Film imperdibili a Natale

Pellicole di qualità insegnano che curare i rapporti è il segreto per vivere pienamente le festività

Continuiamo a proporre altri film che meritano di essere visti durante le festività. Tra vecchi titoli e nuove uscite, fra trame dal contenuto religioso e storie più commerciali ma ugualmente avvincenti, la suspense è certamente assicurata. Non resta che acquistare il biglietto e recarsi al cinema in questi giorni, spulciare le novità su netflix o cercare in tv le pellicole che, da sempre, ci portiamo nel cuore perché capaci di lanciare messaggi di amore e di fratellanza.

Storia di Maria (2024)

Disponibile su netflix dal 6 dicembre, questo film propone un nuovo e originale adattamento delle Sacre Scritture. Il regista D. J. Caruso ha accostato all’interpretazione cinematografica di un mostro sacro come Anthony Hopkins, nel ruolo di Erode, la bravura dell’esordiente attrice israeliana Noa Cohen, nei panni di Maria. La storia, ambientata nel 18 a.C. nella Penisola del Sinai, offre una rilettura del Vangelo dal punto di vista di Maria. Il cuore del racconto non è la nascita di Gesù ma la biografia della Vergine, la cui figura si evolve assumendo i connotati di una giovane risoluta e tenace, a tratti insicura e indecisa ma pronta a tirar fuori la sua forza, per resistere alle tentazioni del maligno. Le parole iniziali della madre di Gesù (Pensi di conoscere la mia storia, ma credimi non è così) trascinano lo spettatore dentro un vero e proprio viaggio, alla scoperta delle vicende che segnano la sua esistenza. La narrazione inizia con Gioacchino, sperduto nel bel mezzo del deserto, per espiare la colpa di non aver concepito un figlio con la consorte Anna. L’Arcangelo Gabriele, tuttavia, si materializza annunciandogli la venuta di una bambina, appunto Maria, che sarà la madre del futuro Messia. Intanto Erode sta progettando la ricostruzione del Secondo Tempio, mentre vari moti insurrezionali vengono organizzati da diverse frange della popolazione più povera. Maria cresce e viene portata al tempio per iniziare la sua missione divina. Conosce Giuseppe, riceve la notizia dall’angelo Gabriele della sua gravidanza, quindi fugge dalla zia Elisabetta (che ha dato alla luce Giovanni Battista) per evitare la lapidazione in conseguenza dell’accusa di adulterio. Giuseppe la sposa e scappa con lei in Egitto, mettendola in salvo dalla furia omicida di Erode, intenzionato a uccidere il Salvatore. Nella scena finale, all’interno del tempio, si ode la Vergine dire: “L’amore ti costerà sacrifici, ti trafiggerà il cuore, ma alla fine, l’amore salverà il mondo”. La pellicola è stata accompagnata da diverse polemiche riguardanti, per prima cosa, la partecipazione di un’attrice israeliana mentre è in corso la guerra a Gaza, con l’esclusione di artisti palestinesi. In secondo luogo, il risultato è tutt’altro che esaltante sul piano artistico perché, secondo molti critici, non è stato dato abbastanza spazio allo spessore psicologico dei personaggi. In terzo luogo, la presenza di artifici tecnici (flashback, in primis) richiamano alla memoria, per molti versi, La Passione di Cristo del 2004, ma non sono in grado di sortire quell’effetto emotivo trascinante che ha reso il film di Mel Gibson un vero kolossal. Il prodotto merita di essere visto perché rispetta il messaggio evangelico, nonostante qualche libertà narrativa e qualche incursione nel genere fantasy, visibile nella rappresentazione delle figure dell’angelo (per quanto buono ha le sembianze di un essere cupo, dalla carnagione mulatta per via delle origini afro-caraibiche dell’attore inglese Dudley O’Shaughnessy, quindi privo di quel candore che si confà ai cherubini della migliore tradizione religiosa classica) e del diavolo (descritto in tutta la sua malvagità, con effetti che suscitano ribrezzo grazie all’interpretazione dell’attore australiano Eamon Farren). La storia dal contenuto religioso cattolico sta quindi al passo con i tempi e si rivolge alla nuove generazioni, meno inclini ad accettare l’immagine di Maria per com’è stata delineata negli adattamenti cinematografici del passato. L’intento è stato quello di rendere più terrena e umana la vita della Vergine.   

Conclave (2024)

