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Finito il campionato, è ora di pensare al futuro
Un'analisi della stagione rossoblù, la migliore dal ritorno in cadetteria. E ora bisogna pensare al nuovo progetto tecnico.
Nel calcio i giudizi cambiano in base ai risultati, ed è giusto che sia così. Un progetto tecnico è vincente o fallimentare nel giro di poche settimane, soprattutto in un campionato equilibrato ed esaltante come la serie B. Così è possibile dire anche per il Cosenza 2023-2024.
Cala il sipario sul sesto campionato consecutivo in cadetteria per la compagine silana. Il migliore, quanto a punti conquistati e a posizione raggiunta. 47 punti, nono posto, salvezza con due giornate di anticipo. Un inizio promettente, che ha tenuto la squadra al quinto posto, poi – presto – un crollo, che l’ha portata prima in zone anonime e, sotto Natale, nei bassifondi della classifica. A gennaio il mercato di riparazione, il rodaggio dei nuovi innesti, un buon filotto di risultati utili, prima del secondo momento nero della stagione, che ha riportato i fantasmi della zona retrocessione e all’esonero di Fabio Caserta. Con il ritorno di William Viali, una nuova linfa, con i lupi che hanno chiuso da imbattuti (e in forma) l’ultima fase del campionato. Due snodi negativi: i derby contro il Catanzaro, che ha vinto in casa e fuori, partite che hanno influenzato negativamente parti del campionato.
Si poteva fare di più? Sì, a nostro avviso, come detto per tutto il campionato. Per la rosa a disposizione di quest’anno si doveva e poteva fare di più. Questo Cosenza non ha nulla da invidiare alla maggior parte delle compagini che hanno preso parte a questo torneo. Sin dall’inizio della stagione avevamo scritto che il tecnico Caserta se la sarebbe cavata se avesse saputo gestire l’abbondanza della rosa, soprattutto nella zona offensiva. Non c’é riuscito, tra equivoci tattici, calciatori fuori ruolo e soprattutto difficoltà a leggere le partite e cambiarle in corso. Una squadra funziona quando il suo motore funziona, e Caserta troppo spesso non è intervenuto adeguatamente sull’assetto del suo centrocampo, lasciando il pallino all’avversario. Per il tecnico di Melito Porto Salvo, gradualmente finito in un loop tattico negativo, l’ennesima stagione incompiuta della sua carriera.
Con Viali le cose sono andate decisamente meglio. Il ritorno del tecnico milanese ha diviso l’opinione pubblica, dopo la separazione della scorsa estate, quando Viali approdò all’Ascoli, probabilmente con l’auspicio del grande salto, trovando tuttavia un ambiente diviso. A Cosenza ha ritrovato spazio e anche tempo per far valere la sua preparazione tattica. Ha recuperato giocatori importanti come D’Orazio e Calò, ha schierato al meglio Mazzocchi e ha esaltato la vena di Gennaro Tutino. Ne è uscito un finale coi fiocchi, per quanto insufficiente a portare il Cosenza ai play off. Troppi i punti persi nell’arco della stagione.
Gennaro Tutino. Merita un capitolo a parte. Quest’anno ha segnato 20 gol, più uno in coppa Italia, un record stagionale per la storia del Cosenza. Mai nessun calciatore in maglia rossoblù era riuscito a fare così tante marcature in una stagione. Di destro, di sinistro, al volo, a giro, gol pregevoli che hanno mano mano fatto innamorare i cuori rossoblù che, infine, l’hanno esaltato con i cori che appartenevano a Gigi Marulla, il più grande di tutti. Cosenza è innamorata di Tutino e Tutino di Cosenza. E’ il suo ambiente ideale, il luogo dove si esalta al meglio, dove è leader. Quest’anno, a nostro avviso, per le qualità tecniche e realizzative, è stato il miglior calciatore della categoria.
Il futuro.
Nella vita, come nello sport, l’ideale sarebbe sempre andare a migliorarsi. Il Cosenza sarà ai nastri di partenza della serie B per il settimo anno consecutivo, tanto da essere ormai una veterana del torneo. Bisogna decisamente guardare sopra, e fare di tutto per un campionato da protagonista. Il tempo è finalmente maturo. Tutto questo passa da una programmazione societaria seria. Quest’anno c’é ancora più tempo, non dovendo il Cosenza ridursi alla coda dei play out per salvarsi.
Primo nodo da sciogliere è la conferma o meno del direttore sportivo Gemmi. Che farà? Con quale budget eventualmente lavorerà? Gemmi ha dimostrato di saper lavorare bene anche con una somma non elevata a disposizione. Ma ora, se si vuole fare un altro passo in avanti, questo budget va aumentato ulteriormente. Senza voler fare i conti in tasca al presidente Guarascio, ovviamente…
Mettiamo sul piatto un altro aspetto: non è forse il caso di pensare finalmente a un direttore generale, che si occupi dell’area tecnica a 360 gradi e dei rapporti di questa con la proprietà? Anche qui, la nostra posizione è stata più volte ribadita. Una società solida passa da una struttura organizzativa forte.
La squadra. La proprietà di calciatori come Micai, D’orazio, Marras, Florenzi, Calò, Meroni, è già un punto di partenza. Alcuni dei giocatori arrivati in prestito quest’anno si sono saputi ben valere, per cui non sarebbe peregrina l’idea di riportarli in rossoblù, gente come Zuccon e lo stesso Frabotta, nonostante il finale da panchinaro.
Poi c’è la madre delle questioni, quella di Gennaro Tutino. La proprietà è del Parma, appena promosso in serie A, ed è la proprietà di un calciatore che, a 27 anni, ha fatto la migliore stagione della sua carriera. Il Cosenza ha la possibilità di riscattarlo a oltre 1,5 milioni di euro. Un sacrificio davvero importante, ma anche un investimento. Fuori da ogni sentimentalismo, un investimento sia per un progetto tecnico vincente ma anche per un’eventuale cessione. L’impressione è che il calciatore rimarrebbe a Cosenza perché è innamorato della piazza, soprattutto se si tratterà di fare un campionato da protagonista. Ma Guarascio è d’accordo? E soprattutto, quando prenderà una decisione definitiva? Nella questione Tutino probabilmente il tempo gioca un fattore decisivo. La decisione più tempestiva e più forte, la volontà più decisa alla fine darà la soluzione.