Educare ed accogliere in ambienti sicuri. Il cammino della Chiesa

Padre Zollner: i laici corresponsabili nella prevenzione degli abusi

Padre Hans Zollner, gesuita, preside dell’Istituto di antropologia della Pontificia università Gregoriana, già membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, ha relazionato all’incontro formativo “Educare ed accogliere in ambienti sicuri”, tenutosi a Rende. Lo abbiamo intervistato.

Prevenzione e denuncia degli abusi. L’impegno della Chiesa, l’impegno delle diocesi.

Mi ha fatto molto piacere vedere tutto questo numero di persone, sono più di quante me ne aspettavo, in un giorno così caldo. Questo è molto incoraggiante. Quello che ho sentito, è che nella discussione si è verificato, è che c’è una sete di conoscere meglio la realtà degli abusi e della prevenzione e una volontà percepibile di impegnarsi.

Come si fa la prevenzione?

Anzitutto occorre aprire occhi, orecchie e bocca quando è necessario, cioè notare tutte quelle situazioni in cui si percepisce che ci sia un qualche tipo di sfruttamento di una relazione o dove c’è una situazione di controllo o dipendenza affettiva. Poi occorre ascoltare bene, perché le vittime, quando denunciano, devono incontrare persone che non solo sentano le parole, ma ascoltino.

Quanto è importante il ruolo dei laici nella prevenzione e nella denuncia?

È indispensabile che i laici e le laiche si sentano corresponsabili e abbiano il coraggio di portare a conoscenza delle persone preposte trasgressioni e sfruttamento di qualsiasi tipo. Senza i laici probabilmente non possiamo andare avanti nella prevenzione degli abusi.

Quindi è un tema perfettamente sinodale?

È un tema sinodale anche perché ci fa riflettere sul ruolo della Chiesa, per capire non a che cosa ma a chi la Chiesa stessa serve. La nostra presenza, secondo il messaggio centrale di Gesù, è a fianco e a difesa dei più vulnerabili e feriti. E questo necessita una collaborazione in rete, perché questo lavoro non può farsi da soli. Ma è sinodale anche per superare una concezione di Chiesa come castello costruito solo sull’autodifesa. Oggi viviamo una Chiesa che ammette di poter sbagliare e può chiedere perdono, facendo così un cammino di miglioramento.

Papa Benedetto XVI e papa Francesco si sono impegnati molto nella lotta agli abusi.

Si può dire che Benedetto XVI aveva già cominciato un cammino chiaro e forte. In realtà già il card. Ratzinger, quando era prefetto della Congregazione della dottrina per la fede. Allora aveva voluto centralizzare tutte le procedure canoniche contro i sacerdoti accusati di abuso. Benedetto e Francesco hanno continuato a rafforzare le leggi interne della Chiesa, ribadendo la necessità della collaborazione con le forze dell’ordine statali. Con Francesco abbiamo avuto il Motu proprio “Vos estis lux mundi”, un documento molto importante