Francesco alle cooperative: non piegatevi al dio – denaro. Che al centro sia l’uomo.

Il Papa ha invitato ad usare “fantasia creativa per trovare forme, metodi, atteggiamenti e strumenti, per combattere la ‘cultura dello scarto’ coltivata dai poteri che reggono le politiche economico-finanziarie del mondo globalizzato”. Bergoglio ha citato la Caritas in Veritate di Benedetto XVI, la Rerum Novarum di Leone XIII e il magistero sociale di Paolo VI.

“Il dio-profitto non è affatto una divinità, ma è solo una bussola e un metro di valutazione dell’attività imprenditoriale”. Lo ha detto il Papa, che incontrando oggi in Aula Paolo VI i membri della Confederazione italiana cooperative ha citato la “Caritas in Veritate” di Benedetto VI, per ricordare come “il nostro mondo abbia bisogno di un’economia del dono, cioè di un’economia capace di dar vita a imprese ispirate al principio della solidarietà e capaci di creare socialità”. “Voi siete la memoria viva di un grande tesoro della Chiesa italiana”, ha esordito Francesco: “Sappiamo che all’origine del movimento cooperativistico italiano, molte cooperative agricole e di credito, già nell’Ottocento, furono saggiamente fondate e promosse da sacerdoti e da parroci. Tuttora, in diverse diocesi italiane, si ricorre ancora alla cooperazione come rimedio efficace al problema della disoccupazione e alle diverse forme di disagio sociale”. “La Chiesa ha sempre riconosciuto, apprezzato e incoraggiato l’esperienza cooperativa”, ha detto il Papa ricordando i documenti del magistero, dalla Rerum Novarum di Leone XIII fino al suo predecessore, passando per lo “straordinario magistero sociale del beato Paolo VI”. All’udienza di oggi partecipano circa 7mila persone, in rappresentanza di 3 milioni di soci, 20mila imprese cooperative che danno lavoro a 543mila persone.“Globalizzare la solidarietà, oggi, significa pensare all’aumento vertiginoso dei disoccupati, alle lacrime incessanti dei poveri, alla necessità di riprendere uno sviluppo che sia un vero progresso integrale della persona che ha bisogno certamente di reddito, ma non soltanto del reddito!”. È l’invito del Papa. “Pensiamo ai bisogni della salute – l’invito di Francesco – che i sistemi di welfare tradizionale non riescono più a soddisfare; alle esigenze pressanti della solidarietà, ponendo di nuovo, al centro dell’economia mondiale, la dignità della persona umana”. Esortando i presenti a pensare “alle nuove prospettive, alle nuove responsabilità, alle nuove forme di iniziativa delle imprese cooperative”, il Papa ha invitato ad usare “fantasia creativa per trovare forme, metodi, atteggiamenti e strumenti, per combattere la ‘cultura dello scarto’ coltivata dai poteri che reggono le politiche economico-finanziarie del mondo globalizzato”. L’obiettivo, per il Santo Padre, deve essere fare “un balzo in avanti” per “portare la cooperazione sulle nuove frontiere del cambiamento, fino alle periferie esistenziali dove la speranza ha bisogno di emergere e dove, purtroppo, il sistema socio-politico attuale sembra invece fatalmente destinato a soffocare la speranza incrementando rischi e minacce”, partendo dalla consapevolezza che il metodo cooperativo è “prezioso”. , Papa Francesco ha esortato i presenti a guardare “anche alle aziende che sono in difficoltà, a quelle che ai vecchi padroni conviene lasciar morire e che invece possono rivivere con le iniziative che voi chiamate ‘Workers buy out’, ‘empresas recuperadas’, aziende salvate”.