20 giugno Forlì è mobilitata per una raccolta straordinaria di derrate destinate all’Emporio della Solidarietà. La città, ne siamo certi, dimostrerà coi fatti che la sua indole accogliente non si è persa per strada”. Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria), dedica il suo editoriale agli esami di maturità: “Il trovarsi così da soli di fronte a scelte fondamentali della vita e della professione esige maturità. E non si tratta della somma delle nozioni raccolte e conservate in memoria – o almeno non solo quelle, anche se saranno sempre utili per la conoscenza e il giudizio di valore sulle cose e le vicende umane – ma maturità intesa come essere in grado di condurre la propria esistenza con consapevolezza e responsabilità”. Sulla riforma della scuola interviene Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza): “Non si placano invece le polemiche attorno al progetto di riforma del Governo. Vedremo come andrà a finire. Quello che è certo è che la partita ha assunto valenze che vanno al di là del merito del disegno di legge e ha spostato l’obiettivo su altri livelli che ben poco hanno a che fare con le esigenze reali del sistema scolastico. C’è da augurarsi che si riprenda in tutto questo la saggezza necessaria per portare a termine una tappa di un percorso fondamentale per il futuro delle giovani generazioni”. Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino), è preoccupato: “Nei fatti assistiamo ancora oggi ad una città che di sera è poco controllata: si arriva a parcheggiare pressoché indisturbati in seconda e terza fila, sulle strisce pedonali, sui marciapiedi… si acquistano alcolici e, nonostante il divieto, si consumano dove fa comodo”. Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi) si lamenta di “un atteggiamento di fondo, comune: colpire chi abbiamo di fronte nel momento in cui ci sembra più fragile, più debole e indifeso e goderne”. Giuseppe Rabita, direttore di Settegiorni dagli Erei al Golfo (Piazza Armerina), si occupa dell’“ipotesi di privatizzazione del cimitero di Piazza Armerina”, che appena diffusa dagli organi di informazioni ha suscitato “una vera e propria bagarre”.

Attualità ecclesiale. Non manca l’attualità ecclesiale. Sulla visita del Papa a Torino scrive Luca Rolandi, direttore della Voce del Popolo (Torino): “Papa Francesco che torna nella città dei suoi genitori e parenti, troverà una comunità che affonda le radici in una dimensione di solidarietà e partecipazione antica e profonda, ma che negli anni è stata provata da molte emergenze: il lavoro prima di tutto, le insufficienti prospettive occupazionali per le giovani generazioni, il necessario ripensamento di uno Stato sociale adeguato per la presenza di una popolazione sempre più anziana”. Anche la Valsusa (Susa) dà il “benvenuto a Torino” a Papa Francesco. La Fedeltà (Fossano) evidenzia: “Francesco quando parla è di una chiarezza cristallina e vive una totale libertà, per questo non è per nulla contorto, tantomeno diplomatico; l’unica diplomazia che si concede è quella della ‘parresia’, cioè della ‘franchezza evangelica’”. Voci e Volti (Manfredonia-Vieste-S.Giovanni Rotondo) riprende le parole del vescovo Michele Castoro in occasione della Giornata sacerdotale diocesana: “In questo tempo, in cui notevoli sfide si impongono alla missione della Chiesa, il ministero di noi preti si rende particolarmente gravoso: quanta ammirazione e gratitudine vi devo per quello che fate, cari sacerdoti!”. Con l’estate arriva anche il tempo del grest, come ricorda Adriano Bianchi, direttore della Voce del Popolo (Brescia): “Il grest è per noi una delle immagini più ricche e più significative del volto bello della Chiesa. Una Chiesa che non smette di prendersi cura dei più piccoli. Una Chiesa che non smette di essere creativa nei percorsi educativi. Una Chiesa che anche nel grest gioca il suo essere costantemente in uscita, in missione, in dialogo, aperta all’incontro e alla relazione con tutti”. Il Corriere Eusebiano (Vercelli) fa sapere che monsignor Gian Paolo Turati è stato nominato, in data 3 giugno 2015, canonico del Capitolo della cattedrale di San’Eusebio”. In ricordo dell’ebreo casalese Luciano Segre, domenica scorsa Romano Prodi e don Luigi Ciotti “in visita alla sinagoga”, rammenta la Vita Casalese (Casale Monferrato).