Francesco: il legame tra fede e servizio

E al popolo azero chiede di aprire il cuore per fare entrare il Signore. La fede come tesoro prezioso e i "tappeti"...

“La fede non è una forza magica che scende dal cielo, non è una dote che si riceve una volta per sempre, e nemmeno un super-potere che serve a risolvere i problemi della vita. Perché una fede utile a soddisfare i nostri bisogni sarebbe una fede egoistica, tutta centrata su di noi”. E’ questo uno dei passaggi dell’omelia pronunciata questa mattina da papa Francesco a Baku, in Azerbaijan, pochi minuti dopo il suo arrivo nel paese caucasico, ultima tappa del viaggio nell’Est prima del rientro a Roma. “La fede non va confusa con lo stare bene o col sentirsi bene, con l’essere consolati nell’animo perché abbiamo un po’ di pace nel cuore. La fede è il filo d’oro che ci lega al Signore, la pura gioia di stare con Lui; è il dono che vale la vita intera, ma che porta frutto se facciamo la nostra parte”. Francesco ha declinato il legame tra “fede e servizio”, due cose che “non si possono separare”. “I vostri tappeti – ha detto Bergoglio – sono delle vere opere d’arte e provengono da una storia antichissima. Anche la vita cristiana di ciascuno viene da lontano, è un dono che abbiamo ricevuto nella Chiesa e che proviene dal cuore di Dio, il quale desidera fare di ciascuno di noi un capolavoro del creato e della storia. Ogni tappeto va tessuto secondo la trama e l’ordito; solo con questa struttura l’insieme risulta ben composto e armonioso. Così è per la vita cristiana: va ogni giorno pazientemente intessuta, intrecciando la trama della fede e l’ordito del servizio. Quando alla fede si annoda il servizio, il cuore si mantiene aperto e giovane, e si dilata nel fare il bene. Allora la fede diventa potente e fa meraviglie. Se cammina su quella strada, allora matura e diventa forte, a condizione che rimanga sempre unita al servizio”. Per questo, il Papa ha invitato ad aprire “la porta del cuore”, condizione perché il Signora possa “entrare nella nostra vita: quando Dio trova un cuore aperto e fiducioso, lì può compiere meraviglie”.

Il servizio, “disponibilità piena”, è provato da due tentazioni. La prima – secondo Francesco – è “lasciare intiepidire il cuore: un cuore tiepido si chiude in una vita pigra e soffoca il fuoco dell’amore. Chi è tiepido vive per soddisfare i propri comodi, che non bastano mai, e così non è mai contento; poco a poco finisce per accontentarsi di una vita mediocre. Il tiepido riserva a Dio e agli altri delle percentuali del proprio tempo e del proprio cuore, senza mai esagerare, anzi cercando sempre di risparmiare. Così la sua vita diventa come un tè che era veramente buono, ma che quando si raffredda non si può più bere. Sono certo però che voi non lascerete intiepidire il cuore. La Chiesa intera, che nutre per voi una speciale simpatia, vi guarda e vi incoraggia: siete un piccolo gregge tanto prezioso agli occhi di Dio!”.

La seconda tentazione – conclude Papa Francesco – è quella di “pensare da padroni, di darsi da fare solo per guadagnare credito e per diventare qualcuno. Allora il servizio diventa un mezzo e non un fine, perché il fine è diventato il prestigio; poi viene il potere, il voler essere grandi”. Ogni cristiano azero “è come uno splendido filo di seta, ma solo se sono ben intrecciati tra di loro i diversi fili creano una bella composizione; da soli, non servono. Restate sempre uniti, vivendo umilmente in carità e gioia; il Signore, che crea l’armonia nelle differenze, vi custodirà”.