Morto un Papa se ne fa un altro recita un vecchio proverbio. Un’espressione che, in questi giorni, si fa sempre più insistente per via dell’uscita nella sale di Conclave, pellicola diretta da Edward Berger e basata sull’omonimo romanzo di Robert Harris. Questo prodotto attira da tempo l’attenzione del grande pubblico e dei critici cinematografici, non solo per il tema trattato ma anche per la particolarità dei dettagli con cui la storia viene narrata. Se a ciò si aggiunge un cast stellare che include divi del calibro di Ralph Fiennes, Stanley Tucci e John Lithgow, ma anche i nostri connazionali Sergio Castellitto e Isabella Rossellini, veri e propri orgogli italiani, il successo era per forza assicurato e giustifica la candidatura ai Golden Globe del 2025 (ben sei candidature) e l’altrettanto sicura candidatura agli Oscar. La trama è di per sé ricca di colpi di scena. Morto il papa Gregorio XVII, il decano Thomas Lawrence (interpretato da Ralph Fiennes) è chiamato a supervisionare i lavori per l’elezione del nuovo pontefice. Arrivano a Roma, da ogni parte del mondo, centinaia di cardinali per prendere parte all’elezione. Il lavoro, tuttavia, già minato dalle personali perplessità che attanagliano lo spirito del decano, viene ulteriormente compromesso dalla brama di potere e dai giochi politici dei potenziali candidati: un americano progressista, un canadese ambizioso, un italiano conservatore e un nigeriano, che aspira ad essere il primo pontefice africano nella storia della Chiesa. Chi la spunterà? Il thriller è fedele alle procedure canoniche del conclave, riunito in un Cappella Sistina magistralmente ricostruita sul set di Cinecittà. Tematiche come la fede e il dubbio, le fragilità umane e le qualità spirituali dei cardinali accompagnano la trama principale, incentrata sulla ricerca del nuovo vescovo di Roma. Non mancano gli intrecci che mettono in rilievo questioni attuali, tra cui le macchinazioni politiche, il rischio dell’omofobia e della corruzione, violenze e attacchi all’Islam. Un film di mistero e di fede, che indaga la complessità emotiva di uomini, chiamati a dover fare la giusta scelta per dare un nuovo inizio alla storia della Chiesa. La grandezza di Conclave non sta nella descrizione, conosciuta da sempre, dei segreti della Curia romana, ma nel racconto della natura umana, divisa tra l’ingannevole, il banale, il dubbio e la decisione finale.

Nativity (2006)

Per restare sempre in tema religioso, suggeriamo un titolo uscito diversi anni fa, ma capace di ricreare la giusta e santa atmosfera natalizia. Nella città di Nazareth, duramente oppressa dalla tassazione imposta da Erode, Maria riceva dai genitori la notizia di essere stata promessa sposa di Giuseppe, un uomo che non conosce e nei confronti del quale non nutre nessun affetto. L’adolescente si rifugia in un oliveto dove riceve la visita dell’arcangelo Gabriele, che le dice di essere stata scelta da Dio per portare in grembo Gesù, il futuro Salvatore di Israele. Mentre i Magi seguono la stella e intraprendono il viaggio verso la Giudea per rendere onore al Messia, Maria torna a Nazareth dopo aver fatto visita ad Elisabetta, anch’essa incita, e comunica la propria gravidanza. Giuseppe e Maria progettano di dirigersi a Betlemme mentre Erode ordina il censimento per identificare e uccidere il Salvatore. Dopo la nascita di Gesù, Giuseppe e Maria scappano in Egitto per evitare la furia omicida di Erode. Il film è stato girato mantenendo il più possibile una certa fedeltà alle Sacre Scritture. I protagonisti Maria (interpretata dalla neozelandese Keisha Castle-Hughes) e Giuseppe (interpretato dall’attore guatemalteco naturalizzato statunitense Oscar Isaac) sono descritti in tutta la loro umanità e integrità corporale e spirituale, quell’umanità e integrità che servono per elicitare in modo puro il messaggio evangelico della nascita del Redentore. Centro di tutta la narrazione è il rapporto che si instaura tra i genitori di Gesù, pronti a qualsiasi cosa pur di salvare il loro piccolo.      

That Christmas (2024)

Distribuito da Netflix, questo film di animazione per ragazzi, diretto da Simon Otto, sviluppa parallelamente tre storie diverse ambientate nel paese di Wellington in Inghilterra. Le vicende finiscono per convergere nella medesima direzione: la Vigilia di Natale. La figura di Babbo Natale funge da deus ex machina che, con la sua voce, racconta le vicende dei protagonisti. Un bambino di nome Danny è giunto in città con la madre single e indaffarata, allo scopo di trascorrere il Natale con il padre dopo il divorzio dei genitori. A causa di un forte maltempo, il piccolo non può incontrare il padre, mentre la madre, infermiera, è impegnata a lavorare. Trova conforto nella sua insegnante, che conduce una vita isolata dopo la morte del marito. Il giorno di Natale Danny prepara una sorpresa per la madre a fine giornata. Un’altra storia parla di due gemelle, Sam e Charlie, caratterialmente opposte l’una all’altra ma accomunate da un profondo affetto. Sam è timida e introversa, mentre Charlie è maliziosa e pronta a fare marachelle. Quest’ultima, tuttavia, cela un scopo nobile dietro le sue azioni: rendere felice la sorella. Infine la storia di Bernadette, una bambina delusa dalla solita routine natalizia. Il giorno prima di Natale i genitori e gli zii si recano ad un matrimonio da cui non riescono a tornare presto, a causa del maltempo. La ragazza si prende cura dei cugini e della sorella minore Eve, organizzando il Natale. Eve va a passeggiare e si perde per le strade a causa della tempesta di neve. Tutta la cittadinanza si mette alla ricerca della bambina, inclusi Danny, Bernadette, Sam e Charlie. Una volta ritrovata, la popolazione festeggia insieme Santo Stefano, e l’anno successivo tutte le famiglie celebrano armoniosamente il Natale. È una narrazione corale che mette l’accento su ciò che conta sul serio durante le festività: mantenere i rapporti tra le persone. Il film parla ai bambini ma, in generale, a tutte le generazioni svelando la connessione tra i personaggi e il loro passati. Questo il vero obiettivo delle feste.

Buona visione!