Fotografato un Anello di Einstein nello spazio

Euclid permetterà di approfondire le ricerche in merito alla conoscenza della materia oscura presente nel cosmo

Il più preciso telescopio spaziale al mondo, Euclid, nato per indagare i tanti segreti dell’universo, in particolare di cosa sono fatte la materia e l’energia oscure, ha scoperto un raro Anello di Einstein nella galassia NGC 6505, che dista 590 milioni di anni luce dalla terra. Quest’anello è un effetto ottico dipendente dalla lente gravitazionale forte, quel fenomeno in base al quale viene deformata e amplificata la luce di una galassia molto distante, grazie all’influenza gravitazionale esercitata da un’altra galassia più gigantesca e ravvicinata rispetto allo spettatore, producendo così immagini distorte dei corpi celesti. Si presenta come un cerchio luminoso costituito da una marea di stelle colorate, sospese nello spazio. Quando le due galassie e l’osservatore (in questo caso Euclid) sono perfettamente allineati, la luce di quella più lontana può assumere la forma di un anello praticamente perfetto, chiamato appunto “Anello di Einstein”. Questo fenomeno ottico era stato previsto dalla teoria della relatività generale di Albert Einstein. La luce dell’Anello di Einstein proviene da una galassia lontana 4,42 miliardi di anni luce, la quale procedendo verso la terra incontra la galassia NGC 6505, di enormi dimensioni, che agisce come una lente gravitazionale e la devia. L’immagine restituita da Euclid mostra la fonte di luce centrale, presente nel nucleo della galassia Ngc 6505, e un anello perfetto che circonda tale nucleo e ha quattro punti luminosi. L’anello è una specie di proiezione della galassia che sta dietro Ngc 6505, e i quattro punti dell’anello sono quattro repliche dell’immagine della galassia (non ancora ben conosciuta). Questi anelli aiutano gli astrofisici ad effettuare ricerche più approfondite sull’universo in espansione, sulla materia e sull’energia oscure. In particolare, gli scienziati sperano di poter fare dei progressi nel campo degli studi sulla materia oscura che, diversamente da quella conosciuta, non emette radiazioni elettromagnetiche e può essere intercettata solo indirettamente, mediante i suoi effetti gravitazionali. E bisogna tener presente, inoltre, che questa materia costituisce circa il 90% della massa cosmica. L’anello di Einstein consente di studiare l’ancora poco nota galassia di sfondo. Il rinvenimento di un anello così perfetto e prossimo al nostro pianeta è stata una scoperta sensazionale, che è stata possibile grazie ad Euclid. Questo telescopio permette di realizzare una mappa 3D dell’universo, di osservare galassie lontane fino a 10 miliardi di anni luce e di intercettare circa 100 mila lenti gravitazionali forti. “Questa scoperta è solo l’inizio. Dimostra come Euclid sia in grado di trovare nuovi fenomeni anche in regioni del cielo che pensavamo di conoscere bene” ha detto Valeria Pettorino, scienziata di progetto per la missione Euclid dell’ESA. Il primo a notare l’anello di Einstein è stato Bruno Altieri, scienziato presso la sede ESA di Madrid. “Tutte le lenti gravitazionali sono speciali perché sono molto rare e incredibilmente utili dal punto di vista scientifico – dice Conor O’Riordan del Max Planck Institute for Astrophysics, primo autore dell’articolo scientifico che presenta la scoperta sulla rivista Astronomy and Astrophysics e al quale hanno contribuito anche molti studiosi italiani di varie università e istituti – Questa è particolarmente speciale perché è molto vicina alla Terra e l’allineamento la rende davvero magnifica”. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Astronomy and Astrophysics.